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È lo scimpanzé dello zoo di Houston l’animale più felice della settimana, che si è conteso la copertina con Xing Bao, il neobattezzato panda dello zoo di Madrid (il nome gli è stato dato 100 giorni dopo la sua nascita – come da tradizione cinese – e scelto sulla base di una votazione online). Poi c’è il coccodrillo assassino, che ha ucciso una zebra nella bellissima riserva faunistica di Masai Mara del Kenya, e quello (forse) solo disturbatore, nel bel mezzo di un campo di golf in Sudafrica. Niente a che vedere comunque con i cuccioli di leone spalmati come se non ci fosse un domani sulle zampe della madre (e provate a smettere di guardarli, se vi riesce). Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Sorridi alla vita. Lo scimpanzé di Houston è l'animale più felice della settimana, ma provate a smettere di guardare i cuccioli di leone, se vi riesce.
Si sente in giro il bisogno di legare indissolubilmente l’azienda petrolifera BP all’incidente avvenuto nel Golfo del Messico, l’affondamento della piattaforma Deepwater Horizon che sta disperdendo petrolio nell’oceano da quasi un mese e mezzo. Qualche giorno fa avevamo discusso della necessità di dare un nome chiaro alla perdita di petrolio, citando un articolo di Dominique Browning per Daily Beast in cui la giornalista si augurava di poter trovare un nome memoribile in grado di richiamare alla mente la BP e legarla per sempre al disastro. Così come successe vent’anni fa con il disastro Exxon-Valdez. La settimana scorsa Greenpeace ha fatto un’azione che in qualche modo si prefigge lo stesso obiettivo, senza usare le parole ma le immagini. Gli attivisti dell’organizzazione hanno disegnato un logo alternativo per l’azienda britannica — un logo su cui fosse marchiato il disastro di cui è stata causa — e hanno issato una bandiera sul balcone del quartier generale della BP a Londra.
Disegna anche tu il logo della BP. Il concorso di Greenpeace per il nuovo simbolo dell'azienda responsabile della perdita di petrolio.
Entrambe le votazioni tenute oggi in Parlamento per scegliere il nuovo presidente della Repubblica non hanno ottenuto un vincitore. Per eleggere il presidente serviva una maggioranza di due terzi degli elettori, che sono in tutto 1007: al primo scrutinio Franco Marini era il candidato che godeva dell’appoggio ufficiale di PD, PdL, Lega Nord e Scelta Civica, valido in partenza 726 voti rispetto a un quorum di 672: ne ha ottenuti appena 521, pochi più della metà dei voti totali dell’assemblea. Questo ha ratificato il grande dissenso che la scelta di Marini aveva incontrato soprattutto all’interno del Partito Democratico, e messo ulteriormente in discussione la leadership di Pier Luigi Bersani e il progetto di ulteriori intese con il PdL. Stefano Rodotà, sostenuto da M5S e SEL, ha ottenuto 240 voti.
Per oggi niente Presidente. La candidatura Marini è stata affondata da estesi dissensi, ora si aspetta il quarto scrutinio: ma il PD è molto nei guai.
Una vecchia tradizione del baseball americano vuole che un ospite d’onore faccia un lancio dal “monte di lancio” prima dell’inizio di una partita particolarmente importante: il cosiddetto first pitch. La tradizione è nota nel resto del mondo soprattutto quando il primo lancio del campionato viene effettuato dal presidente degli Stati Uniti – si parla in questi casi di presidential pitch – e tutti ci tengono molto a far bella figura: a mostrarsi sicuri di sé, pronti, coordinati, e fare un lancio degno di questo nome per non apparire deboli. Il primo presidente a fare il primo lancio durante una partita di baseball fu William Howard Taft, nel 1910 a Washington: da quel momento tutti i presidenti americani hanno fatto almeno una volta un first pitch durante la gara inaugurale, l’All-Star Game o le World Series. L’autore del primo lanciò può essere però un qualsiasi “dignitario”: un ex atleta, un attore, uno sponsor. E ieri, per la partita di inizio campionato tra Washington Nationals e Chicago Cubs a Chicago, il primo lancio è toccato a Bill Murray, che è di Wilmette, un sobborgo di Chicago. Che non si è accontentato di lanciare (non un gran lancio): prima ha voluto correre lungo tutte le basi scivolando poi a terra verso casa base. Il campionato di baseball è iniziato due giorni fa con la prima partita, tra Miami e St. Louis, campioni l’anno scorso.
Il primo lancio di Bill Murray. A Chicago, per la partita inaugurale del campionato di baseball, ha fatto uno spettacolino.
Il 29 dicembre le cascate del Niagara – le più famose al mondo, tra Canada e Stati Uniti – sono parzialmente congelate. Non è raro che le cascate del Niagara ghiaccino almeno una volta ogni inverno: in questi giorni da quelle parti la temperatura è di diversi gradi centigradi sotto lo zero. Come già successo gli anni precedenti, fotografi professionisti e appassionati con un profilo Instagram hanno sfruttato l’occasione per fare belle foto, nuove. Alcune fotografie postate su Instagram
Le foto delle cascate del Niagara ghiacciate. Arrivano oggi anno quando le temperature da quelle parti vanno sotto lo zero, ma sono sempre molto belle e spettacolari.
Facebook ha introdotto una nuova versione della sua sezione “Eventi”, quella che mostra l’elenco dei compleanni dei propri amici e le iniziative cui si è deciso di partecipare. Il nuovo sistema, che sarà reso disponibile nei prossimi giorni per tutti gli iscritti, è più chiaro del precedente e permette anche di visualizzare i propri eventi all’interno di un calendario con una soluzione molto più pratica per non perdersi qualche appuntamento. L’idea di rivedere questa sezione era venuta l’anno scorso a un gruppo di dipendenti di Facebook, che la svilupparono in poco tempo nel corso di un evento dedicato alla programmazione (hackathon) del social network. Per accedere ai nuovi eventi basterà utilizzare il classico link nella colonna di sinistra, o andare direttamente a questo indirizzo: facebook.com/events.
I nuovi eventi di Facebook. La sezione è stata rivista con l'aggiunta di un calendario e di un sistema più intuitivo per non perdersi compleanni e appuntamenti.
Negli ultimi tempi diversi giornali internazionali si sono occupati della strana struttura finanziaria messa in piedi dai Radiohead, una delle più famose rock band al mondo, per gestire i loro guadagni. Gli artisti noti a livello internazionale sono soliti presiedere una o più società su cui indirizzano i soldi che guadagnano tramite i concerti, le vendite dei dischi e il merchandising. I Radiohead invece fanno una cosa un po’ diversa: da circa dieci anni creano una nuova società per ogni nuovo disco e tour collegato, gestendola in modo separato. I fan hanno imparato a capire che la creazione di una nuova società significa che l’uscita di un nuovo disco è imminente: e infatti a gennaio si è tornati a parlare di un loro presunto prossimo disco in occasione della creazione di Dawn Chorus LLP (“il canto dell’uccellino LLP”), una nuova società legata ai Radiohead (in passato il gruppo ha usato altri nomi creativi per società minori come Random Rubbish Ltd, “scemate a caso Ltd”). Ma che senso ha, dal punto di vista finanziario? È un modo per pagare meno tasse? Durante i primi anni di carriera da musicisti professionisti, i membri della band gestirono i ricavi derivanti da dischi e tour con una sola società, la Radiohead Ltd. Nel 1996, dopo i primi successi, iniziarono a diversificare il loro business, fondando società che si occupavano solo della vendita del merchandising. Nel 2003 si concluse il contratto di sei dischi che li legava alla EMI, una delle più importanti case discografiche al mondo. I Radiohead iniziarono ad applicare il loro “giochino”: nei mesi prima di pubblicare In Rainbows e King of Limbs, i loro primi due dischi senza la EMI, fondarono due società chiamate rispettivamente Xurbia_Xendless Ltd e Ticker Tape Ltd che finanziarono i due dischi “a debito”. Le due società erano praticamente vuote, con un capitale sociale di 100 sterline ciascuna: ed entrambe si indebitarono per produrre il “loro” disco, salvo poi ottenere successivamente tutti i ricavi collegati dalle vendite e dal tour promozionale.
I Radiohead hanno trovato uno strano modo per gestire i soldi. Creano una nuova società per ogni disco che fanno: è più una maniera di proteggere i guadagni passati che di pagare meno tasse.
Se n’è andata già metà gennaio. Sono ricominciate le trasmissioni con quelli che litigano in tv, ma non è ricominciato Report (a marzo), quindi tocca trovare qualcosa da fare fino a stasera, che anche a guardare le partite resta un sacco di tempo libero. Restano il cinema, un Risiko, la lettura avida degli scampoli di informazioni sull’inchiesta contro Berlusconi, o la settimanale rassegna del meglio del Post. Buona domenica. I post più letti questa settimana sono stati: 1. I figli dei cinesi, che probabilmente è stato l’articolo più ripreso e dibattuto sui media internazionali questa settimana 2. Facebook è una bolla?, sugli arditi conti intorno ai successi di Zuckerberg 3. Un nuovo nome per il PdL, progetto di wikibattesimo che ha dato frutti notevoli, e ancora aperto a tutti 4. Le 10 applicazioni “indispensabili” del Mac App Store, indispensabile primo orientamento nella novità Apple 5. I post di Jared Loughner, bella inchiesta del Wall Street Journal in cerca di comprensione della follia
Sunday Post. Tredici cose da leggere dal Post di questa settimana.
Erin Bromage è un biologo, si occupa di immunologia e insegna presso l’University of Massachusetts, Dartmouth, negli Stati Uniti. Da qualche giorno un suo articolo divulgativo dedicato alle modalità di diffusione del coronavirus ha ottenuto grandi attenzioni e apprezzamenti, compresi quelli del New York Times, per avere spiegato in modo accessibile quali siano i rischi nell’allentare le restrizioni che diversi governi hanno imposto per rallentare la diffusione del contagio. Il suo post è stato visto più di 10 milioni di volte e aiuta a farsi meglio un’idea non solo di cosa potrebbe accadere, una volta attenuate le limitazioni, ma anche del perché alcuni luoghi di aggregazione sono più a rischio di altri. Sulla base delle indagini epidemiologiche condotte in diversi paesi, sappiamo che il principale luogo di contagio sono le abitazioni, dove un infetto contagia le altre persone vivendo a stretto contatto con loro. È invece più complicato determinare con certezza come sia stata contagiata la prima persona infetta. Molti ritengono che il luogo di principale contagio possa essere il supermercato, un ambiente condiviso con molte persone e con numerose possibilità di toccare superfici che potrebbero essere contaminate. Bromage spiega invece che i dati dicono quasi sempre un’altra cosa, con diversi altri contesti più a rischio, e che dipendono dalle modalità di diffusione del coronavirus.
Come si rischia il contagio da coronavirus. Capirlo è fondamentale per decidere come e in che misura ridurre le restrizioni per tornare a lavorare, o a uscire a cena al ristorante.
L’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato l’Employment Outlook per il 2015: un rapporto sulla situazione del mercato del lavoro nei 34 paesi che fanno parte dell’organizzazione. Secondo il rapporto, il mercato del lavoro nei paesi membri sta migliorando ma la disoccupazione è ancora molto alta rispetto ai valori precedenti alla crisi, soprattutto nei paesi europei. Il tasso di disoccupazione dovrebbe diminuire nei prossimi 18 mesi, secondo le stime dell’OCSE, ma rimarrà sopra al 20 per cento sia in Grecia che in Spagna. Alla fine del 2014 la disoccupazione media dei paesi presi in considerazione era del 7,1 per cento. La situazione più preoccupante riguarda i disoccupati di “lungo periodo”: nei paesi OCSE circa 15,7 milioni di persone hanno cercato ma non hanno trovato lavoro negli ultimi 12 mesi o più. Sono più di una persona su tre tra quelle che cercano lavoro.
Cosa dice sulla disoccupazione il nuovo rapporto dell’OCSE. Nel mercato del lavoro le cose vanno meglio ma non vanno ancora bene: la disoccupazione è molto alta, soprattutto in Italia.
Tra i tanti problemi della riapertura delle scuole, avvenuta finora in 14 regioni, quello della mensa scolastica non è stato forse discusso quanto le regole sulle mascherine, la mancanza di aule e di docenti, che in molte scuole ritarderà l’inizio del tempo pieno, e i banchi con le rotelle: ma non è una difficoltà meno rilevante da risolvere. Per un certo periodo di tempo l’esistenza stessa della mensa era stata messa in discussione, finché poi non è stata assicurata a fine giugno dalle linee guida del ministero dell’Istruzione, che hanno definito il consumo del pasto a scuola «fondamentale da un punto di vista educativo e sanitario perché è sano ed equilibrato» e quindi da preservare. La complessità, anche in questo caso, sta nel garantire il distanziamento tra gli studenti che non possono indossare la mascherina – dovendo mangiare – in ambienti comuni che riuniscono più classi contemporaneamente, e nell’adeguata igienizzazione dei luoghi dove verrà consumato il pasto. Le linee guida invitavano le singole scuole a trovare «soluzioni organizzative ad hoc» che consentissero il distanziamento attraverso la gestione degli spazi e dei tempi con una serie di turni, o distribuendo la cosiddetta lunch box, una vaschetta monoporzione termosigillata con posate monouso da consumare in aula, che però andava considerata come soluzione «possibile e residuale», qualora non vi fossero alternative.
Come ripartono le mense a scuola. Le cose da sapere tra lunch box, turni in refettorio e pasti in aula.
È uscito per l’editore BAO Publishing La generazione, il nuovo graphic novel di Flavia Biondi. Il libro è incentrato sulle difficoltà dei rapporti familiari e della vita di provincia: racconta la storia di Matteo, un ragazzo che torna nel paese in cui è nato dopo tre anni passati a Milano, e dei suoi tentativi di accettarsi e farsi accettare di nuovo. Flavia Biondi è nata nel 1988 e ha già pubblicato diversi libri, tra cui Tenebre, insieme a Francesco de Stena, e L’orgoglio di Leone, edito da Ren books. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Un po’ di tavole di “La generazione”. Una storia sulle difficoltà della vita di provincia nel nuovo graphic novel di Flavia Biondi, edito da BAO Publishing.
Google ha aggiunto questo mese al suo sterminato patrimonio di immagini del mondo accessibile su Google Maps nuove riprese dall’alto di alcune città americane e di Roma, nella cosiddetta modalità “45°” che permette di vedere i luoghi dal cielo in una prospettiva a volo d’uccello. Ci si possono passare ore, a svolazzare sopra le case, i giardini e i monumenti della città: abbiamo raccolto un po’ delle vedute più belle. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Volare su Roma (foto). Le belle immagini delle nuove vedute aeree di Google Maps.
Durante la registrazione della trasmissione di Giovanni Floris DiMartedì, l’ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ha parlato di chi potrebbe essere il candidato a presidente del Consiglio del PD in caso di elezioni anticipate. Renzi ha detto che “tendenzialmente” sarà il presidente del Consiglio dimissionario Paolo Gentiloni. Tendenzialmente sarà Gentiloni, specie se si voterà presto, naturalmente non voglio tirarlo per la giacchetta.
