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Ok, due dei tre Papi che valeva la pena fotografare in settimana erano attori: Jonathan Pryce nel ruolo di Papa Bergoglio e Anthony Hopkins nel ruolo di Papa Ratzinger, entrambi durante le riprese di The Pope a Caserta. Intanto il Papa, quello vero, stava benedicendo un’auto elettrica per la Formula E. Ora che abbiamo stabilito un nuovo record dell’utilizzo della parola Papa in tre righe, passiamo ad altro: a Britney Spears, per esempio, per i nostalgici degli anni Novanta. Vi ricordate i pettegolezzi sulle regine di Spagna Letizia e Sofia? Questa settimana sono state fotografate insieme, così. Ma poi valeva la pena fotografare il principe Carlo con quel copricapo di piume in testa e la felpa bellissima di Laura Boldrini. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Ci sono tre Papi, tre regine e una Britney Spears, tra le persone da fotografare in settimana.
Poco più di un mese a natale, un governo in agonìa, e ognuno di noi ha il suo piccolo orticello con i suoi bravi generi di conforto. Il mondo ce ne dà qualcuno in più, occasionalmente: siano i minatori cileni ripescati o la liberazione di Aung San Suu Kyi. C’è un bel giro di foglie secche gialle rosse, nei dintorni. Questa è la domenica: ce n’è di che rileggere le cose migliori del Post di questa settimana. Gli articoli più letti sul Post da domenica scorsa: – La Lega in una foto – Le dieci applicazioni “indispensabili” per iPhone – I panini di McDonald’s invecchiano come tutti – La fine del governo più solido della storia repubblicana – Anobii è in tilt, da un pezzo
Sunday Post. Il meglio del Post questa settimana, mentre cadono le foglie.
Dal 30 gennaio la blogger cubana Yoani Sanchez ha un passaporto e la possibilità di lasciare Cuba e viaggiare: è finalmente riuscita a partire per un tour di interviste e incontri internazionali, e all’aeroporto era comprensibilmente molto contenta. Nonostante la felicità per la notizia personale, nei giorni successivi all’ottenimento del documento, Sánchez ha denunciato il fatto che a molti altri oppositori del regime non sia ancora permesso lasciare liberamente Cuba. Lo scorso venerdì, invece, Michelle Obama ha tenuto un discorso all’interno del Wal Mart di Springfield in Missouri (perché ci sono diverse Springfield, come sappiamo) di fronte a una parete di insalate nel settore frutta e verdura, per il terzo anniversario di Let’s Move, la sua campagna contro l’obesità infantile. Il principe Harry è stato in Lesotho per una visita a una scuola sostenuta dalla sua associazione di beneficenza, Sentebale, ed è stato molto fotografato in tutte le situazioni di rito, mentre cucinava, scriveva sulle lavagne e giocava con i bambini. A Broadway c’è “Cenerentola”, a Los Angeles c’è Morrissey.
Morrissey e gli altri. Dissidenti con passaporto, Catherine Deneuve e Michelle Obama circondata da insalate tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
La reputazione del trasporto pubblico di Roma è da tempo ai minimi storici: è praticamente impossibile parlare di Roma senza affrontare il disastro dei suoi trasporti, dagli autobus che prendono fuoco e che sono sempre in ritardo alle stazioni della metropolitana chiuse (e quelle che non si sa se e quando apriranno). ATAC, l’azienda del comune che gestisce i trasporti, viene spesso trattata con sarcasmo — quando non esplicitamente detestata — dai cittadini romani, e la situazione non è migliorata molto con l’insediamento della giunta di Virginia Raggi, eletta sindaca con il Movimento 5 Stelle nel 2016. La scarsa qualità del servizio è peraltro riconosciuta e analizzata ufficialmente da un organo dell’amministrazione, l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale: in un rapporto sugli anni 2014-2017 si legge che «il mancato rispetto dei programmi di esercizio, che nel 2017 ha toccato il massimo storico in termini percentuali, ha avuto un rilevante impatto negativo sulla qualità del servizio percepita dai cittadini» e sui ricavi derivati dalla vendita dei biglietti. La volontà della sindaca è sempre stata mantenere ATAC pubblica, nonostante l’azienda abbia da anni grossi debiti (quasi un miliardo e mezzo di euro) nei confronti di banche, comune e fornitori, e nonostante secondo alcuni sia necessario affidare la gestione dei trasporti a più soggetti tramite una gara d’appalto. L’amministrazione sta tentando invece di rimettere in sesto ATAC lasciandole allo stesso tempo la gestione quasi totale del servizio, nella speranza di poterlo migliorare una volta sistemato il bilancio. Negli ultimi mesi si è deciso di intervenire su uno degli aspetti più critici, quello dei mezzi di superficie: in estate è stato annunciato l’acquisto di 227 nuovi autobus, che andranno a integrare un parco mezzi vecchio e piuttosto carente. La notizia è stata accolta come un passo avanti, ma dato che si parla di una città peculiare come Roma è il caso di chiedersi quale sarà il loro impatto sulla qualità del servizio e se questi nuovi autobus siano effettivamente ciò che serviva.
Quanti autobus servono a Roma? in estate ne sono stati acquistati 227, nei prossimi tre anni dovrebbero arrivarne altri 400: non basteranno, ma sono un inizio.
A distanza di un paio di mesi dalla sua scoperta, Oumuamua, il primo asteroide interstellare mai osservato proveniente dall’esterno del nostro sistema solare, continua a incuriosire astronomi, ricercatori e appassionati delle cose che succedono in cielo. È comparso quasi all’improvviso muovendosi velocemente lungo una rotta perpendicolare all’orbita di Mercurio a una velocità di decine di migliaia di chilometri orari, per poi continuare il suo viaggio che lo ha ormai portato a essere a metà strada tra la Terra e il pianeta Giove, il più grande del nostro sistema solare. È troppo veloce per organizzare una missione per andare a fargli visita con una sonda, e ora è sempre più distante per essere osservato con i telescopi. Come se non fosse già abbastanza singolare, la storia di questo asteroide nelle ultime settimane si è arricchita di ipotesi alquanto bizzarre sul fatto che potrebbe essere, se non proprio un’astronave, un oggetto alieno inviato da un’altra civiltà per dirci qualcosa. È tutto estremamente improbabile, ma nei prossimi giorni i ricercatori faranno qualche verifica per essere sicuri di non aver tralasciato nulla, e per escludere o confermare l’ipotesi. Oumuamua è stato osservato per la prima volta dagli astronomi del telescopio Pan STARRS alle Hawaii il 19 ottobre scorso: è stato chiamato così perché in hawaiano la parola significa “primo messaggero giunto da un luogo lontano”. Ha una forma particolare rispetto agli asteroidi che vengono comunemente osservati: è affusolata con una lunghezza massima di 180 metri e una larghezza che, nel punto più ampio, è intorno ai 30 metri (le misure sono piuttosto approssimative e da definire meglio). Nelle rappresentazioni grafiche realizzate da centri di ricerca e agenzie spaziali, ricorda l’aspetto delle navi aliene nei film di fantascienza, ma naturalmente questo non è un elemento sufficiente per dire che sia un mezzo di trasporto di una civiltà remota, che si è sviluppata in un altro sistema solare della nostra galassia.
Alcuni ricercatori si chiedono se questo asteroide interstellare sia un’astronave aliena. È un'ipotesi improbabile, diciamo: ma ecco perché la prendono remotamente sul serio.
I due fondatori di Instagram, Kevin Systrom e Mike Krieger, hanno lasciato la loro azienda e Facebook, la società che la controlla, dicendo di volere “esplorare nuovamente la nostra curiosità e creatività”. La notizia era stata anticipata nella serata di lunedì 24 settembre dal New York Times e in seguito confermata da Systrom, attraverso un post sul blog di Instagram, sorprendendo numerosi osservatori ed esperti di social media. Negli ultimi anni Instagram è diventata centrale per il successo di Facebook, riuscendo a mantenere un’immagine tutto sommato positiva presso gli utenti, a differenza del social network alle prese con scandali legati alla privacy, alla diffusione di notizie false e alle interferenze russe nelle presidenziali statunitensi del 2016. La prima versione di Instagram fu diffusa da Systrom e Krieger nell’ottobre del 2010, con l’intuizione che oltre a creare filtri fotografici da applicare alle proprie immagini gli utenti fossero anche interessati a condividerle in un modo semplice, senza dover ricorrere a email o messaggi. In appena due mesi raccolse oltre un milione di iscritti, che diventarono 10 milioni l’anno seguente. Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, si fece avanti nel 2012 offrendo ai cofondatori dell’applicazione circa un miliardo di dollari per la loro azienda, con un accordo per mantenere separate buona parte delle attività dal social network.
I fondatori di Instagram hanno lasciato Facebook. Kevin Systrom e Mike Krieger dicono di voler sperimentare nuove cose, ma si parla di rapporti sempre più complicati con Mark Zuckerberg.
Cosa sarà è la serie di incontri online sull’”autunno che ci aspetta” organizzata dal festival Pensavo Peccioli, che avrebbe dovuto tenersi lo scorso marzo ed è stato rinviato a causa del coronavirus. Il Post è partner del progetto e ospiterà le dirette delle conversazioni in streaming ogni giorno: giovedì alle 18,30 Marianna Aprile intervista Luca Bottura.
Cosa sarà, con Luca Bottura. Un appuntamento del festival online di cui il Post è partner, con un ospite al giorno.
Il 2 maggio è stata inaugurata l’annuale mostra di moda organizzata dal Metropolitan Museum of Art (MET) di New York: si chiama Manus x Machina: Fashion In An Age Of Technology ed è dedicata alla relazione tra tecnologia e artigianato nella creazione di abiti di alta moda e di prêt-à-porter, che siano realizzati a mano, a macchina o con l’aiuto di stampanti 3D. L’esibizione è stata presentata con il tradizionale gala di beneficenza a cui hanno partecipato numerosi personaggi famosi – tra cui Beyoncé, Madonna e Lady Gaga – i cui vestiti (teoricamente) dovevano riprendere il tema della mostra. La mostra comprende più di 150 abiti in diverse variazioni: i più antichi risalgono all’inizio del XX secolo, mentre alcuni sono recenti. La mostra racconta l’evoluzione della moda e come si è differenziata nel tempo tra haute couture (cioè l’alta moda) e il prêt-à-porter (i capi di abbigliamento da portare tutti i giorni) anche per come venivano confezionati gli abiti: a mano i primi e con la macchina da cucire i secondi, per distinguere un prodotto unico da quelli realizzati in serie e in quantità industriali. Nei tempi più recenti è una differenza che si è andata perdendo, come spiega Andrew Bolton, il curatore di Manus x Machina: alcuni degli abiti più lussuosi che vengono prodotti oggi per esempio non potrebbero essere realizzati senza l’uso della tecnologia. Tra gli abiti in mostra ci sono creazioni di stilisti famosi come Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld e Issey Miyake.
La più importante mostra di moda dell’anno. È quella del Metropolitan Museum di New York: mostra l'evoluzione degli abiti dall'invenzione della macchina da cucire alle stampanti 3D.