Renzi dice che se si vota presto Gentiloni sarà il candidato a presidente del Consiglio del PD. Ma dice che non vuole «tirarlo per la giacchetta».
Esattamente 25 anni fa, il 9 novembre 1989, accadde uno degli eventi più importanti della storia del Ventesimo secolo: la caduta del Muro di Berlino, che segnò la fine di uno dei più importanti simboli della divisione del mondo tra est e ovest. La caduta del Muro di Berlino fece anche capire a tutto il mondo che oramai i regimi comunisti dell’Europa orientale avevano i giorni contati. Quel giorno, per la prima volta dal 1961, quando il Muro venne costruito, decine di migliaia di abitanti della parte orientale della città si riversarono in quella occidentale. Gli incredibili avvenimenti del 9 novembre 1989 furono causati da due eventi quasi fortuiti e imprevedibili: l’errore di un ministro della Germania orientale durante una conferenza stampa e il buon senso di una guardia di frontiera. La conferenza stampa Il Wall Street Journal ha scritto che la caduta del muro di Berlino è forse uno dei pochi eventi nella storia che non furono soltanto raccontati, ma in una certa misura causati dai giornalisti. Furono quattro giornalisti, infatti, a mettere alle strette un importante funzionario della Germania orientale. Le loro domande lo misero così tanto sotto pressione e lo mandarono in una tale confusione che il funzionario fece un annuncio storico, e completamente sbagliato. In quel momento la situazione per il governo della Germania Est (la cosiddetta Repubblica Democratica Tedesca o DDR) non era per niente facile: da mesi erano in corso grandi proteste contro il regime comunista. Nella Germania orientale, all’epoca, non c’era democrazia o libertà di parola. L’economia era stagnante e in difficoltà oramai da decenni. Nell’ottobre del 1989, a Lipsia, in Germania Est, erano scese in piazza circa 250 mila persone: fu un avvenimento di grande portata, visto che in pratica nei precedenti quarant’anni non si erano viste manifestazioni con più di una decina di persone.
Il giorno della caduta del Muro di Berlino. Il racconto della giornata di 25 anni fa in cui quattro giornalisti e una guardia di frontiera cambiarono la storia di un'intera nazione.
L’azienda di moda statunitense Tommy Hilfiger (si pronuncia così) ha messo in vendita la sua prima collezione di abbigliamento per adulti disabili, chiamata “adaptive collection” e disegnata per la primavera 2018. Due anni fa ne aveva proposta una per bambini disabili e aveva annunciato la versione per adulti nell’ottobre scorso, con 37 modelli maschili e 34 femminili. I vestiti hanno cuciture e cerniere più facili da aprire e bottoni magnetici per sfilarli più facilmente o vestirsi con una mano sola; i pantaloni hanno chiusure in velcro, aperture e orli regolabili per le protesi di braccia e gambe. Al momento la collezione è disponibile solo negli Stati Uniti, dov’è considerato disabile circa il 20 per cento della popolazione ha una qualche forma di disabilità, fisica o mentale; nonostante questo le aziende che offrono vestiti adatti e alla moda sono pochissime. Per la campagna pubblicitaria hanno posato alcune importanti figure del mondo disabile statunitense: l’atleta paralimpico e medaglia d’oro olimpica Jeremy Campbell con un paio di jeans con orlo magnetico che si aggiusta facilmente sulle protesi, la blogger Mama Caxx con un trench dalle chiusure magnetiche, la ballerina paraplegica Chelsie Hill con un vestito a righe dal collo regolabile, e il 18enne chef autistico Jeremiah Josey.
La prima collezione di Tommy Hilfiger per disabili. Con orli regolabili e chiusure magnetiche, sponsorizzata da atleti paralimpici e famose ballerine paraplegiche.
Su Repubblica di oggi Concita de Gregorio spiega perché la sentenza con cui sono stati condannati tutti i 25 agenti e funzionari di polizia processati per le violenze della scuola Diaz al G8 di Genova, è insufficiente a rimediare a quello scandalo. Principalmente perché arriva undici anni dopo i fatti e perché non condanna i mandanti della “macelleria messicana”. Troppo tardi e troppo poco. È per queste due ragioni che non si riesce a sentirsi davvero al sicuro, al riparo di una solida e limpida democrazia. È per questo che la sentenza della Cassazione sulla Diaz genera sollievo, sì, perché una pagina di verità è stata scritta e certo assai peggio sarebbe stata un’assoluzione generale. Ma non basta, non riesce a ripristinare quella forse ingenua ma formidabile e condivisa sensazione di libera cittadinanza, di fiducia nel rispetto delle regole fondamentali, di possibilità di esprimersi e di manifestare consenso o dissenso che c’era prima. Prima di Genova, perché come le torri gemelle hanno segnato uno spartiacque per il mondo intero, il G8 ha scandito, in Europa, un prima e un dopo. Oggi la tenacia del sostituto procuratore Pietro Gaeta restituisce agli italiani una stilla di giustizia, ed è un’ottima notizia che qualcosa sia cambiato nel Paese e si possa ricominciare a farlo.
«Troppo tardi e troppo poco». La sentenza sulla scuola Diaz "non basta", scrive Concita De Gregorio su Repubblica.
Lo scorso giovedì, poco prima delle 23, un gruppo di ragazzi in ordine e ben vestiti sulla ventina, a zonzo nel ricco quartiere di Rittenhouse a Philadelphia, ha urlato alcune offese omofobe contro due uomini prima di picchiarli e mandarli entrambi all’ospedale. Quattro giorni dopo la polizia di Philadelphia ha pubblicato su YouTube il video di una telecamera di sorveglianza che mostrava il gruppo di assalitori. Poche ore dopo un utente anonimo su Twitter, nickname @FanSince09, ha annunciato di avere rintracciato gli autori dell’attacco… facendo ricerche e indagini soltanto sui social network.
Risolvere un crimine grazie ai social network. A Philadelphia un utente di Twitter ha aiutato la polizia a trovare alcuni sospettati di un assalto omofobo indagando soltanto online.
La tradizione del messaggio natalizio del sovrano britannico risale al 1932. Il 25 dicembre di quell’anno, in un piccolo studio radiofonico temporaneo installato in due stanze della tenuta reale di Sandringham, l’allora re Giorgio V cominciò a leggere un breve discorso – sarebbe durato due minuti e mezzo – che cominciava così: “I speak now from my home and from my heart to you all” (“Sto parlando dalla mia casa e dal mio cuore a voi tutti”). Il testo era dello scrittore Rudyard Kipling, l’autore di Kim e del Libro della Giungla. Da allora, con pochissime eccezioni, nel giorno di Natale il re o la regina tengono un breve discorso indirizzato al Regno Unito e ai paesi del Commonwealth. Inizialmente era un messaggio radiofonico, ma dal 1957 si decise di passare al nuovo mezzo di comunicazione che si era rapidamente diffuso in tutto il mondo: la televisione. Il primo sovrano britannico – e finora l’unico – a mandare un messaggio televisivo in occasione del Natale fu l’allora 31enne Elisabetta II, che nel 1957 aveva festeggiato il suo quinto anno di regno. Nel 2013, Elisabetta II ha compiuto 87 anni ed è arrivata al 61esimo da regina, senza mancare un solo messaggio di Natale. E scorrendo le foto degli ultimi anni sembra che per Elisabetta II il tempo si sia fermato o sia trascorso molto al rallentatore: stessa posa con le mani giunte in grembo salvo una rara eccezione, occhiali per leggere meglio dal gobbo e gli immancabili abiti color pastello, col blu che vince su tutti.
Gli auguri della regina. Quelli televisivi di Elisabetta II del Regno Unito, sempre uguali e sempre diversi nella splendida cornice, indeed.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 12.965 casi positivi da coronavirus e 226 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 20.903 (620 in meno di ieri), di cui 2.522 nei reparti di terapia intensiva (61 in meno di ieri) e 18.381 negli altri reparti (559 in meno di ieri). Sono stati analizzati 187.021 tamponi molecolari e 191.181 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 6,5 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,4 per cento. Nella giornata di venerdì i contagi registrati erano stati 13.446 e i morti 263.
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, sabato 1 maggio.
Il tribunale di Palermo ha ordinato a Glovo, la società di consegne, di reintegrare come dipendente a tempo indeterminato un rider che era stato disconnesso dalla app online che smista gli ordini. Il rider si chiama Marco Tuttolomondo, ha 49 anni ed è di Palermo. Secondo un’intervista data a Repubblica, Tuttolomondo era stato bloccato dalla app per i rider una prima volta a marzo, e poi una seconda volta dopo che, a suo dire a causa di un problema tecnico, non aveva versato i soldi delle consegne di una giornata, che ha poi versato due giorni dopo. Senza l’app, un rider non può lavorare. Siccome Glovo non ha rimosso il blocco della app per alcune settimane, Tuttolomondo ha dapprima diffidato l’azienda, poi si è rivolto al tribunale di Palermo, con la consulenza e il sostegno della Cgil locale. Secondo il sindacato, il blocco del rider sarebbe stata una ritorsione contro il fatto che Tuttolomondo nei mesi scorsi aveva protestato contro le cattive condizioni di lavoro dei rider, partecipando anche a una trasmissione su una tv locale.
Una giudice del lavoro di Palermo ha ordinato a Glovo di assumere un rider a tempo indeterminato.
Da qualche ora Gmail ha una nuova grafica e soprattutto alcune nuove funzionalità, che cambiano diverse cose del servizio per la posta elettronica di Google. Le novità interessano la versione per browser di Gmail e saranno messe a disposizione di tutti gli utenti nel corso delle prossime settimane: se non notate ancora nulla di diverso non preoccupatevi, non siete stati esclusi; Gmail ha circa 1,4 miliardi di account attivi, quindi Google ha preferito procedere per gradi. Le novità sono state comunicate ufficialmente dall’azienda statunitense mercoledì, ma erano state in parte anticipate nei giorni scorsi. Oltre alla grafica rinnovata, il nuovo Gmail consente di inviare email che scadono e di aumentare la sicurezza della propria corrispondenza. Email che scadono Il nuovo Gmail dà la possibilità di impostare una data di scadenza per un messaggio email, se per esempio contiene informazioni molto riservate e che si preferisce non siano memorizzate sul computer del ricevente. Il contenuto dell’email non viene mai tecnicamente inviato: la persona cui si è scritto riceve un link che rinvia alla email vera e propria, che continua a esistere solo nella propria casella di posta elettronica. Se mittente e ricevente usano entrambi Gmail il servizio è praticamente invisibile, mentre se chi riceve il messaggio utilizza altri servizi di posta può accedere al contenuto tramite una connessione protetta. Il mittente può decidere in qualsiasi momento di non rendere più disponibile l’email, anticipando quindi la sua scadenza.
Com’è fatto il nuovo Gmail. Dalle email che scadono alla nuova grafica: le novità da poco presentate da Google per la sua posta elettronica.
Il regista Rian Johnson – che ha diretto, fra gli altri, Looper e Brick – è molto attivo su Twitter e lo usa per coinvolgere i fan nelle sue produzioni. Johnson ha diretto anche Ozymandias, il quattordicesimo episodio della quinta stagione di Breaking Bad, l’ultimo andato in onda finora, domenica 15 settembre. Lunedì 16 settembre Johnson ha diffuso su Twitter alcune foto scattate sul set della puntata (girata nel deserto), e Slate le ha messe insieme in un articolo. Per chi è in pari e ha già visto l’ultimo episodio le foto vanno bene, per gli altri contengono blandi spoiler.
Foto dal set di Breaking Bad. Le ha pubblicate su Twitter il regista del terzultimo episodio: attori, troupe, riprese e piccoli spoiler per chi non è in pari.
A Dallas, in Texas, polizia e FBI stanno indagando su un attacco hacker che la mattina di sabato 8 aprile ha portato le 156 sirene di emergenza della città ad accendersi e suonare a intervalli regolari per circa 90 minuti. Il sistema di solito viene attivato quando è previsto il passaggio di una grande perturbazione o di un tornado, in modo da allertare per tempo la popolazione e invitarla a trovare riparo in un posto sicuro, ma per la mattina di sabato non erano previsti né forti temporali né tanto meno trombe d’aria. Domenica l’amministrazione cittadina aveva parlato di un banale malfunzionamento del sistema, ma lunedì ha invece attribuito la causa a un attacco hacker, condotto contro il sistema di emergenza non adeguatamente protetto. Sentendo gli allarmi, più di 4mila persone hanno telefonato al numero di emergenza 911 per avere informazioni. Il city manager di Dallas, T.C. Broadnax, ha spiegato che secondo le prime ricostruzioni l’attacco non è stato condotto tramite particolari software o Internet, ma sfruttando segnali radio. Per motivi di sicurezza le sirene di emergenza non sono collegate a Internet, dove potrebbero essere facilmente raggiungibili da utenti malintenzionati, e comunicano con un centro di controllo attraverso le onde radio. Quando è necessario accenderle, il centro di controllo invia uno specifico segnale radio, di solito diverso per ogni sirena, che attiva il dispositivo; lo stesso avviene, con un segnale diverso, quando si vuole disattivare l’allarme. Queste comunicazioni radio sono di solito criptate, proprio per evitare interferenze esterne, ma a quanto pare a Dallas il sistema era aperto senza adeguati sistemi per mascherare le trasmissioni.
A Dallas 156 sirene di emergenza sono state attivate da un attacco hacker. Polizia e FBI stanno indagando sull'improvvisa accensione dell'allarme di sabato, resa possibile dagli scarsi sistemi di sicurezza adottati dalla città.
Gawker Media, la società proprietaria di molti popolari siti di news statunitensi, tra cui il più famoso è lo stesso Gawker, ha annunciato di avere chiesto lo stato di bancarotta per beneficiare delle agevolazioni di legge relative. La decisione segue un agguerrito confronto legale di cui si è parlato molto nei mesi passati: Gawker era stato denunciato da Hulk Hogan – un famoso ex wrestler – per la diffusione di un video in cui lo si vedeva in un rapporto sessuale con la moglie di un suo amico. Una sentenza dello scorso marzo aveva già condannato Gawker a pagare un risarcimento di 115 milioni di dollari, ma ulteriori cause devono essere definite. La storia era diventata tema di un ulteriore e più esteso dibattito quando si era scoperto che alle spese legali di Hogan aveva contribuito un noto e ricco imprenditore del business digitale, Peter Thiel, intenzionato a mettere in difficoltà Gawker in conseguenza delle pratiche giornalistiche molto aggressive e diffamatorie del sito. Secondo Reuters la società di Gawker è stata messa in vendita e ci sono delle trattative con la società editoriale Ziff Davis LLC: nella richiesta di stato di bancarotta Gawker sostiene che la società varrebbe tra i 50 e i 100 milioni di dollari, e che le penali che la riguarderanno possono andare dai 100 ai 500 milioni,
Gawker ha dichiarato bancarotta. In seguito alla condanna nel processo contro Hulk Hogan: la società sarà probabilmente venduta.
Circa dieci giorni fa nelle strade di New York sono state molto fotografate alcune persone che indossavano una pettorina arancione con scritto “Seeing Eye Person”. Il loro compito sembrava quello di “guidare”, tramite una corda legata alla pettorina, i newyorchesi che camminano per la città scrivendo messaggi, permettendo loro di non andare a sbattere, pur senza alzare lo sguardo dal loro smartphone. Le loro foto, fatte da passanti sorpresi, sono girate molto, e qualcuno aveva ipotizzato che l’iniziativa fosse stata organizzata dal gruppo di artisti ImprovEverywhere. Sul loro sito, infatti, è stata pubblicata martedì la conferma del loro coinvolgimento e qualche informazione in più su come è stata organizzata l’azione e sul senso della cosa.
Gli autisti per pedoni a New York. La storia di chi si è inventato le guide per chi cammina senza alzare lo sguardo dagli smartphone.
Il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, del Partito Democratico, ha pubblicato sullo Huffington Post un commento alle decisioni del Consiglio dei ministri di mercoledì 28 agosto, in cui le definisce “un compromesso utile” ma distingue anche tra “parti giuste” e “parti sbagliate” dei provvedimenti approvati dal governo di cui lui stesso fa parte. Il dettagliato e articolato parere di Fassina è una anomalia piuttosto teatrale e rappresentativa della più grande anomalia della composizione di questo governo (“di compromesso”, spiega Fassina): in questo caso un membro del governo spiega una legge dicendo cosa ha di buono e cosa ha di cattivo, facendo convivere in se stesso maggioranza e opposizione, ministro ed esponente di partito critico. L’intento di Fassina è anche di dimostrare che una “tassa sulla prima casa” resterebbe in vigore con la “Service tax”, ma il suo argomento suona un po’ instabile. Ieri, come nei provvedimenti dei mesi scorsi e come speriamo negli atti a venire, il governo Letta ha raggiunto un compromesso utile all’Italia su alcune emergenze economiche e sociali del Paese. È un compromesso perché il governo Letta è un governo di compromesso tra due forze politiche che sono e rimangono alternative per valori, programmi e interessi materiali rappresentati.
Come la vede Fassina. Il viceministro dell'Economia ha scritto il suo parere su cose giuste e cose sbagliate approvate dal governo di cui lui stesso fa parte.
Era il 1970, il giorno dopo la morte di Jimi Hendrix, e 1500 persone pagarono una sterlina per piantare la loro tenda e assistere a due giorni di concerti: suonavano Marc Bolan, Keith Christmas, gli Stackridge, Al Stewart, i Quintessence. Il latte fresco era offerto dall’organizzazione. Il primo anno si chiamava Pilton Pop, Blues & Folk Festival, nel ’71 è diventato Glastonbury Fair, più grande, gratuito, con un grande palco a forma di piramide e organizzato nella campagna inglese durante il periodo del solstizio d’estate: in poche parole, più simile a quello che è ora il Glastonbury Festival of Contemporary Performing Arts, meglio noto come Glastonbury Festival, il più importante festival musicale europeo. In oltre quarant’anni di storia, il Glastonbury ha avuto parecchie edizioni degne di nota oltre a quella già citata del 1971. Sette anni dopo, per esempio, non era stato organizzato alcun concerto: ma un gruppo di hippie che aveva appena festeggiato il solstizio a Stonehenge, aspettandosi di trovarlo, montò un piccolo palco improvvisato e organizzò un mini-festival su due piedi, attirando la partecipazione di quasi cinquecento persone.
Cosa succede a Glastonbury. La storia e le foto del festival musicale più affollato d'Europa.
Art of the Title esiste dal 2007 ed è un sito dedicato alla raccolta e all’analisi dei titoli di testa (e di coda) di film, serie, programmi tv, videogiochi e, in generale, ogni cosa che possa avere titoli di testa e di coda. Come ogni anno Art of the Title ha fatto la classifica dei migliori dieci titoli del 2016: una cosa per appassionati – gente come il protagonista di Santa Maradona o come l’Alvy Singer di Io e Annie, che si rifiuta di vedere un film perché si è perso i titoli di testa e l’esperienza di visione non potrebbe essere completa – ma anche per chi spesso non ci fa caso (binge watching e titoli di testa non vanno molto d’accordo).
I 10 migliori titoli di testa (e di coda) del 2016. Scelti dagli appassionati che curano il sito di riferimento sul tema: sono brevi, sono belli e magari vi fanno venire voglia di andare oltre.
Pierluigi Battista, commentatore del Corriere della Sera e abitualmente severo critico della sinistra italiana, oggi ha scritto un articolo che distrugge la storia e la politica del PdL, descrivendo con grande accuratezza ciascuno dei suoi fallimenti. Ma l’articolo è interessante per un più esteso motivo di dibattito, che è: quanto delle promesse che oggi Battista dice deluse era realmente plausibile diciassette anni fa quando arrivò Silvio Berlusconi, e quanto fu invece un miope investimento di parte degli intellettuali italiani che misero su spalle palesemente inette il loro desiderio di una politica di centrodestra moderna? Quel desiderio era senz’altro legittimo, ma poteva davvero crescere intorno al nuovo partito di Berlusconi? Al Post pensiamo di no, ma la discussione – stando alla larga dagli autocompiacimenti del “se ne accorgono ora?” e “io l’avevo capito subito” – deve servire a capire quanto sia pesato l’accecamento anticomunista di parte degli intellettuali italiani (e quanto pesi ancora oggi il fastidio per “una certa sinistra”) nel far loro guardare con favore e indulgenza un progetto la cui mediocrità e inaffidabilità è tutta descritta oggi da Battista. Chi si stupisce dei «toni» sconsideratamente aggressivi delle (perdenti) campagne elettorali del centrodestra non riesce ad ammettere che proprio questo è diventato il centrodestra al termine di una lunga e inarrestabile mutazione genetica. L’immagine del suo stato maggiore con il bavero traboccante di onorificenze di regime sta oramai allo «spirito del ’ 94» come le parate dei papaveri della gerontocrazia castrista all’Avana stanno alla generosa e scalcagnata epopea dei barbudos combattenti nella Sierra Maestra. Ogni afflato liberista si è spento nei dogmi di un neo-statalismo invasivo, dirigista, sfrenatamente spartitorio. Le invettive surreali di Giovanardi contro i «femminielli» e la pubblicità pro-gay dell’Ikea hanno seppellito ogni residuo libertario. L’estromissione del reprobo Fini decretata in una riunione estiva a porte chiuse da un’oligarchia frettolosamente convocata nella residenza del Capo, ha posto una pietra tombale su ogni traccia di spirito liberale. La rivolta contro le tasse ha perso gli artigli: ora l’obiettivo non è la drastica e liberatoria diminuzione del carico fiscale, ma il decentramento (il «federalismo fiscale» ) degli esattori che esigono tributi altrettanto esosi. La guerra culturale contro l’egemonia della sinistra si è irrigidita nell’istituzione di kommissioni governative appositamente concepite per la censura preventiva dei libri scolastici o nella promozione di fiction televisive sul Barbarossa sanamente disertate al botteghino. «Liberalizzazione» è diventata una brutta parola, la «privatizzazione» addirittura un difetto attribuito alla sinistra. Il garantismo è solo per uno, o per i pochi che si stringono attorno all’uno. Per il resto, giustizialismo feroce, speranza nella demolizione giudiziaria del nemico, devastazione dell’altrui privatezza proprio quando si invoca, giustamente, il principio della riservatezza e si denuncia l’irruzione dello Stato nella privacy.
Gli intellettuali anticomunisti che credettero in Berlusconi. La spietata critica di oggi di Pigi Battista racconta molto dell'eccessivo credito dato al berlusconismo.
Entriamo in una settimana politicamente intensa, vista la verifica parlamentare che attende il governo: e forse sarà anche l’ultima prima che la politica italiana vada in vacanza e comincino le inutili polemiche da ombrellone, quelle che non cambiano niente di una virgola e ci regalano interviste a ministri e deputati dalle più disparate località turistiche e balneari. Di cose ne succedono ancora parecchie, però, in Italia e nel resto del mondo: e quindi c’è anche molta roba interessante da scrivere e da leggere. Prima di passare alla lista degli articoli, un promemoria: tra venerdì e sabato abbiamo avuto qualche problema col Post, che per alcuni è risultato lento o inaccessibile. Se vi succede, svuotate la cache del browser e fate logout per far migliorare le cose: noi intanto lavoriamo per rimediare. Ciao, grazie. – Il bacio in mezzo alla sommossa, la foto della settimana ma forse, per adesso, la foto dell’anno – I nuovi font del Corriere della Sera, la novità grafica introdotta dal più venduto quotidiano italiano – Chiedetelo ai precari, dove il vicepresidente del PD, Ivan Scalfarotto, sprona il suo partito a cambiare linea su come riformare il mercato del lavoro – Le quattro novità di Google, dalla ricerca con immagini alla ricerca vocale – Lo spot di Internazionale rifiutato dalla RAI: si può dire fottuto alla radio? Nemmeno con un bip?
Sunday Post. Le tredici cose più lette sul Post di questa settimana.
Diego Bianchi, più noto come Zoro, compie oggi 50 anni. Bianchi è una di quelle persone che nella vita ha fatto tantissime cose – giornalista, blogger, scrittore, conduttore, autore, editorialista, regista e forse ce ne dimentichiamo qualcuna – ma risultando sempre riconoscibile in ogni sua declinazione. Molti oggi lo conoscono per Propaganda Live, il programma di buon successo che conduce da due anni su La7, ma Bianchi faceva Zoro già da molto tempo, prima sui blog, poi su YouTube, poi ancora in Rai, ma anche in varie altre forme. Bianchi iniziò a guadagnarsi una certa fama online con il suo blog – La Z di Zoro – soprattutto quando iniziò a scrivere dei riassunti comici delle puntate del Grande Fratello, che poi diventarono dei video pubblicati per Excite, una società che forniva vari servizi online nei primi anni di diffusione di Internet, di cui Bianchi era responsabile dei contenuti.
Zoro ha cinquant’anni. In molti lo conoscono per Propaganda Live, ma Diego Bianchi fa cose notevoli ormai da un decennio (e auguri).
Nell’ultima settimana tutti i principali giornali si sono occupati molto del nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi e in particolare della sua giunta. Secondo diversi articoli – del genere “retroscena”, quindi da prendere con molta cautela – Raggi sta facendo fatica a scegliere i suoi assessori e collaboratori a causa delle divisioni e degli scontri interni al Movimento 5 Stelle (anche se di nomi se ne sono fatti parecchi). I giornali si sono concentrati su due aspetti in particolare. Il primo è la lentezza nel formare la giunta, che quasi 20 giorni dopo le elezioni non è ancora pronta: quella della sua collega Chiara Appendino a Torino è stata nominata già la scorsa settimana, quella di Giuseppe Sala a Milano ancora prima. Il secondo aspetto è la nomina di alcuni collaboratori da parte di Raggi, che sarà probabilmente costretta a ritrattare. Almeno sul primo punto, non c’è ancora molto da dire: nominare la giunta del comune di Roma non è mai semplice e non lo è in particolare per il Movimento 5 Stelle, che si trova alla sua prima importante prova al governo di una grande città, sotto osservazione di una stampa non sempre amichevole. I tempi che Raggi sta impiegando per scegliere la sua squadra non sono particolarmente lunghi: nel 2013 Ignazio Marino presentò i suoi assessori il 26 giugno, 17 giorni dopo il ballottaggio. Dall’altra parte, però, Raggi aveva annunciato “un’imminente” presentazione della giunta fin dai giorni del primo turno, lo scorso 5 giugno. In questi giorni è stato fissato un nuovo termine e diversi esponenti del Movimento hanno detto che sarà sicuramente rispettato: giovedì 7 luglio, quando si riunirà il consiglio comunale (altrimenti il 12, in caso di rinvio). Appendino a Torino ha già nominato la sua giunta e ne ha già presieduto la prima riunione. Alessandro Di Battista, membro del direttorio e uno dei leader più visibili del Movimento 5 Stelle, ha commentato dicendo che «Roma non è Torino».
Il travagliato inizio di Virginia Raggi. Non ha ancora scelto la giunta e il "comitato di controllo" del Movimento 5 Stelle vuole che revochi le uniche due nomine che ha già fatto.
In un editoriale sulla prima pagina di sabato del Giornale, il direttore Alessandro Sallusti si dice preoccupato per le implicazioni di un episodio di razzismo riportato ieri dalle cronache italiane, di cui si è resa responsabile una militante della Lega che si è dichiarata grande sostenitrice di Matteo Salvini. Sallusti, che dirige il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, commenta a valle di un incontro politico che ieri sembra avere mostrato un riavvicinamento possibile tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, e rispetto a questo chiede con una certa nettezza a Salvini che non si faccia più promotore – volente o nolente – di atteggiamenti e inclinazioni di questo genere tra i suoi sostenitori: mostrando di pensare che gli episodi di razzismo siano conseguenza dell’applicazione del “verbo del Capitano”. Sabato pomeriggio, Salvini ha poi definito «una cretina» la militante della Lega in questione. Un partito, qualsiasi partito, dovrebbe denunciare, politicamente ma forse anche giudiziariamente, chi sostiene tesi idiote, oltre che razziste, issando la sua bandiera. Altrimenti è legittimo il dubbio che la signora non stia millantando, ma che, in effetti, siamo di fronte a una leghista salviniana che sta applicando alla lettera il verbo del Capitano
Sallusti chiede a Salvini di disconoscere i razzisti. Al direttore del Giornale dei Berlusconi può andare che Salvini diventi il capo del centrodestra, ma con qualche limite.
Il prossimo 5 giugno ci saranno in Italia le elezioni amministrative. Andranno a votare quasi tutti i principali comuni italiani: Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. In tutto dovranno eleggere il sindaco e il consiglio comunale 1.368 comuni, tra cui 26 capoluoghi di provincia. Si voterà in in un solo giorno, dalle ore 7 alle 23. Il turno di ballottaggio è previsto per il 19 giugno. Abbiamo raccolto candidati, schieramenti e qualche storia dei 13 comuni con più di 100 mila abitanti che andranno al voto il 5 giugno (e abbiamo incluso anche Bolzano, dove si è votato l’8 maggio). Uno degli elementi che emergono in generale con maggiore chiarezza è la divisione del centrodestra, che in moltissime città si presenta diviso: Forza Italia e NCD da un lato, Lega Nord con Fratelli d’Italia dall’altro. Secondo i sondaggi, che vanno sempre presi con una certa cautela, la candidata favorita nella capitale è Virginia Raggi del M5S, con circa il 27-30 per cento dei consensi. Raggi ha 37 anni, è laureata in Giurisprudenza e ha fatto pratica di avvocato nello studio di Cesare Previti. Il candidato del PD Roberto Giachetti, che ha vinto le primarie all’inizio di marzo, è dato a pochi punti di distanza. Sinistra Italiana e altre formazioni di sinistra radicale appoggiano invece il deputato ed ex vice ministro dell’Economia Stefano Fassina.