Venerdì è morto a Roma Adriano Ossicini, che fu partigiano, senatore per la Sinistra Indipendente, vicepresidente del Senato e ministro per la Famiglia e la solidarietà civile del governo Dini tra il 1995 e il 1996. Aveva 98 anni. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ossicini salvò la vita a decine di ebrei romani nascondendoli in ospedale e inventandosi una malattia fittizia, il “morbo di K” (come le iniziali di due ufficiali nazisti, Kesselring e Kappler), che, altamente contagioso, teneva alla larga le Schutzstaffel (SS). Divenne psichiatra nel 1944 e dopo la guerra intraprese la carriera accademica, insegnando psicologia alla Sapienza di Roma. Nel 1968 venne eletto al Senato come indipendente nelle liste del PCI, per poi aderire alla Sinistra Indipendente. Ossicini è morto all’ospedale Fatebenefratelli di Roma dove era ricoverato per le conseguenze di una caduta.
È morto a 98 anni Adriano Ossicini, ex partigiano e ministro, che salvò decine di ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
Nei paesi occidentali si parla ormai da anni della possibilità – o della necessità, secondo chi ne parla – di alzare l’età pensionabile e incentivare le persone a restare al lavoro qualche anno in più: e questo nonostante negli ultimi anni diversi paesi abbiano già preso provvedimenti in questa direzione, tra le proteste dei sindacati e di molti lavoratori. L’Economist riprende l’argomento e si schiera a favore dell’aumento dell’età pensionabile, sostenendo in sostanza due cose: che è necessario, che ci piaccia o no; che in fin dei conti non sarebbe poi così male, per i cittadini. L’Economist sostiene che il vero problema non sia tanto che all’allungamento della vita media debba corrispondere un allungamento degli anni passati a lavorare, quanto che l’allungamento della vita media comporti la mancanza di lavoratori in grado di mantenere, attraverso le tasse, i pensionati. Se i tassi di natalità continueranno a essere così bassi, infatti, nel 2050 negli Stati Uniti ci saranno solo 2,6 lavoratori per ogni pensionato, e in Europa andrebbe persino peggio: in Francia, Germania e Italia sarebbero rispettivamente 1,9, 1,6 e 1,5. Con cifre del genere, il sistema semplicemente non potrebbe stare in piedi.
Il problema con le pensioni. Rassegnatevi, scrive l'Economist: arriverà il momento in cui alzare ancora l'età pensionabile sarà necessario.
Il 25 giugno Beyoncé e Jay-Z hanno iniziato al Sun Life Stadium di Miami il loro tour mondiale insieme, “On the Run”. Oltre alle canzoni per cui hanno collaborato (Big Pimpin, Drunk in Love, Run The World, Crazy in Love e Upgrade U), Beyoncé e Jay-Z hanno cantato alcune delle loro più famose canzoni come solisti, e ne hanno adattate alcune per il concerto (come Holy Grail, in cui Beyoncé ha cantato la parte di Justin Timberlake). Durante la canzone con cui hanno chiuso la serata, Young Forever, hanno proiettato un video del giorno del loro matrimonio, nel 2008, e uno della loro figlia, Blue Ivy.
Il primo concerto insieme di Beyoncé e Jay-Z. Foto e video della prima data del tour "On The Run" (in cui è stato proiettato anche il filmino del loro matrimonio).
Cristiano Di Pietro è un politico molisano, già consigliere comunale a Montenero di Bisaccia, ed è figlio di Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei Valori. Cristiano Di Pietro è candidato alle elezioni regionali che si terranno in Molise il mese prossimo e questo ha generato una serie di proteste da parte dei militanti locali del partito, rese formali dalle dimissioni in massa degli iscritti del circolo dell’Italia dei Valori di Termoli, comune in provincia di Campobasso. Antonio Di Pietro ha risposto oggi alle critiche con questo video, diffuso su Youtube e sul suo blog.
Di Pietro risponde sulla candidatura di suo figlio. Cristiano Di Pietro è candidato a consigliere regionale in Molise, tra le proteste del partito locale, e oggi il presidente IdV ha cercato di spiegarsi.
Tra le ragioni per cui si ricordano le Olimpiadi di Berlino del 1936 – quelle di Hitler – c’è Olympia, il lungo documentario sui Giochi girato dalla regista tedesca Leni Riefenstahl. Olympia – che uscì nel 1938 perché Riefenstahl impiegò quasi due anni per guardare i più di 400mila metri di pellicola di girato, selezionare le scene del film e montarle – è uno dei film più famosi tra quelli dedicati allo sport. È anche il primo film in assoluto sulle Olimpiadi. Fu commissionato per documentare i Giochi di Berlino ma anche per essere una riflessione sul loro significato – oltre a celebrare i successi sportivi dei tedeschi. Leni Riefenstahl, il cui nome completo era Helene Bertha Amalie Riefenstahl, nacque a Berlino nel 1902. Fin da bambina studiò danza, pittura e teatro, e poi divenne una ballerina. Nel 1924 dovette abbandonare la danza a causa di un’infortunio al ginocchio rimediato durante una tournée a Praga, e iniziò a recitare nei film muti. Si appassionò a un genere che allora andava di moda, quello del “cinema di montagna”, e recitò in La montagna dell’amore, un film di Arnold Fanck in cui il protagonista maschile era interpretato dall’attore italiano Luis Trenker. Il suo primo film da regista (oltre che da attrice) fu La bella maledetta, ambientato nella zona di Cortina d’Ampezzo; il film uscì nel 1932, quando le donne registe erano pochissime, e fu presentato alla prima edizione del Festival di Venezia.
La storia di “Olympia”. Il film documentario che la regista tedesca Leni Riefenstahl girò alle Olimpiadi del 1936, quelle di Hitler.
L’animale più brutto finito nella rubrica settimanale di foto bestiali del Post è senza dubbio una femmina di tamarino calvo, una specie della famiglia delle scimmie del Nuovo Mondo, diffuse soprattutto nell’America centrale e nell’America meridionale. I tamarini calvi vivono a nord del Rio delle Amazzoni, vicino a Manaus (se Manaus vi dice qualcosa non vi state sbagliando, la nazionale italiana di calcio ci giocò la sua prima partita ai Mondiali che si tennero in Brasile nel 2014: è una città nel mezzo della foresta amazzonica raggiungibile solo via fiume o in aereo). I tamarini calvi raggiungono fino ai 70 centimetri di lunghezza, hanno una coda che può essere lunga anche due volte in corpo e sono molto brutti. Di altra bellezza è invece Mei Xiang, il panda femmina dello zoo Smithsonian di Washington. I funzionari dello zoo hanno registrato da qualche giorno dei livelli di ormoni più elevati della norma, segno che Mei Xiang potrebbe essere incinta: Mei Xiang era stata sottoposta all’inseminazione artificiale alla fine di aprile. Per avere la certezza della gravidanza bisognerà aspettare ancora: anche perché, come è ormai noto, le femmine di panda possono fingere di essere incinte. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Fate largo. Un primo piano del bruttissimissimo tamarino calvo e una gara di anatre, tra le migliori foto bestiali della settimana.
Negli ultimi due giorni la circolazione dei treni in Italia è stata fortemente rallentata a causa del freddo e del brutto tempo che ha coinvolto molte zone del paese. L’aria molto fredda proveniente dalla Russia settentrionale ha provocato abbondanti nevicate, soprattutto nell’Italia centro-meridionale, causando tra le altre cose cancellazioni e ritardi del trasporto ferroviario. Oggi la situazione si sta gradualmente normalizzando, anche grazie alle migliori condizioni del meteo, e sarà garantito l’80 per cento dei treni ad alta velocità e il 70 per cento di quelli regionali. Trenitalia e Nuovo Trasporto Viaggiatori (la società dei treni Italo) hanno definito una serie di provvedimenti speciali per regolare la circolazione ferroviaria di oggi, mercoledì 28 febbraio: in molti casi potete sapere in anticipo se il vostro treno sarà cancellato.
La situazione dei treni di mercoledì: i ritardi e le cancellazioni. Oggi la circolazione dei treni sta gradualmente tornando alla normalità, ma continuano a esserci problemi su varie linee: gli orari e le altre cose da sapere.
Un’opinione diffusa sulla campagna dei “dieci milioni di firme” contro Berlusconi era stata riassunta qualche settimana fa in una puntata di Annozero da Paolo Mieli. «Dieci milioni di firme è una chiara stupidaggine»
Il guaio delle firme del PD. Un'operazione già politicamente avventata si sta traducendo in una piccola brutta figura online.
La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva le condanne a Emilio Fede e Nicole Minetti nel processo noto come “Ruby bis“, che prende il nome dal soprannome di Karima el Marough e riguarda le “cene eleganti” organizzate nella casa di Arcore di Silvio Berlusconi. La quarta sezione penale della Cassazione ha condannato Fede a 4 anni e 7 mesi di reclusione per tentata induzione e favoreggiamento della prostituzione; Minetti è invece stata condannata a 2 anni e 10 mesi per favoreggiamento della prostituzione. I ricorsi fatti dai due imputati a seguito della sentenza di appello bis del maggio 2018 sono stati ritenuti inammissibili. Dato che la sua pena supera i 4 anni, Fede potrebbe scontarla in carcere. Avendo lui più di 70 anni (ne ha 87) potrà però chiedere la detenzione domiciliare e, in seguito, l’affidamento in prova ai servizi sociali. Il legale di Minetti – l’ex consigliera regionale lombarda che ora ha 34 anni – ha fatto sapere che sarà chiesto «l’affidamento in prova ai servizi sociali, come consentito dalla legge».
La Corte di Cassazione ha confermato le condanne nei confronti di Emilio Fede e Nicole Minetti nel processo “Ruby bis”. Per favoreggiamento della prostituzione: Fede a 4 anni e 7 mesi e Minetti a 2 anni e 10 mesi.
Quartz ha raccontato la storia di Comic Republic, una startup nigeriana con sede a Lagos, che sta creando una serie di fumetti di supereroi dedicata al pubblico africano. I personaggi sono stati ribattezzati dai fan e dalla stampa “Africa’s Avengers”, citando i famosi personaggi della Marvel: tra gli altri ci sono Guardian Prime, un venticinquenne nigeriano che lavora come designer ma ha una forza straordinaria che usa per combattere i criminali, e Hilda Avonomemi Moses, una donna proveniente da un piccolo villaggio che può vedere e comunicare con gli spiriti. I fumetti di Comic Republic sono scritti in inglese e sono disponibili solamente in formato digitale e gratuitamente. La crescita di Comic Republic e la popolarità dei suoi fumetti è stata abbastanza evidente: dal 2013, anno di fondazione della startup, i download sono aumentati da poche centinaia ai più di 25 mila dell’ultimo numero della serie. Jide Martin, il fondatore di Comic Republic, ha detto che cercherà di inserire progressivamente delle pubblicità all’interno dei fumetti, per rendere il progetto economicamente sostenibile. Oggi la Comic Republic ha un team di 9 persone e guadagna soprattutto grazie ai lavori che gli vengono commissionati da privati e aziende: gli ultimi sono stati delle illustrazioni sui rischi della malaria per una ONG e un ritratto a fumetti commissionato dal proprietario di una catena di vestiti nigeriana.
I fumetti di supereroi africani. Li disegna e produce una startup di Lagos, si scaricano gratis, stanno avendo un certo successo (non solo in Africa).