Guida alle elezioni amministrative. Dove si vota il 5 giugno, chi sono i candidati e che aria tira (il centrodestra è diviso quasi ovunque, il M5S in alcune città non si è presentato).
19.26 Torniamo solo per una cosa rapida: l’astenuto è Luca Barbareschi. Fabio Granata subito precisa che si è astenuto “per errore”. Tra poco comincia il Consiglio dei ministri straordinario sul federalismo. 19.02 La seduta è tolta: è tolto anche il nostro liveblogging.
Niente perquisizione per Berlusconi. La Camera respinge la richiesta presentata dalla procura di Milano: 315 favorevoli, 298 contrari.
Mike Bongiorno è considerato uno dei padri fondatori della televisione italiana. Nella sua carriera, durata più di 50 anni, Bongiorno ha fatto parte delle vite di milioni di italiani, dal secondo dopoguerra ai primi anni del nuovo millennio. Anche per questo è ricordato dai più, con affetto, con sobrio distacco o moderato fastidio. Bongiorno morì l’8 settembre di dieci anni fa, segnando la fine di un’era geologica della televisione, che aveva visto oltre a lui altri protagonisti come Corrado e Raimondo Vianello. Abbiamo messo insieme 25 cose per ricordarlo, e per ricordare anche qualcosa di noi. 1. Mike Bongiorno era nato a New York il 26 maggio del 1924 da una famiglia italoamericana, il padre era siciliano e la madre di origini torinesi. Quando nel 1929 i genitori si separarono, complice il periodo della crisi economica, Bongiorno tornò in Italia con la madre che si stabilì a Torino.
25 cose su Mike Bongiorno. Storia e storie del conduttore più famoso della televisione italiana, dalla staffetta partigiana ai suoi innumerevoli quiz, per ricordarlo oggi a dieci anni dalla morte.
A molti sarà capitato almeno una volta di ricevere una email che si concludeva con un lungo messaggio in cui si comunicava al destinatario la natura personale delle informazioni contenute, e lo si avvertiva di distruggerla e di avvisare il mittente nel caso in cui fosse stata inviata per errore. Questi messaggi, chiamati in gergo tecnico disclaimer, non servono a niente. I disclaimer contengono formulazioni spesso diverse tra loro, ma condividono lo stesso contenuto. Iniziano facendo riferimento al decreto legislativo 196/03 (il Codice in materia di protezione dei dati personali) o al Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (General Data Protection Regulation, GDPR), e continuano poi più o meno così:
I disclaimer legali dentro le email non servono a niente. Non c'è nessuna legge che imponga di inserirli, e nessuna utilità dal punto di vista legale, ma lo fanno moltissimi comunque.
Nella notte tra martedì e mercoledì, intorno alle 3, è bruciato un camper parcheggiato in zona Casilino, nel quartiere di Centocelle, nella periferia sud est di Roma. Una donna di 20 anni e due bambine di 4 e 8 anni sono morte: si chiamavano Elisabeth, Francesca e Angelica Halinovic, ed erano sorelle. Tutte e tre erano di etnia rom, e vivevano nel camper insieme ai due genitori e ad altri otto tra fratelli e sorelle: nel momento dell’incendio nel veicolo i genitori non c’erano, mentre le altre persone sono riuscite a scappare o sono state salvate dai vigili del fuoco. Mercoledì la procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio volontario e rogo doloso, dopo aver acquisito un video in cui, scrivono i giornali, si vede una persona avvicinarsi al camper e tirare una bottiglia incendiaria. Al momento, scrive Repubblica, «gli investigatori escludono la pista dell’odio razziale: l’ipotesi per ora più accreditata, anche alla luce di alcune testimonianze, è quella di una vendetta maturata in ambienti nomadi». Il Messaggero scrive anche che sul posto, il parcheggio di un centro commerciale, sono state trovate tracce di liquido infiammabile. Alcuni testimoni hanno raccontato che venerdì scorso era andato a fuoco un altro camper, però vuoto. Quello bruciato ieri notte, secondo un residente, era lì da qualche settimana, forse qualche mese.
Le sorelle rom bruciate vive a Roma. Avevano 4, 8 e 20 anni ed erano con la famiglia nel camper in un parcheggio a Centocelle: la procura sta indagando per omicidio volontario.
Il Wall Street Journal scrive che i prezzi del caviale sono sempre più bassi per l’arrivo nel mercato internazionale del caviale prodotto in Cina. Il caviale – cioè le uova estratte dallo storione femmina, lavorate e salate – è considerato una rarità e una prelibatezza; le uova provengono tradizionalmente da pesci che vivono nel Mar Nero e nel Mar Caspio (ma c’è una grande tradizione anche in Italia) da cui si produce il pregiato caviale russo e persiano. In queste regioni però anni fa il bracconaggio e la pesca eccessiva portarono gli storioni sull’orlo dell’estinzione, e dal 1998 un trattato internazionale stabilisce le quote di caviale che ogni paese può commerciare legalmente di anno in anno. Oggi la maggior parte del caviale proviene da allevamenti in fiumi, laghi o vasche, in tutto il mondo. Nuovi paesi hanno iniziato a occuparsene vista la domanda crescente, e tra questi c’è la Cina, che è diventata tra i più grandi produttori di caviale finendo per influenzarne il costo in tutto il mondo.
Perché il caviale costa sempre meno. È arrivato quello cinese, che sta cambiando il mercato.
Era una bellezza speciale e diversa, quella di Barbara Stanwyck: adulta, elegante ma anche un po’ storta, un naso non da catalogo di pin-up, ma tutto intorno sì, compreso il biondo d’ordinanza. Era speciale in un sacco di cose, si prese quattro nomination all’Oscar tanto era speciale, e nel 1944 il fisco americano sancì che fosse la donna più pagata degli Stati Uniti (e veniva da una famiglia spiantatissima, in cui era nata nel 1907, e rimasta orfana prestissimo). Cominciò coi teatri newyorkesi, e poi fece più di ottanta film tra il 1927 e il 1964, con grandissimi registi tra cui Cecil B. De Mille, Fritz Lang e Frank Capra: il più famoso di tutti è probabilmente La fiamma del peccato di Billy Wilder (poi ci sono Il terrore corre sul filo, Colpo di fulmine, I marciapiedi di New York, tra gli altri: e il Titanic del 1953). Fece spesso personaggi di donne che la sapevano lunga e te lo facevano capire – per colpa di qualche acciacco della vita – trattando i loro interlocutori maschi con un misto di sufficienza e complicità. Lei, invece, era adorata: Frank Capra una volta disse che sapeva farsi così benvolere che “vincerebbe la gara di popolarità a Hollywood a mani basse”, malgrado sia sempre stata nota per un carattere forte e opinioni estese e articolate sul cinema e la società americana.
Barbara Stanwyck, personaggio. 25 anni fa oggi morì l'attrice della Fiamma del peccato, dopo aver vinto un Oscar alla carriera, essere stata la donna più pagata d'America, e aver lasciato ricordi imbattibili.
Oggi pomeriggio c’è stata una rivolta tra i migranti detenuti nel Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Ponte Galeria a Roma. Secondo quanto riportano le agenzie, un gruppo di cittadini nigeriani avrebbe dato fuoco a un cumulo di materassi per protestare contro il rimpatrio nel loro paese che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. L’incendio sarebbe stato spento rapidamente dai Vigili del fuoco e ora nel CPR sarebbero presenti numerosi agenti di polizia e dei carabinieri, che hanno sedato la rivolta. Per il momento non sembra che ci siano feriti. Nel centro c’era già stata una rivolta lo scorso luglio, durante la quale 12 migranti erano riusciti a fuggire dal centro.
C’è stata una rivolta tra i migranti detenuti nel Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria, a Roma.
Oggi è il 2 agosto, e sono le 10.25. Il 2 agosto 1980, ora, esplodeva l’ordigno più letale dell’intera storia repubblicana. Provocò la morte di 85 persone, e il ferimento – anche grave o permanente – di un paio di centinaia: la strage della stazione di Bologna. L’orologio della stazione, bloccato sulle dieci e venticinque di quel sabato a causa della deflagrazione, è divenuto il simbolo del tempo fermatosi per le vittime del massacro. Quella di Bologna è anche l’unica strage di quegli anni per cui la magistratura ha accertato e condannato con sentenza passata in giudicato gli esecutori materiali: gli esponenti di estrema destra Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, sempre dichiaratisi innocenti. Non venne accertato un vero e proprio movente, né si fece luce su quali furono i mandanti della strage; subirono una condanna per i depistaggi ai danni delle indagini Licio Gelli, capo della P2, Francesco Pazienza, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, tutti membri dei servizî segreti.
Bologna, 2 agosto. La storia del 2 agosto 1980, e di quello che è successo dopo.
Nel 2010 il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, sosteneva che l’era della privacy fosse finita e che il suo social network avrebbe riflesso la nuova realtà. Nove anni dopo, e con innumerevoli scandali e polemiche su come la sua azienda ha trattato le informazioni degli utenti, Zuckerberg ha cambiato radicalmente idea, secondo i più critici per sopravvivere alle critiche e rilanciare l’immagine in grande difficoltà di Facebook. Dal palco di F8, la conferenza annuale organizzata per gli sviluppatori del social network a San Jose (California), Zuckerberg si è presentato con una grande scritta alle sue spalle: “Il futuro è privato”, annunciando cambiamenti piuttosto radicali per buona parte dei servizi e delle applicazioni della sua azienda. Per i più ottimisti è un segno della volontà di sistemare i molti errori fatti in passato, per i più pessimisti è l’ennesimo annuncio di marketing, arrivato ormai fuori tempo massimo.
Facebook cambia. Lo ha annunciato Mark Zuckerberg: avrà una nuova grafica e nuove priorità perché adesso "il futuro è privato".
Un razzo Falcon9 di SpaceX, un’azienda statunitense che si occupa di trasporti spaziali, è esploso oggi a 44 chilometri d’altezza sopra Cape Canaveral, in Florida, 2 minuti e 19 secondi dopo il lancio. Il razzo stava trasportando nella capsula Dragon (anch’essa esplosa) dei rifornimenti – cibo e strumentazioni scientifiche – all’ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Non sono ancora chiare le cause dell’esplosione e la NASA ha detto che terrà una conferenza stampa nei prossimi minuti. Elon Musk, proprietario di SpaceX, ha spiegato che sembra esserci stato un problema di pressione, dicendo però che i dati “suggeriscono una causa controintuitiva”. There was an overpressure event in the upper stage liquid oxygen tank. Data suggests counterintuitive cause.
È esploso un razzo di SpaceX diretto verso la ISS. A 44 chilometri d'altezza, poco più di due minuti dopo il lancio da Cape Canaveral, in Florida: trasportava rifornimenti.
Mancano quattro giorni alle elezioni politiche del 4 marzo e per chi non sa ancora chi votare abbiamo preparato una guida ai programma dei tre principali schieramenti in corsa il 4 marzo, quelli che – comunque vadano le elezioni – hanno qualche possibilità di diventare la forza di maggioranza relativa del prossimo governo: salvo clamorose sorprese nessuna maggioranza sarà possibile senza il coinvolgimento di almeno un soggetto tra centrodestra, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, che di quella eventuale maggioranza saranno sicuramente la parte più grande e influente. Abbiamo spiegato cosa promettono questi schieramenti su sei temi importanti: tasse, assistenza e pensioni, immigrazione, sicurezza, Europa e scuola. Nel complesso, i programmi politici presentati quest’anno sono ancora più spregiudicati del solito: promettono decine di miliardi di euro sotto forma di vari interventi economici, ma faticano a spiegare dove trovare i soldi. Il costo dei programmi è stato comparato dall’Osservatorio conti pubblici dell’Università Cattolica, diretto dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Chi vuole leggere i programmi integrali, invece, li trova qui.
I programmi dei grandi partiti, spiegati. Guida sintetica per indecisi: chi promette cosa e con quali costi.
Luca Zaia della Lega ha stravinto le elezioni regionali in Veneto: con 4.695 sezioni scrutinate su 4.751 Zaia è al 76,8 per cento. Arturo Lorenzoni, attuale vicesindaco di Padova e candidato del Partito Democratico, è al 15,7 per cento. Il candidato del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti, è al 3,2 per cento. La candidata presidente di Italia Viva Daniela Sbrollini è allo 0,61 per cento, mentre il candidato di Rifondazione Comunista è allo 0,78. – Leggi anche: I risultati delle elezioni, in diretta
In Veneto ha stravinto Zaia. Superando le aspettative: lo scrutinio è ancora in corso, ma i dati parziali lo danno intorno al 76 per cento.
Il New York Times ha recentemente riassunto in un articolo diverse teorie molto distanti e discusse ancora oggi sull’origine di Stonehenge, il misterioso e celebre complesso preistorico di pietre situato nel sud dell’Inghilterra. Di Stonehenge oggi sappiamo più cose che in passato – per esempio che è stato costruito circa 5000 anni fa, e che faceva probabilmente parte di un complesso più ampio – ma il motivo per cui è stato costruito e come è stato utilizzato nei secoli non è ancora chiaro, nonostante decenni di scavi archeologici e ricerche. Secondo l’archeologo britannico Michael Parker Pearson, che insegna allo University College di Londra e che a ottobre ha collaborato a un nuovo studio su Stonehenge pubblicato sulla rivista Antiquity, Stonehenge era un complesso funerario utilizzato dagli abitanti di un vicino villaggio. Vincent Gaffney della University of Bradford, che a settembre ha detto di avere scoperto un enorme circolo di 90 pietre vicino Stonehenge, sostiene invece che Stonehenge fosse solamente una parte di un sito molto più ampio – i siti di enormi pietre chiamate “monoliti” collegati a insediamenti primitivi sono comuni nella zona – e che la sua funzione funebre fosse insomma secondaria. Altri ancora credono che Stonehenge fosse un luogo ritenuto magico e dai poteri curativi: e che quindi in un certo senso fosse un luogo “per vivi” e non per ricordare i morti. La situazione di Stonehenge è molto rara, come dimostra il fatto che ancora oggi possano esistere teorie così diverse sulle sue origini e sul suo utilizzo.
Cos’è Stonehenge? il New York Times ha pubblicato un resoconto delle ultime teorie sulle origini e l'utilizzo del famoso sito neolitico con le pietrone.
La Corea del Sud ha un problema con la verza: nell’ultimo anno il prezzo di questo vegetale è aumentato così tanto che ora per una sola verza a Seoul si può arrivare a spendere anche dieci dollari. Secondo l’Economist, la cosa ha prodotto una vera e propria emergenza nel paese: la verza è un alimento fondamentale della dieta sudcoreana e l’ingrediente principale del kimchi, un condimento fatto con verza, acciughe e peperoncino che in Corea del Sud accompagna tutti i pasti. Come spiega l’Economist, il kimchi è considerato un elemento insostituibile dalla maggior parte dei sudcoreani, soprattutto in virtù delle proprietà medicinali che gli vengono attribuite. Secondo la tradizione sudcoreana, qualunque alimento viene consumato tenendo conto del suo valore terapeutico: l’aglio crudo per una buona circolazione sanguigna, il tè al ginseng per curare mal di testa, mal di gola e tosse, il Sickhae, o Dansul – un dolce a base di riso freddo – per favorire la digestione.
In Corea del Sud c’è la crisi della verza. L'Economist si occupa dei prezzi fuori controllo del principale alimento della dieta sudcoreana.
Il 9 dicembre 2014, poco più di un mese fa, si è dimesso Michael Jeffries, lo storico amministratore delegato dell’azienda di abbigliamento statunitense Abercrombie & Fitch, famosa in tutto il mondo per la sua popolarità soprattutto presso i teenagers e per un’immagine di gioventù patinata e di frivoli pensieri (sono noti i suoi commessi-modelli, o il profumo che invade i suoi negozi). Jeffries, che ha 70 anni, già un anno fa era stato costretto a lasciare la carica di presidente del gruppo, cedendo alle pressioni degli investitori generate dalla cattiva situazione della società. Abercrombie & Fitch, infatti, negli ultimi due anni ha dimezzato i propri profitti, chiuso centinaia di negozi e cercato di cambiare la propria immagine: nel tempo era diventata famosa appunto per i suoi commessi avvenenti e seminudi, per le campagne pubblicitarie sessualmente allusive e per il rifiuto di produrre vestiti di taglie abbondanti (l’azienda ha cominciato a vendere indumenti femminili superiori alla taglia 44 nel 2014). Gran parte di queste iniziative erano dovute a Jeffries, che si occupava con grande attenzione soprattutto dell’aspetto promozionale del marchio: Alisa Durando, una stilista che lavora per Abercrombie & Fitch dal 1996, ha detto che Jeffries «poteva essere influenzato per quel che riguardava i prodotti: ma non sulle pratiche di marketing. Era fenomenale: cercava sempre di creare un film, una storia che il prodotto dovesse ispirare». Alla fine del 2002, quando un analista chiese a Jeffries se vendere esclusivamente prodotti come magliette attillate e pantaloni a vita bassa potesse allontanare qualche cliente, Jeffries rispose: «Certo. Noi siamo il marchio figo».
Fortune e sfortune di Abercrombie & Fitch. L'azienda di moda americana (con una sua grande popolarità italiana) esce da un periodo difficile, e sta provando a ripartire senza il suo ingombrante capo storico.
L’agenzia di valutazione del credito Fitch, una delle tre più influenti al mondo tra quelle che si occupano di rating, ha confermato il rating BBB per l’Italia, così come l’outlook (cioè le prospettive) “negativo”. Nonostante non abbia rivalutato in negativo i conti dell’Italia, la nota Fitch è comunque abbastanza critica: dice che le amministrazioni pubbliche italiane conservano un alto indebitamento e un alto debito estero, e parla di settore bancario debole. Riguardo al rapporto tra Italia e Unione Europea, Fitch dice di augurarsi che la maggioranza Lega-M5S tenga sotto controllo le “antipatie” già mostrate verso l’euro e Bruxelles.
L’agenzia di valutazione del credito Fitch ha confermato il rating BBB e l’outlook “negativo” per l’Italia.
I cefalopodi, i molluschi tentacolati come polpi, seppie e calamari, sono animali sorprendenti. Nella storia dell’evoluzione degli esseri viventi sono lontanissimi dagli umani – l’ultimo antenato che condividiamo viveva 600 milioni di anni fa – eppure le loro capacità cognitive sono più vicine alle nostre di quelle di molti altri animali con i quali siamo più strettamente imparentati. Le seppie ad esempio hanno strategie difensive diverse per i predatori che identificano le prede con la vista e per quelli che invece usano l’olfatto, e si ricordano dove e quando hanno mangiato certe cose. Inoltre, dice un nuovo studio, sanno esercitare l’autocontrollo: si trattengono dal mangiare qualcosa di loro gradimento se sanno che aspettando riceveranno una ricompensa più gustosa. A scoprirlo è stato un gruppo di scienziati che nell’estate del 2018 ha studiato sei esemplari di Sepia officinalis, la seppia comune, nel Marine Biological Laboratory di Woods Hole, in Massachusetts. Le sei seppie sono state sottoposte a una versione acquatica dell’esperimento del marshmallow di Stanford, un test psicologico sulla gratificazione ritardata nei bambini con età compresa tra i 3 e i 6 anni, fatto per la prima volta negli anni Settanta. Ai partecipanti allo studio era offerto un dolcetto (i marshmallow si erano dimostrati molto apprezzati) ma gli veniva anche detto che se si fossero trattenuti dal mangiarlo ne avrebbero ricevuti due più tardi. Circa la metà dei bambini riusciva ad aspettare.
Le seppie sanno esercitare l’autocontrollo. Lo ha scoperto un esperimento che ne ha messo alla prova l'appetito, e facciamo fatica a spiegarcelo.
Steven Patrick Morrissey, cioè Morrissey – come saggiamente decise di farsi chiamare – compie oggi sessant’anni. Anche se la sua carriera solista post-Smiths fu piuttosto di successo, è durante i suoi anni con gli Smiths che scrisse le canzoni i cui testi adesso sono studiati nei programmi universitari. Queste sono le quindici che il peraltro direttore del Post Luca Sofri aveva scelto per il suo libro Playlist, La musica è cambiata. Vale la pena riascoltarle oggi. The Smiths (1982-1987, Manchester, Inghilterra) La band più innovativa e inimitabile nel panorama britannico di quel tempo, gli Smiths chiusero gli anni Ottanta della new wave e dell’elettropop e riportarono al centro della scena le chitarre, aggiungendoci una loro creatività letteraria e un’estetica decadente e melodrammatica (il rito dei fiori gettati al pubblico durante i concerti fu un loro marchio). Morrissey divenne un’icona, cantò canzoni perfette e se ne andò in California a godersi i fans locali della sua dignitosa carriera da solista.
Le quindici migliori canzoni degli Smiths. Da riascoltare oggi che Morrissey compie 60 anni.
Variety, un sito sempre molto informato su cinema, serie e tv, ha scritto che Facebook sta trattando con Cristiano Ronaldo per realizzare una docu-serie su di lui, da pubblicare su Facebook Watch, una piattaforma per vedere programmi originali in streaming o registrati direttamente da Facebook. Se la trattativa dovesse andare a buon fine, si tratterebbe della più importante e costosa produzione originale di Facebook. Variety ha scritto che Ronaldo otterrebbe almeno 10 milioni di euro e che la docu-serie sarebbe fatta da 13 episodi e realizzata in modo simile a Tom vs. Time, una docu-serie di Facebook Watch (che per ora ancora non c’è in Italia) sul giocatore di football Tom Brady. La serie è stata riprodotta su Facebook Watch più di 50 milioni di volte. Ronaldo, di cui da qualche giorno si parla per un possibile trasferimento alla Juventus, è l’atleta più popolare su Facebook: la sua pagina ufficiale piace a più di 120milioni di utenti.
“Variety” dice che Facebook sta trattando con Cristiano Ronaldo per realizzare una docu-serie su di lui.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui. Si tengono regolarmente quest'estate i Proms, formidabile festival londinese di musica classica per le masse: nel frattempo il grande direttore d'orchestra Simon Rattle ha raccontato in un'intervista di non aver mai voluto guidare il concerto finale ("Last night of the Proms") perché a disagio con gli elementi nazionalistici della serata. Un gentile lettore delle Canzoni mi ha segnalato, a completamento della serie di video della settimana scorsa, questa storia di Mike Bongiorno e John Cage. Il Guardian racconta Laura Nyro, cantautrice adorata dai cultori e dai colleghi e ignota al mondo. Qualche giorno fa Cesare Cremonini ha scritto una cosa sua su Instagram, sulle canzoni. Errata corrige: quei due pezzi di Iggy Pop che ho citato ieri non erano degli Stooges ma di lui da solo, mi sono mangiato un pezzo della formulazione, scusate. Ehi, questa settimana è l'ultima delle Canzoni prima di andare in vacanza per tutto agosto: ricominciamo lunedì 6 settembre. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Gilbert O’Sullivan. Suonata da mille radio per decenni.
Ieri Mark Zuckerberg ha presentato le ultime novità per i telefoni cellulari di Facebook nel corso di un evento speciale presso la sede del social network a Palo Alto, in California. Il CEO della società ha confermato di non essere al lavoro per la costruzione di uno “smartphone di Facebook”, come aveva già rivelato alcune settimane fa, e di voler invece realizzare un sistema più semplice e versatile per consentire a chi produce i cellulari e le applicazioni di realizzare prodotti pienamente compatibili con lo «spirito social» di Facebook. Il lavoro di miglioramento per la versione mobile del social network interessa quindi la piattaforma che fa funzionare il sistema, e le novità annunciate ieri lo dimostrano. 1. Login Unico I responsabili del social network vogliono semplificare il più possibile la procedura di accesso al loro portale e ai siti e alle applicazioni collegate. L’inserimento del proprio nome utente e della password è spesso un ostacolo, specialmente sui dispositivi mobili dove non sempre è facile navigare all’interno dei moduli per l’invio delle proprie credenziali. Il nuovo sistema per il login unico cerca di superare questo problema sostituendo la solita mascherina per nome e password con un semplice pulsante, lo premi ed effettui istantaneamente l’accesso. Sarà sufficiente avere l’applicazione di Facebook sul proprio smartphone per usare questa funzionalità e accedere anche alle altre applicazioni che supportano il sistema e richiedono un login per essere utilizzate.
Le quattro novità di Facebook. Il social network tenterà di far guadagnare qualcosa ai suoi utenti attraverso la funzione Luoghi.
Mercoledì 24 febbraio il Partito Democratico (PD) e Nuovo Centro Destra (NCD) hanno stretto un accordo sul ddl Cirinnà in discussione al Senato, e il governo ha deciso di porre la fiducia sul maxi-emendamento nato dall’accordo (la mozione di fiducia è stata successivamente approvata). Il maxi-emendamento è una proposta di modifica di un disegno di legge, prima che entri in vigore: quello su cui si sono accordati il PD e NCD di fatto riscrive la legge e rispetto alla versione iniziale prevede lo stralcio della stepchild adoption e dell’obbligo di fedeltà. L’eliminazione dell’obbligo di fedeltà fa parte delle richieste avanzate dal nuovo Centro Destra ma anche da diversi emendamenti presentati al testo iniziale da alcuni senatori del PD per eliminare qualsiasi equiparazione dell’unione civile al matrimonio. In Italia il matrimonio inteso come atto giuridico è regolato dal codice civile: nel Titolo VI si trova un intero capitolo dedicato ai diritti e ai doveri che «nascono» dal matrimonio. E si dice:
Che cos’è l’obbligo di fedeltà? se ne parla da due giorni perché è stato eliminato dell'accordo fra PD e NCD sul ddl Cirinnà: cosa prevede, e cosa (non) cambierà per le coppie gay.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scritto una lettera ai parlamentari della maggioranza per aggiornarli sull’attività del governo e per annunciare i piani per la ripresa dell’attività parlamentare dopo la pausa estiva. Care amiche, cari amici, approfitto di queste ore di intensa attività parlamentare per chiedere la Vostra attenzione sul passaggio politico-istituzionale che ci attende alla ripresa. Il 1° settembre infatti partiranno i “MilleGiorni” che ci porteranno entro il maggio 2017 a disegnare un’Italia diversa, più efficiente e competitiva.
La lettera di Matteo Renzi ai parlamentari della maggioranza. In vista della pausa estiva dell'attività parlamentare, il presidente del Consiglio ha elencato le cose che attenderanno governo e Parlamento a partire da settembre.
Luoghi in cui i fotografi si sono dati molto da fare nei giorni scorsi: le sfilate di Milano, il festival del cinema di San Sebastiàn in Spagna, i posti americani battuti dalla campagna di Barack Obama. Ci sono molte donne, alcune assai protagoniste, alcune figlie di protagoniste, alcune mogli di protagonisti, due mogli divenute protagoniste (Hillary Clinton e Yoko Ono) e una che entra ed esce molto dai tribunali, da un po’. E per la parte “uomo nel mio ruolo di uomo”, Jake Gyllenhaal, in scena. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Donne che vengono bene in foto. Diciamo quasi tutte, e anche qualche uomo e dei bonghi, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
Kyle Devine, docente al dipartimento di musicologia dell’Università di Oslo, ha scritto un libro intitolato “Decomposed” spiegando come la musica venga, a torto, considerata come la più immateriale delle arti. I modi di distribuirla e di ascoltarla hanno attraversato sicuramente una smaterializzazione, ma in realtà, dice, la musica ha avuto e continua ad avere un ruolo significativo nello sfruttamento delle risorse ambientali, e la dipendenza da queste risorse è problematica. Nel suo libro, Devine racconta in particolare tre forme di materialità della musica quando, prima del 1950, i 78 giri erano fatti di gommalacca, una resina naturale ricavata dagli insetti; quando si passò al vinile e alla plastica, e quando questi materiali vennero rimpiazzati dai download digitali e dagli streaming. In ognuna di queste fasi, dice Devine, ci sono state o ci sono persone e processi apparentemente sottovalutati che sono invece centrali per ciò che la musica è, per come funziona e per le conseguenze che ha.
L’impatto ambientale del ritorno del vinile. La musica ha avuto e continua ad avere un ruolo significativo nello sfruttamento della risorse ambientali: esistono delle soluzioni?.
Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr e Olivia Arias alla prima londinese di “George Harrison: Living In The Material World” (Dave Hogan/Getty Images) Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr e Olivia Arias alla prima londinese di “George Harrison: Living In The Material World” (Dave Hogan/Getty Images)
Quel che resta dei Beatles. Le foto di McCartney, Ringo Starr e Yoko Ono alla prima del film su George Harrison.
Dal primo gennaio, le opere di George Orwell fanno parte del pubblico dominio. Significa che le versioni originali – in inglese – di 1984, La fattoria degli animali, Omaggio alla Catalogna, Fiorirà l’aspidistra e via dicendo, non sono più coperte dal diritto d’autore e possono essere liberamente pubblicate e diffuse da chiunque senza dover compensare in qualche modo gli eredi di Orwell. Questo vale per i paesi dell’Unione Europea, dove il diritto d’autore sulle opere letterarie scade il primo gennaio successivo al 70esimo anniversario della morte dell’autore in questione. Il risultato è che nelle librerie sono arrivate molte nuove traduzioni e copertine di 1984, il romanzo distopico del 1949 a cui Orwell deve gran parte della sua fama e che ha avuto, e continua ad avere, un’enorme influenza culturale. 1984 è infatti ancora un libro lettissimo e compratissimo: un po’ perché è spesso nelle liste di libri da leggere durante l’estate che danno a scuola, un po’ perché periodicamente sembra aver anticipato la realtà del presente. Ovviamente c’entra anche il fatto che è un grande romanzo. In Italia solo nel 2020 ne sono state vendute più di 78mila copie. Per questo con l’entrata nel pubblico dominio delle opere di Orwell molte case editrici si sono organizzate per commissionare nuove traduzioni e proporre una propria edizione.