Rubare un’idea di successo e mai smettere di innovarsi: è così che gli Oreo, fatti da due cialde al cioccolato e un ripieno di crema alla vaniglia, sono diventati i biscotti più venduti del XX secolo, con circa 491 miliardi di biscotti venduti dalla messa in commercio, nel 1912. La popolarità e le vendite continuano a crescere anche grazie ai nuovi mercati, tra cui la Cina: ogni anno, secondo l’azienda, vengono prodotti 40 miliardi di Oreo, venduti in 100 paesi. L’altra formula vincente è l’offerta continua di nuove versioni, legate a un’occasione o a gusti sorprendenti. Questi nuovi Oreo incuriosiscono le persone che non solo li comprano per assaggiarli ma aggiungono al carrello anche quelli classici. Secondo la società di consulenza Nielsen, infatti, negli ultimi tre anni le vendite dei gusti speciali sono aumentate del 12 per cento trascinando anche quelle degli Oreo tradizionali, cresciute del 22 per cento.
Cosa c’è dentro un Oreo. Una storia fatta di rivalità familiari, nomi rovinosi e gusti improbabili rinnovati di continuo.
È morto a 82 anni l’attore britannico Albert Finney. Tra i suoi film più famosi ci sono Tom Jones, Due per la strada, Assassinio sull’Orient-Express e Un ostaggio di riguardo. Nel 2000 aveva recitato in Erin Brockovich – Forte come la verità e nel 2006 in Un’ottima annata, il film di Ridley Scott con Russell Crowe come protagonista. Nella sua carriera era stato nominato cinque volte per l’Oscar ma non l’aveva mai vinto. Finney è morto in seguito a una breve malattia. Finney era nato a Salford nel 1936 e aveva studiato recitazione presso la Royal Academy of Dramatic Arts, avendo come compagni di studi Peter O’Toole e Alan Bates. Iniziò a recitare a teatro e poi passò al cinema con Gli sfasati di Tony Richardson e Sabato sera domenica mattina di Karel Reisz. Il successo vero, anche fuori dal Regno Unito, arrivò però nel 1963 grazie a Tom Jones, in cui fu di nuovo diretto da Richardson. Sempre negli anni Sessanta Finney recitò insieme a Audrey Hepburn in Due per la strada e diresse il film L’errore di vivere.
È morto l’attore Albert Finney. Aveva 82 anni, era stato Hercule Poirot in "Assassinio sull'Orient Express" e più di recente aveva recitato in "Erin Brockovich" e "Un'ottima annata".
Molte delle cose che succederanno intorno ai Mondiali di calcio, che iniziano oggi in Brasile, saranno raccontate e condivise da milioni di persone su Twitter, uno dei più grandi social network del mondo insieme a Facebook. Era già successo qualcosa di analogo nel 2010, ma all’epoca Twitter aveva molti meno iscritti degli oltre 200 milioni di persone che ora lo utilizzano quasi giornalmente per dire la loro, informarsi e restare in contatto con gli amici che seguono. Per incentivare ulteriormente l’utilizzo dei suoi servizi, nelle ultime settimane Twitter ha attivato diversi servizi e opzioni per seguire la Coppa del Mondo – prima, durante e dopo le partite.
Come seguire i Mondiali su Twitter. Gli hashtag, le opzioni per le app su smartphone, l'account dell'Italia e come si twittano le bandierine.
Il 19 ottobre 1994, venticinque anni fa, uscì in una manciata di cinema americani Clerks, una commedia in bianco e nero girata in poche settimane in un minimarket del New Jersey. Era costato meno di 30mila dollari, ma ne avrebbe guadagnati tre milioni, e soprattutto sarebbe diventato uno dei film che ha sostanzialmente definito l’espressione “di culto”. La versione in home video di Clerks ebbe una circolazione tale che diventò uno dei più conosciuti film indipendenti del decennio, anche se la sua fama è sempre rimasta piuttosto limitata alla generazione di chi è stato adolescente negli anni Novanta. A produrre, scrivere e dirigere Clerks fu Kevin Smith, che allora era un 24enne del New Jersey che aveva deciso di iscriversi a un corso di cinema dopo aver visto Slacker di Richard Linklater, una commedia girata interamente nella città natale del regista, Austin. Smith aveva però lasciato il corso dopo pochi mesi, era tornato a Leonardo, la città del New Jersey dove viveva, deciso a girare un film ambientandolo sul suo posto di lavoro: un anonimo minimarket dove faceva il commesso. Come ha spiegato lo stesso Smith sul Guardian:
I 25 anni di “Clerks”. Fu girato con due soldi durante le chiusure notturne di un minimarket del New Jersey: incassò cento volte il suo budget iniziale diventando un film di culto.
Gmail è uno dei servizi di posta elettronica più usati al mondo. Fu messo online nel 2004 da Google e nei suoi 15 anni di esistenza ha raccolto più di 1,4 miliardi di iscritti, che ogni giorno utilizzano gratuitamente i propri indirizzi email per scambiarsi messaggi e per registrarsi a decine di siti, compreso quello della propria banca. Gmail ha raggiunto un successo planetario offrendo più spazio di archiviazione per le email rispetto alla concorrenza, con un’interfaccia all’epoca particolarmente innovativa e flessibile e abituando tutti a usufruirne gratuitamente, ma ora le cose potrebbero cambiare, almeno a giudicare da alcune scelte di Google nell’ultimo periodo. Un tempo, nelle pagine che invitavano a iscriversi a Gmail, Google enfatizzava la possibilità di ottenere un indirizzo email e diversi gigabyte di spazio online gratuitamente, grazie al suo modello di business basato sulla pubblicità. Il servizio era inoltre promosso segnalando che lo spazio di archiviazione sarebbe aumentato costantemente, come poteva verificare ogni iscritto osservando il conteggio dei gigabyte disponibili al fondo della versione per browser di Gmail.
Gmail ci ha abituati a non pagare, ma ora Google inizia a chiedere il conto. Mentre la nostra casella di posta si riempiva di gigabyte, lo spazio fornito gratuitamente agli utenti ha smesso di crescere.
Oggi lo Space Shuttle Endeavour parte da Cape Canaveral per la sua ultima missione spaziale e il penultimo volo nella storia del programma degli Space Shuttle. I sei membri dell’equipaggio raggiungeranno la Stazione Spaziale Internazionale per portare strumentazioni, materiali e rifornimenti. Tra i nuovi dispositivi che saranno portati in orbita c’è anche l’Alpha Magnetic Spectrometer, un rilevatore che servirà per studiare la possibile presenza di nuovi tipi di particelle misurando i raggi cosmici. Il lancio doveva avvenire lo scorso 29 aprile, ma è stato rinviato per ragioni tecniche di un paio di settimane. A bordo dello Shuttle c’è anche Mark Kelly, il marito della deputata del Congresso americano Gabrielle Giffords, rimasta gravemente ferita nella sparatoria di Tucson dello scorso gennaio.
L’ultimo lancio dello Shuttle Endeavour. La immagini in diretta da Cape Canaveral della partenza dello Shuttle, che viaggerà verso la Stazione Spaziale Internazionale.
Martedì 13 agosto qualcuno a Lodi ha vinto 209 milioni di euro al SuperEnalotto. Anzi: 209 milioni, 160mila e 441 euro. Non si diventa ricchi approssimando per difetto. WOW.
C’è solo una persona in Italia a cui interessa questo articolo. Quella che ieri ha vinto 209 milioni al SuperEnalotto e ora deve capire cosa fare: ma per fortuna ci siamo qui noi.
È uscita la selezione delle migliori copertine di giornali e riviste dell’anno curata dal sito Coverjunkie. Come sempre ce ne sono moltissime del New York Times Magazine, di Time e Vogue, mentre di italiane ce ne sono due: quella di Rolling Stone con la bandiera LGBT, e una del mensile di lifestyle maschile Icon. Rispetto agli anni passati la raccolta è un po’ meno sperimentale e propone riviste che probabilmente già conoscete, perlomeno se siete un po’ appassionati. Sfogliarla è comunque interessante, non solo per guardare qualcosa di graficamente bello o inventivo ma anche per ripassare l’ultimo anno: dai guai di Facebook, alla morte di Stan Lee, al gran ritorno dell’animalier. Qui potete anche votare le vostre tre copertine preferite. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le più belle copertine di riviste del 2018. Le ha scelte il sito specializzato Coverjunkie e sono uno spettacolo di grafica, disegni e idee: ce ne sono anche due italiane.
Il 16 maggio 1929, 90 anni fa, furono assegnati a Los Angeles i primi Oscar, anche se ancora nessuno li chiamava così. Si chiamavano soltanto Academy Awards: cioè i premi dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, un’associazione creata due anni prima. Le statuette già c’erano, ma non avevano ancora un nome. La cerimonia non fu granché: durò 15 minuti, non fu trasmessa né in radio né in tv e i giornali non le diedero particolare peso. D’altra parte i vincitori erano stati annunciati tre mesi prima. Ma ci furono comunque cose di cui parlare: qualche grande nome venne snobbato, si premiarono i film muti trascurando la recente innovazione del sonoro e non fu ben chiaro quale fosse il premio più importante tra due premi simili. Col tempo però si sarebbe deciso che un premio era più importante degli altri, e quindi oggi possiamo dire che il primo miglior film della storia degli Oscar fu Ali: un film muto di amore, guerra e amicizia; con tante scene di azione girate in volo, con un paio di scene di nudo, con un bacio tra due uomini e una scena che molti avranno già visto, magari senza sapere che sia una scena di Ali.
Chi vinse i primi Oscar, 90 anni fa. All'epoca non si chiamavano ancora Oscar, i "miglior film" furono due e in uno di questi c'era un bacio tra due uomini.
27 anni fa un bambino indiano di cinque anni, Saroo Munshi Khan, si addormentò su un treno fermo in una stazione ferroviaria nel Berhanpur, in India. Saroo si trovava alla stazione assieme al fratello quattordicenne. Quando il treno partì Saroo non se ne accorse: si svegliò molti chilometri dopo, senza sapere dove fosse, e da solo, perché prima che il treno partisse il fratello si era allontanato per fare un giro in stazione. Il treno era diretto a Calcutta, a 1500 chilometri da dove Saroo era partito: da quel momento Saroo iniziò una nuova vita, e solo 27 anni dopo è riuscito a rintracciare la sua famiglia, grazie alle immagini di Google Earth. La storia di Saroo è stata raccontata martedì 15 ottobre sul blog ufficiale di Google.
Il ritorno a casa di Saroo. Aveva 5 anni quando si addormentò su un treno in India che lo portò a 1500 chilometri dalla sua famiglia, che ha ritrovato 27 anni dopo grazie a Google Earth.
La procura di Ragusa ha indagato il comandante e il capo missione della nave Eleonore, operata dalla ong tedesca Mission Lifeline e che ieri aveva forzato il divieto di entrare in acque territoriali italiane attraccando al porto di Pozzallo, in Sicilia, dove aveva fatto sbarcare 104 migranti soccorsi otto giorni prima nel Mediterraneo. L’ipotesi di reato è quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La nave è stata sequestrata, e affidata in custodia allo stesso comandante. Tra le persone sbarcate dalla nave, la polizia ha arrestato un 18enne sudanese che si sospetta essere stato lo scafista del gruppo di migranti.
La procura di Ragusa ha indagato il comandante e il capo missione della nave Eleonore della ong Mission Lifeline.
Frans de Waal è un primatologo olandese, uno studioso dei primati non umani tra i più stimati e conosciuti al mondo, anche grazie alla sua lunga attività da divulgatore. Nel suo ultimo libro, Mama’s Last Hug (non ancora tradotto in italiano), de Waal racconta ricerche e studi che hanno analizzato la capacità degli animali di ricordare, rielaborando le loro esperienze passate per prepararsi al futuro. Questi processi, con diversi gradi di complessità, sono svolti da animali appartenenti a numerose specie tra cui scimpanzé, uccelli e perfino topi e ratti. Un topo che si trova davanti a un bivio, per esempio, impiega di solito qualche secondo prima di decidere come proseguire. Secondo gli studi più recenti, prima di arrivare a una decisione un topo deve proiettare se stesso nel futuro. Le analisi dell’attività nel loro ippocampo, la parte del cervello con un importante ruolo nel gestire la memoria, hanno evidenziato come i topi mettano a confronto i ricordi dei percorsi già compiuti, per immaginare i loro percorsi futuri. Questo implica che un topo sia in grado di distinguere tra un’esperienza già vissuta e un’azione che invece non ha ancora svolto, una condizione che richiede una sorta di “io primordiale”.
Come ricordano gli animali. Scimpanzé, ratti, delfini e topi si preparano al futuro ripensando al loro passato, dimostrando di fare tesoro dei loro ricordi.
Dal 17 al 28 agosto a Ginevra, in Svizzera, si riuniranno come ogni tre anni i paesi firmatari della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) e tra le altre cose si parlerà delle giraffe. Sei paesi africani – il Chad, il Kenya, il Mali, il Niger, la Repubblica Centrafricana e il Senegal – proporranno che le giraffe siano considerate una specie che «sebbene non sia minacciata dall’estinzione al momento, potrebbe diventarlo senza un attento controllo del commercio di esemplari». Infatti il numero delle giraffe è diminuito del 40 per cento tra il 1985 e il 2015 ma diversamente da quanto è successo per altre specie di grandi mammiferi africani, come elefanti e leoni, fino a poco tempo fa sembrava che nessuno se ne stesse accorgendo. Secondo la classificazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l’ente internazionale che valuta quali siano le specie animali e vegetali che rischiano l’estinzione e quanto ci siano vicine, le giraffe della specie più diffusa, la Giraffa camelopardalis, sono Vulnerable, due gradini sopra alla categoria delle specie estinte. Ancora nel 2016 erano invece considerate una specie abbondante e diffusa perché per molto tempo non erano stati fatti studi adeguati sul loro numero. Il loro spostamento di categoria nella Lista rossa dell’IUCN infatti aveva stupito molti, anche tra chi si occupa di protezione delle specie animali, facendo parlare di una «estinzione silenziosa». Julian Fennessy, una delle persone che all’IUCN si occupa di giraffe, lo ha spiegato così all’Agence France-Presse: «La giraffa è un animale grande, che si vede facilmente nei parchi e nelle riserve. Questo potrebbe aver creato la falsa impressione che se la stesse cavando bene».
Cosa si sta facendo per evitare l’estinzione delle giraffe. Sappiamo che sono diminuite tantissimo, ma non sappiamo ancora perché: intervenire non è facile.
Sarà inaugurata domani 14 febbraio e resterà aperta fino al 30 marzo una piccola mostra nei locali di MiCamera, libreria e spazio polifunzionale di Milano che si occupa di fotografia. La mostra contiene i lavori di due fotografi: da un lato un racconto estivo e in bianco e nero del fotografo statunitense Mark Steinmetz, dall’altro lato l’inverno intimo e personale fotografato da Guido Guidi. L’inverno di Guido Guidi è affrontato con il progetto Gennaio 2012, una selezione di 15 immagini scattate dietro casa e organizzate in sequenza. Chi osserva è invitato a cercare nelle fotografie un dettaglio rivelatore, parte della vita personale del fotografo. Il paesaggio invernale è interpretato secondo un filtro molto intimo. L’estate è rappresentata invece da Mark Steinmetz che sceglie una selezione da Summertime, una raccolta di 15 immagini che raccontano in maniera piuttosto diretta l’estate e l’adolescenza. Scattate tra il 1984 e il 1991 negli Stati Uniti, le immagini raccontano le atmosfere di una stagione molto importante per quella fase particolare della vita di una persona.
Una mostra e due fotografi a Milano. L'inverno e l'estate raccontati da 5 fotografie di Guido Guidi e 5 di Mark Steinmetz.
Nella notte due persone, una donna e suo figlio, sono morte per un incendio in una casa di campagna a Sarnano, in provincia di Macerata. Una terza persona, un uomo disabile, è stata messa in salvo dai vigili del fuoco e portata in ospedale. Non si sa ancora cosa abbia causato l’incendio. #Sarnano (MC) #18nov 00.54, incendio in una casa con tre persone all’interno. I #vigilidelfuoco riescono a salvare il padre disabile, nulla possono fare per la madre e il figlio pic.twitter.com/WwaZVk5QOR
Due persone sono morte in un incendio in provincia di Macerata.
Una start-up di Internet poco conosciuta sta portando un po’ di scompiglio nell’industria televisiva americana usando una tecnologia alquanto datata: l’antenna. La start-up, che si chiama Aereo, usa migliaia di piccole antenne per ricevere i segnali televisivi, poi converte i programmi in uno streaming online che viene successivamente distribuito ai clienti del servizio in 11 diverse città. Quello che invece la start-up non fa è pagare le licenze alle emittenti che producono i programmi televisivi. E questo ha messo Aereo al centro di un dibattito riguardo l’efficacia delle leggi per il diritto di autore, l’accessibilità delle frequenze radio pubbliche e il futuro della televisione.
La start-up che vuole cambiare la televisione. La Corte Suprema degli Stati Uniti si occupa di Aereo, società che trasmette online i segnali delle principali società televisive, che se la sono presa molto.
Nella raccolta bestiale della settimana c’è una coppia di animali che ritorna più volte; non perché le due erzette garzette siano più fotogeniche del pavone bianco, per esempio, o di quello comunemente colorato, per non parlare del piccolo di orso che gioca con la mamma, ma per le diverse fasi del corteggiamento che raccontano: preferiamo la maestosità un po’ prepotente o quel bacio quasi rubato? Giudicate voi. L’altro dilemma è colpa di un gruppo di pinguini, dove spicca un raro esemplare albino; o forse quello che spicca veramente è un altro esemplare, dello stesso colore di tutti gli altri ma l’unico a guardare in un’altra direzione, dritto in camera. Per finire, avete mai visto un’ortica di mare? E un maiale di terra? Se siete affezionati lettori del Post, la risposta è sì. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Maiali di terra, ortiche di mare, pinguini albini ed egrette garzette, tra gli animali più fotogenici della settimana.
Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale, ha raccontato su Internazionale la storia di Faccetta Nera, canzone scritta da Renato Micheli nel 1935 e considerata oggi la più rappresentativa del ventennio fascista. Faccetta Nera, scrive Scego, continua a essere molto ripresa con fini razzisti, spesso per umiliare i neri, ma in pochi conoscono la vera storia della canzone e ne capiscono i riferimenti. Scego spiega che in realtà Faccetta Nera è più una canzone sessista che razzista: racconta un’idea di liberazione dell’Etiopia – paese africano che era in quegli anni obiettivo coloniale dell’Italia – in cui «si inneggiava a una sorta di “unione” tra italiani ed etiopi». L’unione era però solo con le donne etiopi, gli uomini ne erano esclusi: era «un’unione sessuale e carnale». Il fatto che Faccetta Nera sia citata molto ancora oggi, scrive Scego, è il simbolo dall’incapacità della società italiana di abbandonare alcuni retaggi maschilisti che si porta dietro da molto tempo. “Durante una trasmissione in tv a cui ho partecipato, è successo un fatterello”. Così comincia un post su Facebook che Maryan Ismail, attivista politica italosomala, ha pubblicato pochi giorni fa. Il fatterello ha come scenario uno studio televisivo. Maryan, che fa politica attiva a Milano da molti anni, ha deciso di contrastare il razzismo parlando in ogni spazio pubblico, tv compresa. Naturalmente non parla solo di immigrazione, ogni causa importante la trova sulle barricate: dalla lotta contro il fondamentalismo (ha perso recentemente suo fratello in un attentato di Al Shabaab a Mogadiscio) fino alle questioni riguardanti la vivibilità urbana. “Però ho la pelle nera”, dice Maryan sottolineando che la lotta contro le discriminazioni è una delle voci importanti della sua missione politica. E spesso per attaccarla gli interlocutori, soprattutto in tv, usano proprio la sua pelle.
La vera storia di “Faccetta Nera”. La canzone simbolo del ventennio fascista ha una storia che conoscono in pochi: è più sessista che razzista, scrive Igiaba Scego su Internazionale.
Virginia Raggi al primo turno delle amministrative di Roma ha avuto più voti di tutti: la candidata del Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 35,4 per cento delle preferenze e tra due settimane, il 19 giugno, sfiderà al ballottaggio Roberto Giachetti del Partito Democratico, arrivato secondo con il 24,8 per cento dei voti. Raggi era stata scelta come candidata del Movimento 5 Stelle lo scorso 23 febbraio, con una votazione online nella quale l’avevano scelta 1.724 attivisti iscritti al partito. Raggi era consigliera comunale e da tempo la stampa la descriveva come l’esponente del Movimento più popolare in città. Raggi, che ha 37 anni, ha iniziato a fare politica nel Movimento 5 Stelle nel 2011 ed era entrata in consiglio comunale nel 2013 con 1.525 preferenze. In questi tre anni all’opposizione si è occupata soprattutto di questioni relative alla scuola e all’ambiente.
Chi è Virginia Raggi, che è arrivata prima a Roma. Piccola storia e proposte della candidata del Movimento 5 Stelle a sindaco di Roma, che ha ottenuto oltre un terzo dei voti al primo turno.
Sui gatti senza pelo, quelli della razza sphynx, è difficile essere neutrali: potreste trovarli adorabili, oppure molto brutti (se non addirittura spaventosi). Per questo è importante sapere che sono i primi animali nella raccolta di questa settimana. Ma ci sono anche bellissimi fenicotteri che si riflettono nell’acqua, oltre a un bharal, di cui avrete certamente presente l’aspetto, anche se il nome non vi dice niente. E poi golden retriever che vi faranno invidia, giovanissimi oranghi che si fanno bastare palloni sgonfiati, e orsi polari solitari in mezzo a paesaggi incredibili. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly beasts. Una mantide religiosa su un fiore di loto, pellicani che litigano e un orso polare tutto solo, tra le foto di animali della settimana.
Sul sito “il Fatto Alimentare”, Roberto La Pira ha scritto qualche giorno fa un articolo che descrive la tecnica con cui viene preparato il gelato di Grom, catena di gelaterie di grande successo fondata a Torino nel 2003 e oggi diffusa in 34 città italiane e 5 straniere. La Pira critica l’associazione dell’espressione “gelato artigianale” ai gelati di Grom, commenta l’uso di un additivo “meccanico” e le conseguenze del mancato uso di emulsionanti. All’articolo di La Pira ha risposto oggi Guido Martinetti, uno dei due soci fondatori di Grom. L’articolo di La Pira:
Com’è fatto il gelato di Grom. Guido Martinetti, cofondatore della popolare catena di gelati, risponde ad alcune critiche sulla produzione e l'uso di additivi.