Nuove e vecchie copertine di “1984”. Stanno arrivando nuove traduzioni del più famoso romanzo di Orwell, non più coperto dal diritto d'autore, e qualcuna chiama il Grande Fratello "Fratello Maggiore".
Nicola Nosengo, giornalista esperto di comunicazione scientifica, ha scritto sul sito Scienza in rete un’articolata analisi critica sulla discussa sentenza contro la Commissione Grandi Rischi a proposito del terremoto dell’Aquila: smontando molte delle semplificazioni fatte dai suoi colleghi, come dice lui stesso, senza per questo contestare meno la dimensione della condanna. Parto dalla fine della storia. Dopo aver letto le carte del processo e averne seguito i passaggi chiave, considero la sentenza sbagliata e, per molti versi, grave. Ma non per i motivi che oggi molti miei colleghi ripetono su giornali e social network: sentenza contro la Scienza (ovviamente sempre con la Maiuscola), sintomo della radicata cultura antiscientifica italiana, e così via, senza farsi mancare la citazone di Croce e Gentile e della loro nefasta influenza. Un processo penale va commentato con gli argomenti del diritto ben prima che con quelli della scienza. Questa condanna mi pare sbagliata non perché “antiscientifica”, ma perché giuridicamente poco fondata. Manda (manderebbe, se confermata) in galera sette persone per una accusa pesantissima senza prove abbastanza solide per farlo. Questo è sempre gravissimo, ma purtroppo non è una novità nella giustizia italiana, spesso usata per risolvere i nodi che il processo politico non sa sciogliere. Capita troppo spesso, e non diventa improvvisamente più grave perché stavolta gli imputati sono scienziati. Ricordiamolo ancora. La tesi dell’accusa si basa sulla catena logica della negligenza professionale, che influenza il corso degli eventi, finendo per causare la morte di una persona che altrimenti non sarebbe avvenuta. Definizione da manuale di omicidio colposo. É la tesi che una superficiale e inadeguata analisi del rischio fatta nel corso della riunione (punto sostanzialmente non in dicussione, lo stesso Enzo Boschi l’ha definita tale) abbia portato la protezione civile a dare alla popolazione messaggi troppo rassicuranti rispetto a quanto la scienza avrebbe voluto (anche qui, diversi tra gli imputati si sono apertamente dissociati da quei messaggi che in sostanza escludevano la possibilità di un forte terremoto, ed esperti internazionali li hanno criticati), e che quei messaggi abbiano portato alcuni cittadini a rivedere i loro piani, in particolare quelli di lasciare l’Aquila per qualche giorno o di dormire in macchina. Ma comunque la si pensi sui primi due punti, è l’ultimo quello cruciale perché si possa arrivare a una condanna: il processo ha provato oltre ogni ragionevole dubbio che quei 29 cittadini de L’Aquila oggi sarebbero sicuramente vivi se quei 7 imputati avessero fatto qualcosa di diverso? Mi pare che la risposta sia no.
Una pena eccessiva, per una baracconata. Nicola Nosengo, giornalista scientifico, spiega cos'è e cosa non è la sentenza dell'Aquila.
Martedì è morto a 96 anni lo storico e giornalista Angelo Del Boca, noto per essere il primo studioso ad essersi occupato in maniera sistematica della storia del colonialismo italiano, facendone emergere gli aspetti più violenti – come i crimini di guerra commessi durante le campagne in Africa – fino ad allora poco noti e raccontati, e sfatando il mito che lo considerava in qualche modo diverso e più “umano” rispetto a quello degli altri paesi europei. Del Boca era nato nel 1925 a Novara e in gioventù fu costretto ad arruolarsi nella Repubblica fascista di Salò, per far sì che suo padre, allora in prigione, venisse rilasciato. Nel 1944, rientrato dall’addestramento in Germania e destinato alla divisione alpina Monterosa, disertò e si unì alla Resistenza. In quegli anni tenne un diario che sarebbe poi stato pubblicato nel 2015 con il titolo Nella notte ci guidano le stelle, curato dallo storico Mimmo Franzinelli. Nel dopoguerra si iscrisse al PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) e cominciò la sua attività di giornalista, prima in un settimanale socialista del novarese e poi nella Gazzetta del Popolo e nel Giorno.
Perché Angelo Del Boca è stato importante. È morto a 96 anni lo storico che per primo documentò le brutalità e i crimini del colonialismo italiano in Africa.
Il 10 novembre del 1961, cinquant’anni fa, venne pubblicato negli Stati Uniti Comma 22 di Joseph Heller, uno dei capolavori della letteratura americana del Ventesimo secolo. Comma 22 è un romanzo storico-satirico che rappresenta con durezza l’insensatezza della guerra e della disciplina militare, che annichilisce e aliena gli individui. La storia è ambientata in Italia nel 1943, durante la Seconda guerra mondiale, e racconta le vicende di un gruppo di aviatori statunitensi. Lo stesso Heller aveva preso parte al conflitto combattendo in Corsica su un bombardiere B-25 Mitchell, come i personaggi del racconto. Comma 22 è considerato uno dei primi romanzi post-moderni: la narrazione non segue l’ordine cronologico e uno stesso evento è narrato più volte dal punto di vista di diversi personaggi. Il successo del libro ha anche ispirato esperimenti grafici pubblicati in rete: alcune copertine qui sotto ne fanno parte, mentre altre sono le vere copertine delle edizioni di Comma 22. Per il suo riferimento al tema dell’individuo annientato dal sistema, Comma 22 è stato paragonato al Processo di Franz Kafka e a 1984 di George Orwell. Il nome del romanzo (l’originale è Catch 22, cioè letteralmente Tranello 22 o Trappola 22) viene da un passaggio che riporta due punti contraddittori del regolamento dei piloti: il Comma 21, che dice che l’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia, e il Comma 22, per cui chi chiede il congedo dal fronte non è pazzo. Da qui deriva anche il cosiddetto “paradosso del Comma 22”, che si riferisce a una situazione in cui sembra che ci sia una possibilità di scelta, che si rivela in realtà apparente.
50 anni fa usciva Comma 22. Manifesto dell'antimilitarismo americano, uscì nel 1961 e da allora ne sono state stampate un sacco di edizioni (con un sacco di copertine).
Intorno alle 4 di mattina di venerdì 5 agosto un aereo cargo della compagnia irlandese ASL Airlines in arrivo all’aeroporto di Orio al Serio di Bergamo, a circa 50 chilometri da Milano, è uscito di pista in fase di atterraggio, sfondando le barriere che delimitano il perimetro dell’aeroporto e finendo parzialmente su una delle strade di accesso all’aeroporto. Non è ancora chiaro cosa abbia causato l’incidente, se un problema tecnico o un errore da parte dei piloti. Nell’incidente non ci sono stati feriti; l’aeroporto di Orio al Serio è stato bloccato per qualche ora con cancellazioni e voli spostati all’aeroporto di Malpensa: intorno alle 7 di mattina i primi voli hanno ricominciato a decollare.
L’incidente all’aeroporto di Bergamo. Un aereo cargo è finito fuori pista in fase di atterraggio, invadendo una strada aperta al traffico: non ci sono feriti.
Twitter sta lavorando a “Project Lightning”, un nuovo progetto per mettere in evidenza particolari eventi all’interno della sua applicazione, creando selezioni di testo, video e immagini in un formato diverso da quello classico dei tweet utilizzato finora e organizzato in modo non cronologico. Il nuovo servizio è ancora in fase di sperimentazione, ma nelle ultime settimane BuzzFeed ha avuto la possibilità di vederlo in anteprima e di scambiare qualche parola con i responsabili di Twitter che se ne stanno occupando. Oltre a esistere sulle applicazioni e sulla versione web di Twitter, gli eventi di Project Lightning potranno essere inseriti all’interno dei siti come avviene già oggi con i tweet: secondo chi se ne sta occupando, questa opzione permetterà a Twitter di farsi conoscere meglio e di guadagnare nuovi iscritti, cosa di cui il social network ha bisogno per estendere i suoi ricavi derivanti dalla pubblicità, fin qui deludenti. Come funziona Project Lightning Nell’applicazione di Twitter per smartphone ci sarà una nuova icona a forma di lampo (“lightning” in inglese). Toccandola si raggiungerà la sezione di Project Lightning dove sarà elencata una serie di eventi: ce ne potranno essere di programmati, come una finale di Champions League, o altri con una loro particolare rilevanza, per esempio un fatto molto discusso online e che sta accadendo in quei momenti. Toccando uno degli eventi nell’elenco si accederà a una raccolta di tweet sull’argomento, che saranno scelti e organizzati da un gruppo di redattori: un laboratorio di quello che in gergo si chiama curation, svolta da esseri umani e non da algoritmi.
“Project Lightning” cambierà Twitter? il social network sta lavorando a un progetto molto diverso dalla sua forma attuale: raccolte di contenuti su singoli eventi, scelti da una redazione.
Aggiornamento del 22 agosto: il CEO di Spotify Daniel Ek ha pubblicato un post sul blog di Spotify scusandosi per la “confusione” creata dall’aggiornamento delle regole sulla privacy, aggiungendo che le modifiche potranno essere rifiutate da ciascun utente e che i dati raccolti saranno utilizzati «solamente per scopi precisi, che permetteranno di personalizzare la propria esperienza su Spotify». Scrive Ek: «avremmo dovuto lavorare sul comunicare meglio a cosa servono queste linee guida e in che modo le informazioni che sceglierete di condividere verranno – o non verranno – utilizzate». ***
Spotify vuole sapere tutto di noi? il famoso servizio per ascoltare musica in streaming ha modificato e reso più invadenti le sue regole per la privacy.
Matthew Rosendale è un politico del Partito Repubblicano, fa parte del Parlamento del Montana e ha come ambizione quella di farsi eleggere al Congresso degli Stati Uniti alle elezioni di metà mandato, che si terranno il prossimo 4 novembre. Per farsi conoscere dagli elettori, Rosendale ha realizzato uno spot televisivo nel quale spiega di essere nettamente contrario all’utilizzo dei droni – gli aerei automatici senza pilota – sul suolo statunitense a scopi commerciali o di polizia. Nel breve video, Rosendale viene sorvolato da un piccolo drone e dice “così è come appaio visto da un drone del governo”, aggiungendo poco dopo “e questo è ciò che ne penso”. il candidato punta il suo fucile contro il dispositivo e lo abbatte con un colpo.
Il candidato che spara ai droni. Nel suo spot elettorale per le elezioni statunitensi di metà mandato, Matthew Rosendale spiega a modo suo perché è contrario all'utilizzo degli aerei che volano da soli negli Stati Uniti.
L’oggetto ritrovato nel pomeriggio di lunedì 25 luglio alla stazione Centrale della metropolitana di Milano, che ha causato un allarme bomba e la sospensione temporanea del servizio, era con ogni probabilità una finta bomba creata apposta per causare un falso allarme. Il Corriere della Sera ha scritto che nei filmati registrati dalle telecamere di sicurezza si vedono due ragazze e un ragazzo che entrano in stazione tenendo in mano un oggetto avvolto in un sacchetto di plastica che poi abbandonano vicino a un cestino della spazzatura. L’allarme bomba ha causato la chiusura della stazione Centrale della metropolitana per un’ora, bloccando parzialmente i treni della linea Gialla e di quella Verde tra le ore 17 le 18. Dalle fotografie diffuse sui social network, l’oggetto sembra essere una scatola di legno da cui fuoriescono alcuni fili elettrici. Secondo il Corriere, la scatola conteneva un’autoradio, un trasformatore e una batteria da 12V. Ieri, il ministro Alfano aveva detto che il “pacco” era innocuo, ma costruito con “finalità allarmistiche”. La scatola è stata rimossa ieri dalla stazione ed è stata fatta esplodere in un luogo sicuro. I tre ragazzi che sono stati registrati mentre si aggiravano con la scatola non sono stati al momento identificati. La procura di Milano sta indagando contro ignoti per il reato di procurato allarme.
L’allarme bomba alla metropolitana di Milano. Il ritrovamento di un pacco sospetto ha portato all'evacuazione della stazione Centrale: non è stato trovato esplosivo e la polizia indaga per procurato allarme.
Ieri il ministero dell’Economia ha pubblicato alcune statistiche e analisi sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani e sugli studi di settore. I dati sono quelli dell’anno scorso, che fanno riferimento al 2011. Il ministero ha aggregato tutti i dati sulle dichiarazioni dei redditi dei cittadini italiani e ha calcolato le medie per varie tipologie di lavori: dai lavoratori dipendenti ai vari tipi di lavoratori autonomi e quello che è venuto fuori è in diversi casi piuttosto interessante. Come è successo regolarmente negli ultimi anni, la pubblicazione di questi dati suscita un dibattito sulla “fedeltà fiscale” degli italiani e in particolare di coloro che hanno le maggiori possibilità di evadere il fisco: i lavoratori autonomi. Infatti, il reddito medio dichiarato di un lavoratore dipendente è superiore a quello di moltissimi autonomi, compresi alcuni insospettabili.
Quanto guadagnano gli italiani. O meglio quanto dichiarano le diverse professioni: se crediamo alle dichiarazioni dei redditi, meglio fare il muratore che il tassista (o il macellaio).
La scena probabilmente più memorabile, quella che ci torna in mente, appena pensiamo a James Caan, è quella in cui muore, crivellato di colpi in un modo che legittima definitivamente l’uso dell’espressione, crivellato. Lo ricordiamo ammazzato, spettacolarmente, in un ruolo in cui il suo personaggio non era né simpatico né particolarmente sveglio: Sonny Corleone nel Padrino. E quella morte è ancora più emozionante e dolorosa proprio perché raggiunge lui, il fratellone bullo ma chiaramente inadeguato e perdente: e da quella scena, di fatto, nasce il successivo ruolo di Al Pacino (che tra l’altro, a inizio progetto doveva essere di Caan). Ci prese una candidatura all’Oscar, l’unica della sua carriera.
I 75 anni di James Caan. È stato molto di più di Sonny Corleone, anche se ce lo ricordiamo sempre per quella famosa scena del Padrino.
Johanna H. Meijer è una ricercatrice dell’Università di Leida nei Paesi Bassi e ha da poco pubblicato uno studio in cui si spiega che alcuni animali di piccola taglia, a partire dai topi, usano le ruote nelle loro gabbiette perché gli piace farlo e non necessariamente perché sviluppano qualche nevrosi dovuta al fatto di trovarsi in cattività, come si crede. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Procceedings of the Royal Society B e, a quanto pare, è la prima ad avere approfondito il rapporto di topi, ranocchie, lumache e topiragno con le ruote montate nelle gabbie per dare la possibilità agli animali di muoversi in uno spazio relativamente ristretto. Insieme al suo collega Yuri Robbers, Meijer ha piazzato alcune ruote all’aperto sorvegliate da alcune videocamere dotate di sensori di movimento, che iniziavano a filmare solo quando qualcosa passava davanti ai loro obiettivi. L’esperimento è andato avanti per alcuni anni e ha permesso di raccogliere circa 12mila clip, che sono state analizzate con pazienza dai due ricercatori. Diversi video mostravano topi che correvano per minuti nella ruota, si fermavano per riposarsi e poi tornavano a correre al suo interno, nonostante fossero liberi di andarsene e non fossero costretti in uno spazio ristretto come una gabbia. Per il loro esperimento, Mejer e Robbers hanno protetto le ruote con reti grandi a sufficienza per permettere il passaggio ai soli animali di piccola taglia, in modo che predatori più grandi non potessero disturbare la loro corsa o minacciarli.