Dopo che giovedì scorso l’attore Roberto Benigni aveva – nei toni sempre poco solenni dei suoi interventi – parlato a favore del Sì al referendum costituzionale, molti sostenitori del No lo hanno attaccato personalmente anche in forme molto aggressive e volgari. Tra questi anche diversi militanti o elettori di sinistra, abitualmente simpatizzanti delle stesse cause sostenute da Benigni nel tempo, o dei suoi attacchi contro il centrodestra o contro Silvio Berlusconi. Su Repubblica di venerdì il filosofo e scrittore Massimo Recalcati ha usato la questione per cercare di analizzare le ragioni della grande violenza con cui spesso molte persone di sinistra si rivolgono nei confronti di persone della loro stessa parte politica nel momento in cui le considerano “traditori” (oppure “rinnegati”, come scrive Adriano Sofri sul Foglio in una risposta a Recalcati) . La scadenza per il voto sul referendum costituzionale si avvicina e, come è normale, il dibattito politico si infiamma. In ogni referendum che ha marcato il passo, il paese si è inevitabilmente diviso (monarchia e repubblica; divorzio, aborto). Accade in democrazia che vi sia una maggioranza e una minoranza. La cosa che più mi colpisce non è quindi né l’infiammarsi del dibattito politico, nè la divisione del paese, ma un sintomo che manifesta una grave malattia che ha da sempre storicamente afflitto la sinistra (ora pienamente ereditata dal M5S). Ne ha fatto recentemente le spese Roberto Benigni aspramente attaccato per la sua presa di posizione a favore del Sì. A quale grave malattia mi sto riferendo? Si tratta della malattia (ideologica) del “tradimento”. Anche una parte del fronte di sinistra del No ne è purtroppo afflitta. Non coloro che ragionano nel merito dei contenuti della riforma non condividendoli (come provò a fare con cura Zagrebelsky in un recente confronto televisivo con Matteo Renzi), ma coloro che vorrebbero situare il confronto sul piano etico impugnando, appunto, l’antico, ma sempre attualissimo, tema del tradimento degli ideali. L’accusa patologica di tradimento implica innanzitutto l’idea di una degradazione antropologica del traditore, di una sua irreversibile corruzione morale. Non un cambio di visione, non la formulazione, magari tormentata, di un giudizio diverso, non l’esistenza di contraddizioni difficili da sciogliere, non il travaglio del pensiero critico. Niente di tutto questo. Il traditore è colui che ha venduto la propria anima al potere, al regime, al sistema. È l’accusa che risuona oggi, non a caso, nella bocca di diversi intellettuali schierati per il No rivolta verso quelli che sostengono le ragioni del Sì: venduti, servi, schiavi dei “poteri forti”. Non a caso agli inizi della campagna referendaria Il fatto quotidiano ne pubblicò addirittura una lista di 250 per mostrarne l’indegnità e la consistenza risibile. L’accusa è che il traditore abbia subdolamente cambiato idea o abbia condiviso un’idea ingiusta per difendere avidamente i propri interessi personali. Il che lo rende moralmente ancora più infame. Egli ha barattato in modo sacrilego la purezza assoluta dell’Ideale con la volgarità interessata e meschina del proprio Io. Ambizione personalistica, prevalenza dell’individuale sul collettivo, incapacità di servire umilmente la Causa perché l’attaccamento “borghese” al proprio Io prevarrebbe cinicamente sul senso universale della storia e sulle sue ragioni.
Il traditore Benigni. Massimo Recalcati sull'inclinazione "stalinista" tuttora presente a sinistra, che annulla gli individui e li mette alla gogna.
Facebook ha messo a disposizione di tutti Threads, una nuova applicazione per scambiarsi messaggi con i propri contatti più stretti su Instagram. Alcune caratteristiche della app erano già stata svelate lo scorso agosto dai siti di tecnologia, ma senza che Instagram fornisse conferme. Threads è stata pensata per rendere più semplice lo scambio di contenuti – fotografie e video – con i propri amici, assecondando la crescente richiesta degli utenti di spazi in cui possano rimanere in contatto solamente con le persone cui tengono di più tramite i social. Alcune funzionalità della nuova app, come la possibilità di creare aggiornamenti di stato automatici, sollevano però qualche preoccupazione per la privacy e sembrano (molto) ispirate a Snapchat. Quando viene avviata, Threads ricorda le app per la fotocamera: la prima cosa che si vede è infatti l’inquadratura fornita dall’obiettivo del proprio smartphone. L’idea è fornire un sistema che sia immediatamente pronto per scattare una fotografia o girare un video da condividere con i propri amici. Ai contenuti non si possono aggiungere filtri come avviene invece sulla classica app di Instagram. I propri contatti preferiti possono essere aggiunti nella parte inferiore della schermata, in modo da girargli più rapidamente i contenuti, senza doverli andare a cercare in un secondo momento nell’elenco degli amici.
Che cos’è Threads, la nuova app di Instagram. Serve per comunicare con gli amici più stretti, e ha un sistema un po' inquietante per condividere automaticamente gli aggiornamenti di stato.
Già pochi anni dopo la grande recessione del 2008 si iniziò a parlare di peak car: un’ipotesi sul fatto che molti dati ed elementi lasciavano ritenere che le automobili e il loro uso avessero raggiunto un picco in seguito al quale, magari dopo un primo momento di stabilizzazione e assestamento, ci sarebbe stata una considerevole diminuzione nell’acquisto e utilizzo di nuove auto. «È il momento del “peak car” dei paesi ricchi» scrisse nel 2012 l’Atlantic, in un articolo che già dal titolo ne attribuiva la responsabilità a car sharing (l’uso di auto tramite noleggio a breve termine), carpooling (la condivisione di un auto tra più persone di diverse famiglie) e car-ignoring (un’espressione, che poi ha avuto meno fortuna degli altri due, usato per identificare chi semplicemente riusciva a fare a meno di un’auto).
Ci saranno mai più auto di così? forse no, dice la teoria del “peak car”, un'ipotesi secondo cui siamo all'apice della vendita delle automobili.
Il nome ufficiale della Lega Nord è “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania”. Lo Statuto del partito, approvato nel marzo 2002 mentre la Lega partecipava con un ministro (lo stesso Umberto Bossi) al governo Berlusconi II, dichiara che il movimento (articolo 1) “ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.” Il movimento è nato ufficialmente alla fine del 1989, con la fusione di diversi movimenti autonomisti regionali dell’Italia settentrionale. Tra i maggiori, insieme alla Liga veneta, c’era la Lega Lombarda, fondata nel 1982 da Umberto Bossi, allora quarantunenne. Bossi, con un breve passato di partecipazione nell’ambiente politico della sinistra comunista, si era avvicinato agli ambienti autonomisti dopo l’incontro con Bruno Salvadori, leader di Union Valdôtaine, nel 1979. La sua carriera politica fu molto rapida e molto di successo, dato che già nel 1987 venne eletto sia alla Camera che al Senato. Scelse il Senato, guadagnandosi così il soprannome di Senatùr.
Cos’è la Lega Nord. Dicono che sia finita, come la conoscevamo: ma la conoscevamo? E ci ricordiamo queste foto?.
Giuseppe Sala, ex commissario unico e amministratore delegato di Expo 2015, ha vinto domenica 7 febbraio le primarie con cui il centrosinistra ha scelto il suo candidato a sindaco. Sala ha ottenuto il 42,2 per cento dei voti (cioè 25.600), superando Francesca Balzani con il 33,9 per cento (20.516 voti), Pierfrancesco Majorino con il 23 per cento (13.916 voti) e Antonio Iannetta con lo 0,7 per cento (443 voti). Il centrodestra non ha ancora scelto ufficialmente un candidato a sindaco di Milano. Sala ha 57 anni ed è nato in provincia di Monza. È laureato alla Bocconi, ha lavorato a lungo in Pirelli – fino a diventare amministratore delegato della parte pneumatici – e poi in Telecom, prima di essere scelto da Letizia Moratti nel 2009 per fare il direttore generale del Comune di Milano. All’epoca Repubblica lo descriveva «un personaggio schivo e riservato», e questa era la sua fama: «umile e sobrio», «in Telecom faceva il pompiere», si legge negli articoli di quegli anni insieme al fatto che la sua nomina fu consigliata a Moratti da Bruno Ermolli, amico e collaboratore di Silvio Berlusconi, “il più potente lobbista del nord Italia“. Un anno e mezzo dopo Moratti gli chiese di lasciare l’incarico e occuparsi di Expo, che all’epoca sembrava destinato a diventare una grande occasione sprecata tra indecisioni sull’identità da dare all’iniziativa e interminabili lentezze dei lavori collegati. Chi decise di promuoverlo da semplice rappresentante del comune nel consiglio di amministrazione di Expo 2015 S.p.A. a commissario unico delegato del governo fu però Enrico Letta, nel 2013, per cercare di salvare il salvabile di un’iniziativa che stava diventando un problema, tra le molte accuse di corruzioni e illegalità nell’assegnazione degli appalti e un diffuso scetticismo della città.
Breve storia di Giuseppe Sala. Le cose fondamentali da sapere sull'ex capo di Expo, da domenica sera candidato del centrosinistra a sindaco di Milano.
Toyota sta pianificando e investendo in una collaborazione con Uber, il famoso servizio di noleggio breve di automobili con autista, mentre Volkswagen sta investendo 300 milioni di dollari in Gett, una società concorrente di Uber con sede a Tel Aviv: le notizie risalgono a martedì scorso. A gennaio General Motors aveva investito invece 500 milioni di dollari in Lyft, un’altra società rivale di Uber, e questo mese Apple ha investito un miliardo di dollari in Didi, una società che offre servizi di automobili con autista, mentre Fiat Chrysler ha raggiunto un accordo con Alphabet (la società che controlla Google) per realizzare dei minivan che si guidano da soli. Dopo quasi un secolo in cui le auto sono state prodotte e vendute grossomodo nello stesso modo, insomma, le case produttrici stanno iniziando a capire che il settore del trasporto con auto potrebbe essere sul punto di cambiare radicalmente. In merito all’accordo con Google, il dirigente di Toyota Shigeki Tomoyama aveva detto:
Chi fa le macchine è davanti a un bivio storico. Negli ultimi tempi importanti produttori di auto hanno iniziato a collaborare con Uber e società di car sharing, nel tentativo di adattarsi a un settore che sta cambiando: ma non sarà facile.
Questo mese è uscito Obama: An Intimate Portrait, il libro che raccoglie le foto che Pete Souza, l’apprezzato fotografo ufficiale della Casa Bianca sotto l’amministrazione Obama, ha scattato all’ex presidente durante gli otto anni di mandato. Negli anni Souza, che aveva accesso alle aree riservate ai membri più stretti dello staff del presidente, ha acquisito una certa fama per la bellezza e la tempestività delle sue fotografie che raccontavano momenti solenni e ufficiali e scene più informali e quotidiane, senza precedenti nel racconto per immagini di una presidenza storica come quella di Obama. Il libro raccoglie più di 300 fotografie, con le storie e gli aneddoti che le accompagnano.
Il libro di Pete Souza su Obama. È il racconto fotografico dei suoi 8 anni da presidente, dalle cerimonie ufficiali ai momenti più rilassati e quotidiani.
Il Teen Choice Awards è un premio televisivo statunitense per artisti che viene assegnato ogni anno dal 1999: esistono moltissime categorie e il vincitore di ciascuna riceve come trofeo una tavola da surf a grandezza naturale, che ogni anno viene ridisegnata per l’evento. Come si capisce dal nome del premio, può votare solo chi ha tra i 13 e i 19 anni accedendo al sito del premio tramite i propri account Facebook o Twitter. Quest’anno la premiazione si è tenuta al Galen Center di Los Angeles: tra i vincitori ci sono stati Ariana Grande e Harry Styles, che hanno ricevuto più premi tra cui quello come come miglior artista femminile e maschile; Ed Sheeran per la miglior canzone pop con Shape of You e Wonder Woman, che ha vinto il premio come miglior film d’azione. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto dai Teen Choice Awards di Los Angeles. Sono premi per musica e cinema a cui può votare solo chi ha tra i 13 e i 19 anni: hanno sbancato Ariana Grande e Harry Styles.
Giovedì 15 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato il DEF, cioè il documento di programmazione economica e finanziaria in cui il governo anticipa quello che intende fare negli anni successivi e l’andamento che si aspetta dall’economia. Al momento il governo non ha pubblicato il documento, ma ne ha anticipato i temi principali in un comunicato stampa. Il documento, che dovrà essere approvato dal Parlamento, prevede innanzitutto il ricorso all’indebitamento per il 2021 di 40 miliardi di euro e di circa 6 miliardi di euro medi all’anno per il periodo 2022-2033. Questo scostamento di bilancio, ovvero la richiesta al Parlamento di ricorrere a un deficit maggiore rispetto a quello autorizzato nella legge di bilancio approvata a fine 2020, era ampiamente previsto.
Cosa c’è nel DEF. L'annunciato scostamento di bilancio da 40 miliardi di euro per integrare i sostegni a imprese e lavoratori, e la previsione di crescita del PIL del 4,5% per il 2021, tra le altre cose.
21:57 – Al termine di un incontro a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi ha confermato la sua precedente posizione, cioè che domani il PdL voterà la sfiducia al governo Letta. Secondo Repubblica, insieme a Berlusconi c’erano i due capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani, Maria Stella Gelmini, Maurizio Gasparri, Giancarlo Galan, Nicolò Ghedini, Daniela Santanchè, Daniele Capezzone, Gianfranco Miccichè e Nunzia De Girolamo (unico ministro presente a Palazzo Grazioli). A Palazzo Chigi, invece, Angelino Alfano si è incontrato con gli altri ministri del PdL, alla presenza di Gianni Letta. 21:38 – Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, ha detto a Ballarò che il PdL ha deciso di votare la sfiducia al governo Letta. Cicchitto, anche lui ospite a Ballarò, ha negato che la decisione potesse riguardare tutto il PdL (che comunque sembra molto diviso al suo interno).
Mercoledì si sfascia il PdL? alfano chiede che il partito voti la fiducia al governo, Berlusconi chiede il contrario, Letta ha respinto le dimissioni dei ministri del centrodestra.
Mercoledì pomeriggio il governo italiano ha ricevuto una lettera della Commissione Europea che chiede chiarimenti sulla mancata riduzione del debito da parte del governo italiano. La lettera, che era attesa ormai da qualche giorno, è firmata dal vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e dal commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici. In sostanza la lettera dice che le previsioni economiche fatte dal governo – e sulle quali si basavano i conti relativi all’ultima legge di bilancio – sono state smentite dai fatti, soprattutto in relazione alla crescita economica, con conseguenze sul deficit e sul debito: e quindi, «alla luce dei dati economici definitivi, è confermato che l’Italia non ha rispettato la regola del debito nel 2018». In aprile il governo aveva già ammesso che le stime fatte a febbraio sulla crescita e sugli effetti delle due misure più importanti – Reddito di cittadinanza e Quota 100 – erano state eccessivamente ottimiste.
La Commissione Europea ha chiesto chiarimenti all’Italia. È arrivata la lettera che chiede spiegazioni al governo sulla mancata riduzione del debito.
Da mesi l’attenzione degli economisti è concentrata sulla Grecia, duramente colpita dalla crisi economica e alle prese con il rischio molto concreto di non essere più in grado di ripagare i propri debiti e di fallire. Il Parlamento greco ha dovuto approvare misure di austerità molto pesanti tese a ridurre drasticamente la spesa pubblica e a privatizzare diversi settori fino a ora in mano allo Stato. Le immagini degli scioperi e delle proteste, anche violente, per le scelte del governo hanno mostrato il disagio della popolazione, ma gli effetti sui singoli e su che cosa significhi fare i conti con il proprio paese che rischia il fallimento sono rimasti meno evidenti. In un lungo articolo pubblicato sul Wall Street Journal, Marcus Walker spiega che a causa delle enormi difficoltà economiche, nell’ultimo periodo in Grecia il numero di suicidi è raddoppiato. In media si tolgono la vita sei persone su centomila ogni anno e nei primi cinque mesi del 2011 il 40 per cento di persone in più si è suicidato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento è dovuto a diversi fattori come le condizioni di vita più difficili, il crescente tasso di criminalità e il fallimento delle attività dei singoli privati.
La Grecia ai tempi della crisi. Non sono solo numeri: il Wall Street Journal descrive l'aumento dei tentativi di suicidio.
Negli ultimi giorni le principali società attive su Internet hanno diffuso i loro nuovi rapporti sulle richieste ricevute da parte del governo degli Stati Uniti, nell’ambito dei suoi piani di sorveglianza online, per ottenere dati e informazioni su particolari utenti iscritti ai loro servizi. Fino allo scorso anno non era consentita la diffusione di alcuna informazione su questi temi da parte della società, ma le cose sono cambiate in seguito alle informazioni diffuse da Edward Snowden sulle attività di sorveglianza all’estero effettuate dalla National Security Agency (NSA), una delle organizzazioni governative degli Stati Uniti che si occupano di spionaggio. In seguito alla diffusione delle notizie sulle attività di sorveglianza su larga scala della NSA sui loro sistemi informatici, nell’estate del 2013 molte società come Apple, Microsoft, Google e Yahoo avevano avviato cause contro il governo, sostenendo di avere il diritto di dare più informazioni ai loro utenti sulle informazioni sottratte dalla NSA e da organizzazioni governative simili. Dopo mesi di confronto e di incontri con i principali responsabili delle società, il governo degli Stati Uniti ha concesso alle aziende di pubblicare le informazioni sulle richieste effettuate sulla base del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), la legge che regolamenta le attività di spionaggio all’estero.
Le richieste della NSA alle società di Internet. Google, Microsoft, Facebook e le altre grandi hanno pubblicato un nuovo aggiornamento sui dati dei loro utenti che hanno dovuto trasmettere al governo degli Stati Uniti.
Gilberto Cavallini, ex terrorista dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), organizzazione terroristica neofascista attiva in Italia tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato condannato all’ergastolo dai giudici della Corte d’Assise di Bologna per concorso nella strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone. Cavallini è stato condannato per aver aiutato Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini – condannati in via definitiva come esecutori materiali dell’attentato – ospitandoli nella sua casa a Villorba di Treviso prima della strage e procurando loro documenti falsi e un’auto.
L’ex terrorista dei NAR Gilberto Cavallini è stato condannato all’ergastolo per concorso nella strage di Bologna.
Dopo settimane di discussioni, retroscena e ipotesi, l’annunciata e anticipata crisi di governo potrebbe essere infine formalizzata tra martedì e mercoledì, se Italia Viva – il partito di Matteo Renzi – deciderà di ritirare il proprio sostegno al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’eventuale crisi potrebbe aprirsi concretamente nelle prossime ore, in parte a seconda delle decisioni del Consiglio dei ministri di martedì sera e di come si comporterà Renzi. Dopo molti annunci e temporeggiamenti, le difficoltà del governo sembrano essere vicine a uno sviluppo concreto, ma c’è poco di certo su quello che succederà. L’ipotesi di una risoluzione con un semplice rimpasto sembra sempre più remota, anche se martedì sono state diffuse dichiarazioni contrastanti dalle parti coinvolte.
Ci siamo, con la crisi di governo? dopo settimane di discussioni e ipotesi, Renzi potrebbe aprirla dopo il Consiglio dei ministri di martedì sera: cosa succede e quali sono gli scenari.
In un’intervista al Corriere della Sera l’amministratore delegato di Fiera Milano Corrado Peraboni ha presentato un progetto per organizzare una nuova fiera libraria a Milano con la collaborazione dell’Associazione Italiana Editori (AIE). La particolarità del progetto, approvato all’unanimità dal Cda di Fiera Milano – che gestisce i più grossi eventi in città – prevede che la fiera si svolga nella prima metà di maggio, quando di solito si tiene il Salone del Libro di Torino, la più importante fiera libraria italiana. Nelle ultime settimane si è parlato molto del futuro del Salone del libro di Torino, mettendolo sostanzialmente in dubbio a causa degli arresti all’interno della fondazione che lo organizza e sul ruolo della stessa AIE nell’organizzazione. Tra le altre cose si era anche parlato di un eventuale trasferimento del Salone a Milano, ma poi il sindaco di Torino Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino avevano confermato che l’edizione del Salone del 2017, la trentesima, si terrà a Torino. Non è ancora chiaro cosa farà l’AIE, che pur essendo fra i fondatori del Salone non ha avuto un ruolo predominante nella sua organizzazione e vorrebbe partecipare maggiormente: per questo potrebbe decidere di aderire alla proposta di Fiera Milano, città dove hanno sede molte delle più importanti case editrici che fanno parte dell’AIE. Del progetto di Fiera Milano non si sa ancora moltissimo: Peraboni detto che avrà un nome italiano contenente le parole “libro” e “Milano”, e che avrà numeri di partecipanti ed espositori «simili a quelli del Salone di Torino».
Ci sarà un “Salone del libro” anche a Milano? è una proposta dell'amministratore delegato di Fiera Milano, che l'ha esposta al Corriere della Sera: dovrebbe tenersi nello stesso periodo del Salone di Torino.
Il 15 luglio è morto il fotografo statunitense Paul Fusco, che era nato nel 1930 e dal 1973 faceva parte di Magnum, una delle più importanti agenzie di fotogiornalismo al mondo. La notizia è stata data da Magnum. Era famoso soprattutto per un servizio fotografico sul funerale del senatore Robert Kennedy, nel 1968.
È morto il fotografo di Magnum Paul Fusco.
Tutto sommato siamo animali piuttosto bizzarri: non solo abbiamo un bel po’ più di cervello, ma abbiamo anche alcune cose in meno: per esempio a differenza di molti altri mammiferi non abbiamo le vibrisse, nè abbiamo spine sul pene. Cosa hanno in comune questi tre tratti? Derivano – incluse le dimensioni del cervello – da frammenti di DNA che abbiamo perso durante l’evoluzione. È il risultato di una ricerca pubblicata in questi giorni dalla rivista Nature, una collaborazione tra il genetista David Kingsley e il biologo computazionale Gill Bejerano, entrambi all’università di Stanford. Il team ha scandagliato a fondo i genomi dell’uomo, dello scimpanzè (la specie a noi più affine) e del macaco, identificando le sequenze che le due specie di scimmie a noi affini possiedono, ma che sono scomparse nel nostro DNA. E ne hanno trovati parecchi: nel corso dell’evoluzione abbiamo perso per strada circa 510 frammenti di DNA, di tutte le dimensioni.