I topi corrono nella ruota semplicemente perché gli piace un sacco. E non sempre perché stare in una gabbia li fa diventare nevrotici, dice una nuova ricerca.
Isabella d’Este giovane in un ritratto di Tiziano del 1534. Nella mano sinistra si intravede un piccolo libro (The Yorck Project: 10.000 Meisterwerke der Malerei. DVD-ROM, 2002. ISBN 3936122202 / DIRECTMEDIA Publishing GmbH) Il 22 aprile 1516 – mezzo millennio fa – a Ferrara fu pubblicata la prima edizione dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto ed erano dieci anni che a corte se ne parlava. Ariosto era stato abile ad alimentare l’attesa – aveva creato molto hype, si direbbe oggi – rifiutandosi di fornire altre anticipazioni o di fare sbirciare il suo lavoro dopo avere ingolosito Isabella d’Este, che era una grande lettrice, leggendogliene di persona alcune parti per un paio di giorni. Proprio una lettera della marchesa Isabella al fratello don Ippolito datata 3 febbraio 1507 è la prima testimonianza certa che messer Ludovico stava lavorando al poema:
L’Orlando furioso ha 500 anni. Storia di come Ariosto lo scrisse, lo promosse, di quante copie stampò e come riuscì a venderle.
Sull’aria condizionata generalmente le persone si dividono tra chi nei mesi più caldi la tiene accesa a qualsiasi ora e non può vivere senza, e chi se ne lamenta sostenendo che “mi fa venire mal di testa”, “io la odio”, “guarda che ti fa ammalare!”. In mezzo c’è una zona grigia in cui si trova chi la usa solo nelle ore più calde o in caso di necessità. Nonostante sia così divisiva, non c’è dubbio che l’aria condizionata abbia migliorato la vita di molte persone, pur contribuendo all’aumento dei consumi energetici e all’inquinamento, e peggiorando ulteriormente il caldo che si sente nelle grandi città (in un circolo vizioso che rende i condizionatori sempre più indispensabili). Ma il motivo per cui abbiamo a disposizione questo strumento, più che con il miglioramento della vita degli umani, ha a che fare con la produttività di una vecchia tipografia di Brooklyn (New York).
Breve storia dell’aria condizionata. L'antenato dello strumento più usato nei mesi caldi venne ideato a inizio Novecento non per gli esseri umani, ma per non rovinare le stampe di una tipografia.
– Tutti i vincitori dei Golden Globes 2014
“La grande bellezza”, il video della premiazione ai Golden Globes. E il discorso di Sorrentino: «Thanks to Italy, that's a crazy country but beautiful».
In questa settimana di scarsa qualità generale, Midnight in Paris gioca sporco: non solo è scritto e diretto da Woody Allen, che pur non essendo più quello di Manhattan e Io & Annie continua a difendersi bene, ma ha anche un cast di un certo peso. Owen Wilson, Adrien Brody e Rachel McAdams sarebbero già, da soli, un ottimo motivo per comprare un biglietto del cinema. A questo si aggiungono le reazioni entusiaste di pubblico e critica, che con qualche ragione erano rimasti freddini di fronte agli ultimi film di Allen: non solo pare che il film sia splendido, ma è anche l’opera del regista che negli Stati Uniti ha incassato di più. Tutto questo per dire che il resto è da scartare: la presenza di Elle Fanning nel cast non riesce a rendere interessante il film in 3D su Lo Schiaccianoci, Napoletans si presenta malissimo. C’è il film con Fabio Volo tratto dal libro di Fabio Volo, per i fan di Fabio Volo. Emerge dal mucchio Le nevi del Kilimangiaro, film francese di Robert Guédiguian che potrebbe rivelarsi piacevole ma che potrebbe risultare anche quasi introvabile nelle sale italiane. Midnight in Paris Regista: Woody Allen Attori: Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Sheen, Nina Arianda, Adrien Brody
I film del weekend, Woody Allen su tutti. Esce "Midnight in Paris", è bello: non serve sapere altro.
I magistrati di Trapani hanno ordinato il sequestro dell’imbarcazione di una ong che questa notte era stata fermata dalla Guardia Costiera e costretta a rientrare al porto di Lampedusa per un controllo. Secondo Repubblica, il primo giornale a riportare la notizia, la procura di Trapani sta indagando sui rapporti tra ong e trafficanti di esseri umani e ha ordinato il sequestro dell’imbarcazione come parte delle sue investigazioni. La Iuventa, un ex peschereccio trasformato in nave di soccorso, appartiene alla ong tedesca Jugend Rettet che, come Medici Senza Frontiere, non ha firmato il cosiddetto “codice delle ong“, che serve a regolare e limitare l’attività di soccorso delle ong (soltanto tre delle dieci ong che operano a largo della Libia hanno aderito al codice). L’ANSA scrive che: «Per scortare in porto la Iuventa sono intervenute diverse motovedette della Guardia costiera, con un grande spiegamento di forze dell’ordine anche sulla banchina».
La nave di una ong è stata sequestrata. Appartiene a una delle organizzazioni che non hanno firmato l'accordo con il governo: era stata fermata ieri notte e adesso è sotto sequestro per ordine dei magistrati di Trapani.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
L’ergastolo ostativo e la scienza. Umberto Veronesi spiega le ragioni scientifiche a favore dell'eliminazione della pena senza fine dal nostro ordinamento.
Si discute un sacco di social network, del loro ruolo, di come hanno cambiato la rete, e quello dei giochi è sicuramente l’aspetto di cui si discute meno. Sì, è cambiato il modo in cui ci teniamo in contatto con gli amici e discutiamo con gli sconosciuti, è cambiato il modo con cui comunichiamo agli altri dove ci troviamo, il modo in cui guardiamo un programma televisivo, il modo in cui diamo espressione alla nostra indignazione, eccetera. Ma è cambiato anche il modo in cui giochiamo ai videogiochi, ed è cambiato di molto. Secondo una recente indagine di mercato, solo negli Stati Uniti gli appassionati di videogame sono circa 160 milioni. Il 41 per cento di questi utilizza abitualmente Internet per giocare in contemporanea con amici e conoscenti collegati da tutte le parti del mondo: si è da soli al di qua dello schermo e in compagnia al di là dello schermo stesso. I videogiochi studiati per i social network, come Farmville o Mafia Wars, sono i più utilizzati e tengono davanti al computer decine di milioni di utenti ogni giorno. Newsweek ha da poco pubblicato una selezione dei videogiochi per Facebook capaci di creare più dipendenza, che poi sono anche i più celebri e riusciti: quelli che vi attaccate per vedere com’è e rischiate di starci delle ore. Naturalmente non è affatto detto che la lista sia esaustiva, quindi sentitevi liberi di integrarla nei commenti.
I 17 migliori giochi su Facebook. Newsweek ha messo in fila le applicazioni che inchiodano davanti al computer milioni di persone, dal famigerato Farmville in poi.
Oggi a Sant’Agostino in provincia di Ferrara è stata attuata la demolizione controllata del municipio, che era rimasto gravemente danneggiato dal terremoto dello scorso maggio.
L’abbattimento del municipio di Sant’Agostino in Emilia. Era stato molto danneggiato dal terremoto di maggio.
Alla fine di ottobre Freed of London, una delle più importanti aziende produttrici di scarpette da danza e da ballo del mondo, ha cominciato a vendere scarpette da punta (quelle che permettono alle ballerine di danza classica per stare sulle punte dei piedi grazie a un supporto rigido) di colori adatti alle ballerine con la pelle nera. Non è la prima azienda a farlo, lo faceva già da più di un anno anche l’azienda americana Gaynor Minden, ma vista la diffusione delle sue scarpette nel mondo della danza classica è un cambiamento importante per le ballerine nere: finora erano costrette a tingere da sé le proprie scarpette per averle dello stesso colore della pelle, oppure a usarle rosa, in modo diverso due cose discriminatorie nei loro confronti.
Le prime scarpette da danza per ballerine nere. Sono in vendita da pochi mesi, dopo che per anni le ballerine di pelle non bianca avevano dovuto tingere le loro scarpe nei modi più strani.
Paolo Bricco racconta oggi sul Sole 24 Ore qual è la situzaione della ricostruzione all’Aquila, perché non passi la diffusa percezione che “tutto è risolto”. «Ascoltami, Anto’. Se tu fai mettere due euro per visitare il santuario, fanno 40mila d’incasso all’anno. Solo dal Canada, ne arrivano mille. Quelli sono molto devoti», spiega al suo commensale il prete mentre beve un bicchiere di vino rosso. All’altro tavolo, un quarantenne sbrana il piatto di maccheroni alla pecorara e dice a due commensali che annuiscono in silenzio: «Qui non c’è niente da fare. L’ultima fattura ho impiegato sei mesi a incassarla». All’Aquila, a due anni dal terremoto, è così. Tutti parlano di soldi. Soldi che dovrebbero esserci, che chissà forse ci sono, che mannaggia non ci sono. Il 6 aprile del 2009 il sisma ha distrutto la città. Da allora L’Aquila è sotto una cappa di vetro e di polvere. Immobile. Ferma. Un’immagine antitetica rispetto all’attivismo febbrile dei mesi successivi alla tragedia, quando l’adrenalina della prima ricostruzione evitò agli aquilani di affrontare le rigidità dell’inverno nelle tendopoli. La crisi economica internazionale non ha aiutato la città a risollevarsi. Ma ci sono cose che c’entrano poco con i mercati internazionali. I fondi erogati per ricostruire L’Aquila, per esempio. «Rappresentano una specie di giallo contabile», dice Luca Bianchi, vicedirettore dello Svimez, che su richiesta del Sole 24 Ore si è esercitato in un calcolo che oggi definisce impossibile. «L’unico elemento sicuro – continua Bianchi – sono gli 1,2 miliardi stanziati sull’emergenza dal Governo, a cui vanno aggiunti i 494 milioni messi a disposizione dall’Unione Europea». Ci sarebbe poi un’altra cifra compresa fra i 2 e i 4 miliardi in carico al Fas, il fondo che contiene le risorse per il Sud. «Sono miliardi teorici – rileva Bianchi – di cui non si riesce ad appurare il reale utilizzo. Colpisce l’assenza di una cabina di regia in grado di monitorare quante risorse siano davvero finite all’Aquila per la ricostruzione». Invece, le famiglie dei bambini dell’asilo di suor Daniela sanno bene quanti soldi mancano a casa. «Fino a febbraio abbiamo fatto pagare 90 euro sia per la retta che per la mensa, adesso da marzo siamo tornati a 160, perché i nostri conti non reggevano. Chi non può permetterselo, però, non paga», dice suor Daniela, doppia laurea in teologia e in economia, membro del direttivo di Confindustria L’Aquila.
I soldi dell’Aquila. I "miliardi teorici" stanziati per la ricostruzione e che non si capisce dove siano: un articolo del Sole 24 Ore sulla situazione, pessima.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ce ne sono di molto colorate: c’è Eddie Vedder illuminato da una luce blu durante un concerto dei Pearl Jam in Cile, c’è l’attore e cantante Jared Leto con dei “nuovi” capelli rossi e ci sono Jennifer Lawrence e la regina Elisabetta vestite di viola. Cambia la posa, la tonalità di viola e anche il luogo: la regina Elisabetta era in visita alla base militare di Imjin Barracks, nel Gloucester; Lawrence era a Berlino per la prima mondiale di The Hunger Games: Mockingjay – Parte II, che in Italia uscirà il 19 novembre. Ci sono anche un paio di coppie tra le celebrità fotografate negli ultimi sette giorni: Angelina Jolie e Brad Pitt al MOMA di New York, e Gianni Morandi con la poetessa Dacia Maraini, invitati da Fabio Fazio per parlare di Pasolini, a cui capitò di giocare a calcio con Morandi. Tra le più belle persone fotografate questa settimana ce ne sono tre che è ormai da trent’anni che sono belle: Demi Moore, Naomi Campbell e Cindy Crawford. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Jennifer Lawrence e la regina Elisabetta vestite di viola, Jared Leto con i capelli rossi e Madonna in una gabbia, tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana.
Il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, che era previsto per il mese di aprile 2021, è stato cancellato perché la pandemia da coronavirus non permette di fare programmi certi per eventi che prevedano una partecipazione dal vivo nei mesi a venire. Per le stesse ragioni era stata annullata anche l’edizione 2020. «Facciamo questo annuncio oggi, con cinque mesi di anticipo rispetto al momento in cui il Festival avrebbe dovuto tenersi, perché è già chiaro che il prossimo aprile sarà impossibile organizzare un festival dal vivo, e riteniamo che sia importante mettere fine all’incertezza», hanno spiegato gli organizzatori. «Sottolineiamo» aggiungono «che il festival è stato cancellato, non rimandato. Abbiamo inoltre deciso di non sostituire il festival dal vivo con una serie di eventi online.» Sono già state annunciate le date della prossima edizione: dal 6 al 10 aprile 2022.
Il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia 2021 è stato annullato.
Il Partito Democratico ha dieci anni: «avrei detto di più», viene da dire, ma pensandoci un momento l’Italia di dieci anni fa era proprio un’altra cosa, lontana trent’anni almeno. Per dire, la data del 14 ottobre a cui è attribuito il compleanno – quella dell’elezione dell’assemblea costituente alle primarie – dava anche il nome a un apposito comitato promotore “14 ottobre”, di cui facevano parte Lamberto Dini, Rosa Russo Iervolino, Marco Follini, Ottaviano Del Turco, Agazio Loiero, fra gli altri. Sono cambiate un sacco di cose: fuori e dentro il PD. Un giudizio su cosa sia il PD a dieci anni incontra un primo problema: il rischio di sovrapposizione di quello che è il PD con quello che è il PD di Matteo Renzi, ovvero il PD di questo momento esatto. È una sovrapposizione in parte legittima: Renzi è stato segretario del PD per quasi quattro anni su dieci, più di chiunque altro. Ne è oggi il leader più rappresentativo di sempre, per durata e per attualità. Però il PD non è solo il PD di Renzi. Proviamo a distinguere, fino a un certo punto.
A che punto è il PD. Successi indiscutibili e fallimenti disarmanti del più solido partito italiano, che compie oggi dieci anni.
A Milano, venerdì sera, un uomo è precipitato per 13 metri dopo il cedimento di una grata in un parcheggio sotterraneo all’ospedale San Raffaele. I giornali scrivono che la grata su cui camminava l’uomo, un cinquantenne che era in ospedale per vedere il figlio ricoverato, ha ceduto nel punto in cui era saldata con un’altra. L’uomo ha riportato diverse ferite – anche alla caviglia e al bacino – ed è ricoverato in terapia intensiva in gravi condizioni. I giornali scrivono comunque che non è in pericolo di vita.