Il DNA che abbiamo perso. Una nuova ricerca spiega perché gli umani non hanno le vibrisse, nè spine sul pene.
Fino all’11 settembre il MAST di Bologna ospita una mostra di fotografie e video realizzati da artisti italiani e stranieri, dedicata al lavoro e al paesaggio dell’Emilia-Romagna. Si intitola Ceramica, latte, macchine e logistica – Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro e presenta 200 immagini e una trentina di volumi fotografici che raccontano l’evoluzione del paesaggio industriale emiliano-romagnolo negli ultimi decenni, dalle piccole imprese ai grandi impianti dell’industria ceramica, alimentare e meccanica. La mostra raccoglie opere di Gabriele Basilico, William Guerrieri, Paola De Pietri, Carlo Valsecchi, Olivo Barbieri, Franco Vaccari, Guido Guidi, Marco Zanta, Simone Donati, Enrico Pasquali, Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr, Bas Princen e Lewis Baltz. Le fotografie e i video sono accompagnati da immagini di scena del film Il deserto rosso (1964) di Michelangelo Antonioni, il primo lungometraggio a colori girato in parte a Ravenna dal grande regista originario di Ferrara.
Immagini dell’Emilia industriale. Una mostra al MAST di Bologna raccoglie i lavori di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico e altri fotografi italiani e no.
Il sito UNILAD, conosciuto soprattutto per la sua popolarissima pagina Facebook che pubblica quasi esclusivamente contenuti virali, sarà messo in amministrazione controllata a causa dei suoi ingenti debiti. Un tribunale ha condannato la società che controlla il sito a pagare più di 6 milioni di sterline ai creditori, e 1 milione e mezzo al dipartimento delle imposte del Regno Unito. Tra i creditori c’è anche il co-fondatore della società Alex Partridge, che ritiene di avere il diritto di riavere circa 5 milioni di sterline. UNILAD era stato fondato inizialmente nel 2010, per poi essere rilanciato nel 2014 come un sito pensato espressamente per i social network. Nel corso degli anni la sua pagina principale su Facebook è diventata un modello per tutti quei giornali che volessero fare di Facebook il loro principale modello di business, e aveva raggiunto più di 39 milioni di “mi piace” (a cui vanno sommate decine di altri milioni di “mi piace” provenienti dalle pagine secondarie). La strategia di UNILAD, centrata sui contenuti di bassa qualità e con grande potenzialità di circolare su Internet, nell’ultimo anno si è scontrata con le nuove regole di Facebook, che in seguito allo scandalo Cambridge Analytica ha deciso di penalizzare i contenuti virali.
Il sito di contenuti virali UNILAD è in grandi guai finanziari.
Il 14 dicembre 1979, 35 anni fa, è stato pubblicato London Calling, il terzo disco dei Clash, una delle punk rock band più famose della storia. Al contrario dei dischi delle punk band del periodo, che esercitarono una certa influenza su band e generi musicali successivi e di nicchia, London Calling contiene influenze di moltissimi generi musicali diversi (fra cui pop, reggae e rock classico) ed è oggi considerato uno dei dischi più apprezzati nella storia del rock. Appare regolarmente nelle classifiche dei migliori dischi di tutti i tempi – secondo quella molto citata compilata da Rolling Stone nel 2003, è all’ottavo posto – e molte delle canzoni contenute al suo interno sono considerate dei “classici” della musica leggera. I Clash, da London Calling in poi, sono diventati una band leggendaria, anche per quello che è successo dopo: produssero un altro paio di dischi – fra cui un triplo disco super sperimentale, Sandinista! – e poi si sciolsero nel 1985, dopo alcuni anni di difficoltà, e non tornarono più a suonare assieme. Joe Strummer, il cantante della band, dopo una buona carriera solista morì nel 2002 a 50 anni.
“London Calling”, 35 anni fa. Il 14 dicembre 1979 uscì un disco che rese leggendaria una band punk di Londra, e che ancora oggi viene ricordato come uno dei migliori nella storia del rock.
Giancarlo Bonacina, storico editor di Bompiani e poi Mondadori, è morto venerdì 8 aprile a 78 anni. A Mondadori, dove arrivò nella metà degli anni Settanta, si occupava di narrativa straniera e pubblicò alcuni autori di quelli che sono tuttora tra i più importanti bestseller della casa editrice, tra cui Ken Follett, David Grossman, Salman Rushdie, Zadie Smith, Philip Roth, Patricia Cornwell, Rosamund Pilcher, Tom Wolfe, John Le Carré. Lo scrittore Salman Rushdie lo aveva nominato nel suo memoir Joseph Anton come il «determinato» editor italiano che lo aveva sostenuto all’epoca della fatwa per I versi satanici. Si è spento ieri a Milano uno dei protagonisti della vita editoriale italiana degli anni d’oro, Giancarlo Bonacina, dopo una lunga malattia. Personalità profondamente schiva, uomo di vasta cultura, appassionato di letteratura (anche da traduttore) e di musica classica, nato a Milano nel 1938, già negli anni Sessanta era stato editor per Bompiani, nell’epoca di Valentino Bompiani e Umberto Eco; negli anni Settanta giunse come editor di narrativa straniera in Mondadori e segnò un’epoca.
È morto Giancarlo Bonacina, storico editor di Mondadori. Scoprì e pubblicò importanti autori di narrativa straniera, come Salman Rushdie e John Le Carré.
Ieri era l’anniversario del viaggio nello Spazio di Yuri Gagarin, che cinquant’anni fa fu il primo uomo a orbitare intorno alla Terra. Come mostravano le foto, Gagarin divenne subito una celebrità in tutto il mondo e visitò vari paesi per promuovere il successo ottenuto dal programma spaziale sovietico, tra cui l’Italia, il Canada, il Brasile e il Giappone, e ovunque riceveva grandi e calorose accoglienze. A tre mesi dalla missione a bordo del Vostok, Gagarin visitò il Regno Unito. Era stato invitato a Manchester dal Sindacato dei lavoratori delle fonderie, visto che lui stesso aveva fatto questo mestiere, e l’allora premier britannico Harold Macmillan decise di estendere l’invito e portarlo a Londra. Gagarin arrivò nel Regno Unito l’11 luglio del 1962 e ripartì il 15 luglio, dopo aver visitato Manchester il 12. Gli inglesi lo accolsero con enorme entusiasmo: le persone si arrampicavano sui cancelli dell’ambasciata sovietica per vederlo meglio, si accalcavano attorno alla sua macchina, i bambini facevano a gara per avvicinarglisi e alcuni riuscirono a consegnargli dei regali. Anche il mondo della politica e delle istituzioni accolse bene l’astronauta. Al suo arrivo venne organizzato un ricevimento a cui partecipò il premier, e il giorno dopo Gagarin pranzò con la regina Elisabetta.
Le foto di Gagarin a Londra. La trionfale visita dopo l'impresa spaziale.
La settima stagione di Game of Thrones sarà trasmessa a partire dal 16 luglio, con alcuni mesi di ritardo rispetto alla normale programmazione di aprile: sarà composta da sette episodi e sarà la penultima, anticipando la stagione finale di sei episodi che andrà in onda nel 2018. Ieri è uscito il secondo trailer della settima stagione: lo abbiamo analizzato scena per scena, per capire bene quali anticipazioni e indizi contiene (molti). Qui invece avevamo raccolto voci e indiscrezioni pubblicate dai giornali negli ultimi mesi. Ovviamente da qui in poi sarà pieno di spoiler per chi non è arrivato in fondo alla sesta stagione.
Il nuovo trailer di “Game of Thrones”, spiegato bene. Scena per scena, in cerca di anticipazioni e indizi su cosa succederà nella settima stagione.
Lyst, negozio online e motore di ricerca internazionale dedicato alla moda di lusso, ha pubblicato uno studio che raccoglie dati sulle ricerche online e gli acquisti fatti da 2 milioni di utenti italiani, che hanno potuto scegliere tra 12.000 negozi online e siti di e-commerce messi a disposizione da Lyst, che ha aperto in Italia nell’ottobre 2018 e che aggrega prodotti dai principali negozi online, dai siti dei marchi di lusso (come Prada, Gucci, Armani) e dagli e-commerce di moda come Yoox, Net-a-Porter, Farfetch e Amazon. Lyst ha anche disegnato due mappe che mostrano le marche più cercate regione per regione: tra le donne la più cercata è Gucci, in quattro regioni (Lombardia 32%, Lazio 21%, Puglia 19%, Calabria 15%); in Piemonte il 43% delle ricerche riguarda Celine e in Sicilia il 45% riguarda Alexander McQueen; Prada è la più cercata nelle Marche, Michael Kors in Campania e in Basilicata, mentre il marchio di streetwear milanese Off -White, disegnato da Virgil Abloh, è al primo posto in Toscana e in Friuli Venezia Giulia. (Lyst)
I marchi di moda più cercati in Italia, regione per regione. Secondo i dati del motore di ricerca Lyst: Gucci va forte tra le donne mentre gli uomini preferiscono lo streetwear.
Nel corso dell’ultimo anno le scene mostrate nei tre trailer di Star Wars: Il risveglio della Forza sono state sviscerate e analizzate estesamente da appassionati e giornalisti – anche qui sul Post – nel tentativo di intuire in quale direzione sarebbe andato il film, o semplicemente di individuare dettagli interessanti. In una delle scene più discusse, per esempio, veniva mostrata per la prima volta la spada laser di Kylo Ren con la famosa elsa: nella scena Kylo Ren viene ripreso di spalle, col cappuccio alzato, mentre si aggira minacciosamente in un bosco innevato senza altre persone nei dintorni. La scena, che secondo BuzzFeed è ormai diventata «iconica», in realtà non viene mai mostrata nel film. Lo stesso vale per l’audio di un misterioso dialogo fra Maz Kanata, un personaggio secondario, e Rey, la protagonista del film, contenuto nel secondo trailer ufficiale.
Le scene del nuovo Star Wars mostrate nei trailer ma non nel film. Sono state individuate dai fan – una era diventata famosissima, altre sono piuttosto misteriose – e parzialmente spiegate da J.J. Abrams.
Sull’ultimo numero del New Yorker il giornalista Ian Parker ha scritto un lungo profilo di Pete Wells, il critico gastronomico del New York Times, raccontando come lavora e cosa voglia dire scrivere una volta a settimana di un ristorante diverso di una città come New York, sapendo di avere il potere di renderlo celebre o mandarlo in rovina con una solo recensione. Da quando è restaurant critic del New York Times, e cioè dal 2012, Wells non fa una vita normale: per molti aspetti, il suo non è il lavoro-dei-sogni che ci si può immaginare. Cosa fa Wells cinque volte a settimana Il New York Times pubblica due rubriche sui ristoranti della città: quella di Wells, la più letta e dedicata ai ristoranti più importanti, e poi “Hungry City”, curata da Ligaya Mishan e incentrata sui ristoranti più economici. Quella di Wells viene pubblicata una volta a settimana, e prevede per ogni ristorante un punteggio in stelle, da una a quattro, e una recensione del ristorante. Una stella significa “buono”, due “molto buono”, tre “eccellente”, quattro “straordinario”. Un ristorante può anche non ricevere nessuna stella ed essere invece valutato con un aggettivo tra “scarso”, “normale” o “soddisfacente”. Trovare online una foto di Wells è molto facile, nonostante per lui sarebbe meglio di no: non dovrebbe essere riconosciuto quando va al ristorante, anche se succede spesso.