A Milano un uomo è precipitato in un parcheggio sotterraneo per 13 metri dopo il cedimento di una grata.
Il 22 ottobre alla Scuola Holden di Torino parte il primo corso di laurea triennale in scrittura. La Holden è una scuola privata fondata nel 1994 dallo scrittore Alessandro Baricco e da quest’anno è anche un’università, nel senso che offre tra le altre cose un corso di laurea chiamato “Academy” che è equipollente a una laurea triennale in Discipline dell’arte, della musica e dello spettacolo (DAMS). Academy è un corso unico in Italia (in Europa, qualcosa di simile c’è solo in Regno Unito) ed è pensato per chi vuole imparare a usare la scrittura per interpretare e, in un certo senso, “cambiare” il mondo. Le prove d’ammissione per iscriversi ad Academy sono in corso da marzo e andranno avanti fino a fine settembre. Come funziona Academy Academy dura tre anni, diversamente dai corsi tradizionali della Scuola Holden, detti “Original”, che sono biennali. Il triennio di Academy inizia a ottobre e prevede l’ammissione di cento studenti, venti per classe, con età compresa tra i 18 e i 30 anni che abbiano un diploma della scuola superiore. La frequenza è obbligatoria, anche se gli orari sono variabili: ci saranno settimane di lezioni intense e periodi più rilassati dove gli studenti avranno tempo per dedicarsi a progetti e lavori di gruppo. Ogni anno a luglio gli studenti di Academy dovranno superare un esame che dura una settimana per passare all’anno successivo. Chi non lo supera deve interrompere il proprio percorso e non ottiene il diploma.
Esiste un corso di laurea in scrittura. A ottobre alla Scuola Holden di Torino iniziano le lezioni di Academy, un corso di laurea triennale per chi vuole studiare scrittura e capire il mondo di oggi.
starJames Franco compie oggi 40 anni. Ancora non si è deciso come definirlo: per qualcuno è un attore mediocre, sopravvalutato perché bello; per altri ha un grande potenziale, finora però espresso solo in parte. Franco ha recitato in film apprezzati e impegnati e ha già fatto in tempo a vincere due Golden Globe, anche se allo stesso tempo ha partecipato a film piuttosto stupidi e brutti. Oltre a essere un attore, ha mostrato di essere anche un personaggio di quelli di cui si parla sulle riviste di spettacolo e nelle sezioni di gossip. È uno che dà l’idea di aver avuto una vita piuttosto intensa e che negli ultimi 15 anni ha fatto più volte parlare di sé: non solo per cose di cinema e non solo per cose belle. Franco è nato a Palo Alto, in California, il 19 aprile 1978, sette anni prima del fratello Dave, anche lui attore. Abbandonò gli studi all’università, quando aveva dato solo qualche esame, per andare a Los Angeles e mettersi a recitare. Alla fine degli anni Novanta trovò il suo primo lavoro in questo campo: interpretò Elvis Presley per una pubblicità di Pizza Hut. Il ruolo con cui cominciò a farsi conoscere fu quello nella serie tv Freaks and Geeks, in cui interpretò Daniel Desario.
James Franco ha 40 anni. Ha fatto tante cose, alcune belle altre meno, nel cinema e non solo: di certo è un personaggio che ha fatto spesso parlare di sé.
Dall’inizio di marzo NRK, l’emittente radiotelevisiva pubblica norvegese, trasmette il programma Piip-Show, un nuovo esperimento televisivo praticamente unico nel suo genere: si tratta di un reality show di tre mesi nel quale una telecamera fissa riprende quello che avviene dentro una mangiatoia per uccelli, allestita in modo da sembrare una caffetteria (negli ultimi anni NRK ha fatti parecchi esperimenti, anche con discreto successo di pubblico).
Un reality show con cinciallegre e pettirossi. È il nuovo programma bestiale della televisione norvegese, che promuove da tempo questo genere di slow tv.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
La scuola era di tutti. Un libro racconta lo smantellamento della scuola pubblica italiana.
Giovedì sono state annunciate le candidature all’86esima edizione degli Academy Awards, cioè i premi Oscar. I film con più candidature sono American Hustle e Gravity (10), seguiti da 12 anni schiavo (9), Dallas Buyers Club, Nebraska e Captain Phillips (6), The Wolf of Wall Street e Her (5), Philomena (4), mentre La grande bellezza di Paolo Sorrentino è candidato tra i miglior film stranieri. Come ogni anno, i siti di news e i giornali americani sono pieni di commenti sulle decisioni dell’Academy: dalle proteste per i film esclusi, alla sorpresa per quelli che hanno ricevuto una nomination in modo inaspettato, alle analisi che cercano di interpretare e capire le ragioni della scelta. Il futuro degli Oscar Secondo Kenneth Turan del Los Angeles Times le nomination mostrano in modo particolarmente incisivo come i premi Oscar si stiano muovendo, seppur molto lentamente, verso il futuro. Osservando non tanto le singole categorie quanto i film che hanno ottenuto più candidature, emerge che sono stati scelti quelli che – pur conservando elementi tipici dei “film da Oscar” – hanno elementi nuovi o di rottura: attori emergenti che battono quelli più affermati, insieme a personaggi controversi o modi nuovi di raccontare. Secondo Turan, per esempio, Tom Hanks in Captain Phillips e Robert Redford in Tutto è perduto hanno recitato in modo eccezionale, ma sono stati scavalcati nella nomination a Miglior attore protagonista da attori della generazione successiva. In quella stessa categoria però è stato candidato anche un attore della vecchia generazione: Bruce Dern per il suo ruolo in Nebraska. Turan scrive che American Hustle mostra personaggi e situazioni originali ma si conclude in modo rassicurante; Gravity è visivamente il film più all’avanguardia ma la trama – il protagonista che si è perso e cerca di tornare disperatamente a casa – è molto tradizionale. Infine il tema della schiavitù non è certo una novità a Hollywood, ma Steve McQueen in 12 anni schiavo lo tratta in modo decisamente contemporaneo e mai visto prima.
Cosa si dice delle nomination agli Oscar. I critici sono d'accordo soprattutto sui grandi esclusi: Tom Hanks, Oprah Winfrey e il film dei fratelli Coen.
L’ex modella e attrice Babi Christina Engelhardt ha detto di aver avuto una relazione con il regista Woody Allen negli anni Settanta, iniziata quando lei aveva 16 anni e lui ne aveva 41. La relazione sarebbe avvenuta nello stato di New York in un periodo in cui secondo la legge l’età della maturità sessuale (quella in cui era considerato possibile avere una relazione sessuale con un adulto) era di 17 anni. Engelhardt, che ora ha 59 anni, ne ha parlato a Hollywood Reporter, in un’intervista pubblicata il 17 dicembre. Ha raccontato che si conobbero nell’ottobre del 1976, poco prima che lei compisse 17 anni, e che lui non le chiese mai la sua età. Ha anche aggiunto che la relazione fu consenziente e che fu lei a lasciare il suo numero ad Allen. La relazione, ha detto Engelhardt, andò avanti per otto anni: quindi anche durante la relazione di Allen con Mia Farrow. Nell’articolo di Hollywood Reporter c’è anche una nota scritta da Allen nel 2001, in cui la invita a contattarlo se dovesse passare da New York.
Un’ex modella ha detto di aver avuto una relazione con Woody Allen negli anni Settanta, quando lei aveva 16 anni.
L’architetto Stefano Boeri ha annunciato domenica sera su Facebook di avere avuto il suo incarico di Assessore alla Cultura del Comune di Milano “revocato” dal sindaco Pisapia. Di un simile annuncio si parlava da alcune ore, come culmine di un rapporto sempre stato difficile (Boeri si era già dimesso una volta). Pochi minuti fa, nel corso di un incontro a Palazzo Marino, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha revocato il mio incarico di Assessore del Comune di Milano. In questi due anni ho fatto del mio meglio -insieme ai colleghi d Giunta, ai dirigenti, ai consulenti e agli uffici del mio assessorato- per rilanciare la cultura a Milano. E a Milano, grazie alla rinnovata energia creativa di decine di cittadini, associazioni, istituzioni, oggi si respira l’aria nuova di una città che ha riscoperto l’orgoglio di una grande capitale internazionale. Sono amareggiato per una decisione che non mi è stata motivata, che mi è davvero difficile interpretare e che rischia di compromettere importanti progetti per il futuro della città. La cultura per Milano non è un lusso, ma una risorsa fondamentale per lo sviluppo.
Il sindaco di Milano ha “licenziato” l’assessore alla Cultura Stefano Boeri. Lo ha annunciato su Facebook lo stesso Boeri, "una decisione che non mi è stata motivata".
Visitando oggi la homepage di Google, un doodle punta sulla pagina di ricerca “Prima dimostrazione di televisione”: e questo perché la prima dimostrazione pubblica della televisione meccanica avvenne il 26 gennaio del 1926, esattamente novant’anni fa. Novant’anni fa l’ingegnere scozzese John Logie Baird mostrò il funzionamento del televisore in un laboratorio di Soho, a Londra, davanti ai membri della Royal Institution, una prestigiosa associazione scientifica, e a un giornalista del Times. Il televisore meccanico era una sorta di radio con l’aggiunta di un meccanismo rotante (il disco di Nipkow) che generava una piccola immagine, poi ingrandita con una lente di ingrandimento. Era il predecessore delle televisioni elettroniche, che vennero commercializzate a partire dagli anni Trenta.
La prima dimostrazione di televisione avvenne 90 anni fa a Londra. Un doodle su Google oggi ricorda l'ingegnere scozzese John Logie Baird, che riuscì a trasmettere il volto della sua socia dalla stanza vicina.
Aggiornamento del 23 dicembre 2015: La Corte d’Appello di Roma ha confermato oggi la sentenza del Tribunale dei Minorenni di Roma del 29 agosto 2014 che aveva riconosciuto l’adozione di una bambina di cinque anni da parte della compagna della sua madre naturale. ***
La prima adozione di una coppia omosessuale in Italia. La compagna della madre naturale di una bambina è stata riconosciuta come seconda genitrice dal Tribunale dei Minorenni di Roma.
Da giorni tutti i principali giornali italiani stanno seguendo e aggiornando le vicende di “Mondo di mezzo“, l’inchiesta avviata dalla procura di Roma che ha coinvolto decine di persone accusate di minacce, estorsioni e corruzione. Martedì 4 dicembre sono stati fatti molti arresti, e diversi politici e funzionari romani sono stati costretti a dimettersi. Dell’inchiesta si è parlato molto perché ha coinvolto diversi esponenti politici e perché l’accusa nei confronti di molti indagati è di associazione mafiosa. È la prima volta che questa accusa viene formulata nei confronti di persone che non hanno alcun legame con le tradizionali organizzazioni mafiose (Cosa Nostra, ‘ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita). Per capire cosa sta succedendo, abbiamo fatto un po’ d’ordine nelle novità di questi ultimi giorni. Le ultime novità Le novità degli ultimi giorni riguardano una serie di elementi emersi dagli atti dell’inchiesta e pubblicati dai giornali. In particolare si è parlato di personaggi del mondo del calcio e dello spettacolo (nessuno dei quali è al momento indagato) che hanno intrattenuto rapporti con alcune persone collegate più o meno direttamente ai protagonisti dell’inchiesta. Nel frattempo ci sono state le prime reazioni di partiti e politici, non solo di Roma: uno dei politici più importanti coinvolti nella vicenda, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, si è autosospeso dal suo attuale partito, Fratelli d’Italia, ma in diverse interviste ha rivendicato la sua estraneità ai fatti.
Le novità sull’inchiesta di Roma. Riguardano i personaggi del mondo dello spettacolo citati sui giornali e le reazioni di politici romani e non: una breve guida per capirci qualcosa.
Come ogni anno, quest’estate milioni di persone prenderanno un aereo per andare in vacanza e molte di loro lo faranno su un volo cosiddetto low cost, rinunciando ai confort per risparmiare qualche soldo, “tanto si arriva lo stesso”. Su alcune tratte, le offerte delle compagnie a basso costo sono talmente convenienti da condizionare la scelta della meta per le ferie o la loro stessa durata. Con politiche commerciali molto aggressive, negli ultimi anni le low cost hanno ottenuto successi con pochi precedenti, soprattutto in Europa, dove società come Ryanair ed EasyJet riescono a guadagnare in proporzione molto di più rispetto alle concorrenti tradizionali. Ma come fa una compagnia low cost a offrire voli a pochi euro e guadagnare lo stesso così tanto? Un volo su una low cost ha un prezzo di decine, talvolta centinaia, di euro inferiore rispetto a quello di una compagnia aerea tradizionale; se si trova l’offerta giusta a volte si riesce a viaggiare con meno di 10 euro per una tratta europea che non superi le 2-3 ore di volo. Tutti sanno che le low cost riescono a offrire prezzi così bassi riducendo le spese all’osso e ottimizzandole, mentre in pochi sono consapevoli di come si faccia nella pratica a spendere meno in uno dei mercati più costosi e rischiosi che esistano al mondo.
Come funziona una compagnia low cost. Come fanno a far costare i biglietti così poco e guadagnare comunque? Gli extra sono solo una piccola parte della loro strategia.
Oggi è la Giornata mondiale degli insegnanti, a cui Google ha dedicato un doodle. La Giornata mondiale degli insegnanti è una festa dell’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove l’educazione, la scienza e la cultura, insieme a Education International, la federazione internazionale che raggruppa le sigle sindacali degli insegnanti. La giornata fu creata 25 anni fa, nel 1994, per commemorare la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante, avvenuta nel 1966, definita dall’agenzia la principale base di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale.
Giornata mondiale degli insegnanti: cos’è e perché si celebra oggi. Fu creata 25 anni fa dall'UNESCO e Google le ha dedicato il doodle di oggi.
Ogni giorno decine di milioni di persone condividono link e dicono di che umore sono su Twitter. In molti casi si tratta di informazioni superflue o che interessano un numero ristretto di iscritti, ma se gli stessi dati vengono messi insieme e analizzati possono fornire del buon materiale per uno studio sociologico su larga scala. I ricercatori della Cornell University Scott A. Golder e Michael W. Macy hanno da poco pubblicato sulla rivista scientifica Science i risultati di una interessante ricerca sociologica su Twitter, che dimostra quanto siano comuni e simili i nostri cambiamenti di umore nel corso della settimana e delle singole giornate. I ricercatori hanno analizzato i tweet pubblicati da oltre 2,4 milioni di iscritti al social network in 84 paesi del mondo, andando alla ricerca dei messaggi contenenti alcune parole chiave come “grandioso”, “che schifo” e le emoticon. Per lo studio sono stati utilizzati quattrocento tweet in inglese per ogni utente, inviati in un periodo di tempo compreso tra il febbraio del 2008 e il mese di gennaio del 2010.
Di che umore è il mondo? i ricercatori della Cornell University hanno provato a scoprirlo analizzando i messaggi inviati su Twitter da 2,4 milioni di persone.