La vita del critico gastronomico del New York Times. Pete Wells mangia fuori cinque volte a settimana, provando ogni volta a non farsi riconoscere e a usare con responsabilità il suo enorme potere.
Il ministro dell’Integrazione e della Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi, si trova da ieri al centro di una grossa polemica con il centrodestra. E tutto si deve a una cosa accaduta ieri al Senato, dove Riccardi era andato a vedere una mostra insieme al ministro della Giustizia Paola Severino. Quest’ultima nei giorni scorsi era stata criticata dal PdL per aver discusso con Bersani e Casini della responsabilità civile dei magistrati. Parlando a Severino senza sapere di essere ascoltato dai giornalisti nei paraggi, e commentando la mancata partecipazione di Alfano al vertice con Monti, Bersani e Casini, Riccardi ha detto: «Voleva solo creare il caso. Vogliono solo strumentalizzare: è la cosa che più mi fa schifo del fare politica. Ma quei tempi lì sono finiti»
Che è successo con Riccardi? perché un bel pezzo del PdL vuole le dimissioni del ministro per la Cooperazione e l'Integrazione.
Mercoledì 30 ottobre Nikon ha rivelato i vincitori del concorso fotografico Small World, che si svolge ogni anno dal 1974 ed è dedicato alle foto e ai video ottenuti attraverso un microscopio (la cosiddetta microfotografia). Le immagini sono valutate in base alla bellezza, ma anche alla tecnica con cui sono prodotte, e quelle vincitrici sono spesso realizzate per ragioni di ricerca scientifica. Quest’anno il primo premio è andato all’immagine di una Chaetoceros debilis, una diatomea marina ritratta dall’olandese Wim van Egmond. L’autore è un fotografo freelance appassionato di microorganismi marini che ha già scattato molte altre foto finaliste nelle edizioni degli ultimi anni.
20 foto di cose piccolissime. Dalle zampe di coccinella al plancton passando per l'occhio di un gamberetto.
Alle 2 di questa notte scatterà l’ora legale, e da quel momento bisognerà spostare gli orologi – quelli che non lo fanno già da soli – un’ora avanti: di conseguenza, si dormirà un’ora in meno. L’ora legale, per capirsi, comporta che se non cambiate l’ora già da sabato sera e la vostra sveglia di domenica è puntata per le 8, quando vi alzerete saranno già le 9, e così via. Nonostante si dorma un’ora in meno, è anche vero che da domenica farà buio un’ora più tardi la sera: quindi ne vale la pena, diciamo. L’ora legale rimpiazza l’ora solare, e tra le altre cose fa risparmiare sull’energia sfruttando un minore uso dell’illuminazione elettrica: esiste in Italia dal 1916 e fu adottata mentre il paese era impegnato nella Prima guerra mondiale. L’invenzione dell’ora legale è spesso attribuita all’inventore statunitense Benjamin Franklin, che nel 1784 scrisse una lettera satirica pubblicata su un giornale di Parigi, nella quale suggeriva scherzosamente ai parigini di alzarsi più presto al mattino per sfruttare la luce solare e risparmiare sul costo delle candele. Abolita nel 1920, nei decenni successivi l’ora legale fu più volte introdotta, sospesa, abolita e di nuovo introdotta. Fu poi definitivamente ripristinata nel 1966, durante un periodo di crisi energetica in cui serviva sfruttare meglio la luce del Sole nel tardo pomeriggio e alla sera. Dal 1966 al 1980 l’ora legale restò in vigore per quattro mesi all’anno (da maggio a settembre). È dal 1981 che ha cominciato a essere introdotta l’ultima domenica di marzo. L’ultima modifica ai tempi dell’ora legale risale al 1996: da allora il passaggio dall’ora solare a quella legale avviene con uguali tempi (fusi orari a parte) e modalità tra tutti gli stati dell’Unione Europea.
L’ora legale scatta stanotte: le cose da sapere. Alle 2 di questa notte si dovranno portare gli orologi avanti di un'ora: le cose da sapere.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Perché Arpisella era intercettato. Gli inquirenti controllavano le telefonate del portavoce di Emma Marcegaglia per via di un'indagine sullo smaltimento dei rifiuti, spiega il Corriere.
Ai Golden Globe di quest’anno per il premio alla miglior regia sono stati candidati due uomini e tre donne: Emerald Fennell, Regina King e Chloé Zhao, rispettivamente registe di Una donna promettente, Quella notte a Miami… e Nomadland. È la prima volta in 77 anni che tra i candidati c’è più di una donna, e anche una delle poche in cui ce n’è almeno una. Prima di Fennell, King e Zhao le donne candidate a questo premio erano state in tutto cinque. Perché nella storia del cinema poche donne sono riuscite a diventare registe e perché per quelle che ci riuscirono è stato spesso difficile fare carriera: per decenni, e in parte ancora oggi, quello dei registi è stato un ambiente prettamente maschile e assai maschilista, dal quale le donne sono state e sono ancora in larga parte escluse. Ma poche non vuol dire nessuna. Le candidature e i premi, infatti, sono solo una parte della storia: da Alice Guy-Blaché (considerata la prima regista della storia del cinema) e fino ai giorni nostri, diverse registe hanno dato un rilevante contributo al cinema. Il più grande, probabilmente, lo diede Dorothy Arzner, che era nata un anno dopo il cinema e che tra gli anni Venti e gli anni Quaranta diresse quasi venti film restando, per gran parte della sua carriera, l’unica regista di Hollywood.
Dorothy Arzner, regista. E pioniera, perché si costruì una gran carriera quando per una donna era quasi impensabile averne una.
Da alcuni giorni la neve e il gelo stanno causando numerosi problemi agli aeroporti europei. Il maltempo ha fatto chiudere molti scali e così migliaia di passeggeri sono rimasti a terra, impossibilitati a spostarsi od obbligati a rimandare le loro partenze per raggiungere amici e familiari per le feste natalizie. Osservando le immagini degli aeroporti bloccati dalla neve viene spesso da chiedersi come sia possibile che per qualche fiocco il traffico aereo si possa paralizzare in un intero continente. Se lo sono chiesti anche alla BBC e hanno deciso di portare l’esempio dell’aeroporto di Helsinki per dimostrare che con un po’ di organizzazione, e qualche risorsa in più, gli aerei possono decollare e atterrare senza particolari problemi anche tra la neve. Lo scorso inverno sulla capitale della Finlandia sono caduti 188 centimetri di neve, ma l’aeroporto ha funzionato regolarmente senza intoppi. L’ultima chiusura per cattivo tempo risale al 2003, lo scalo rimase chiuso per appena mezz’ora. Quest’anno la quantità di neve caduta in dicembre è stata superiore alla media, 65 centimetri, eppure non si sono registrati particolari ritardi o chiusure dei voli con migliaia di persone bloccate a terra. Merito di una buona preparazione, di uno staff molto competente e della possibilità di utilizzare tre differenti piste per decolli e atterraggi.
L’aeroporto che non chiude per neve. Mentre gli scali di mezza Europa chiudono alla prima nevicata, quello di Helsinki è sempre aperto.
Nella notte fra venerdì e sabato, intorno all’1.50, la nave Sea Watch 3 dell’ong Sea Watch ha attraccato al porto di Lampedusa e fatto sbarcare i 40 richiedenti asilo che erano a bordo da circa due settimane, cioè da quando il governo italiano aveva vietato alla nave di entrare in acque italiane, creando un caso di cui si è parlato in tutta Europa. Lo sbarco di oggi è avvenuto senza l’autorizzazione delle autorità, così come l’ingresso nelle acque italiane di tre giorni fa. Intorno all’1.30 la comandante della nave Carola Rackete aveva condotto la nave in porto disobbedendo al divieto e resistendo a una manovra di disturbo di una motovedetta della Guardia di Finanza. Un’ora dopo l’attracco, non appena è scesa dalla nave, è stata arrestata e ora si trova agli arresti domiciliari. Verrà processata nei prossimi giorni, dicono alcuni quotidiani.
Com’è finita con la Sea Watch 3. La nave con a bordo 40 migranti ha attraccato all'1.50 a Lampedusa senza autorizzazione, forzando il blocco della Guardia di Finanza: la comandante Carola Rackete è stata arrestata poco dopo.
Non è stato facile trovare qualcuno che valesse la pena fotografare al di fuori dei due più grossi eventi della settimana: prima, anche per importanza, i Golden Globe, e poi i Critics’ Choice Awards. Tra gli attori però c’erano ad esempio Donald Sutherland e Helen Mirren alla prima del nuovo film di Paolo Virzì, Ella & John – The Leisure Seeker, ma anche Penelope Cruz a quella di The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story. Meghan Markle, la fidanzata del principe Harry, appartiene ormai più alla categoria dei reali britannici, in buona compagnia del futuro cognato, il principe William, con un’espressione che si addice bene a una sala operatoria. E poi stelle sulla Hollywood Walk of Fame, i Macron in Cina e un bellissimo ritratto dei capelli di Trump. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Dakota Fanning, Katy Perry, quelli di "The Post" e il ritratto dei capelli di Trump, tra chi valeva la pena fotografare al di fuori dei Golden Globe.
Come ogni anno i Cahiers du Cinéma, una delle più prestigiose riviste di critica cinematografica del mondo, pubblicata in Francia, hanno reso nota prima dell’uscita del numero di dicembre la lista dei 10 migliori film del 2013, scelti dai redattori della rivista tra quelli che sono stati distribuiti in Francia durante l’anno solare. Ben cinque dei dieci film in classifica sono francesi: tra questi c’è Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie, al primo posto, un noir a tematica gay uscito in Italia lo scorso settembre (che da noi non ha avuto molto successo anche per il divieto ai minori di 18 anni) e prevedibilmente La vita di Adele, il film di Abdellatif Kechiche vincitore della Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes che è ispirato al graphic novel Il blu è un colore caldo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I 10 migliori film del 2013 secondo i Cahiers du Cinéma. La classifica annuale della celebre rivista di critica cinematografica francese (e si vede).
Questa settimana escono cinque film nuovi, di cui nessuno va per il sottile. Pain & Gain è il film di Michael Bay con Mark Wahlberg e Dwayne Johnson, cioè The Rock. Sono poveri, sono bodybuilder, decidono di rapire un uomo d’affari, le cose non vanno subito liscissime. Alex Cross è la storia di un detective che viene messo a capo delle indagini seguite al ritrovamento di un corpo di donna orredamente mutilato. Il (serial) killer da prendere si chiama Picasso. Facciamola finita è un film ambientato a casa di James Franco, con un sacco di attori che interpretano se stessi (tra cui Jonah Hill, Danny McBride, Michael Cera, Emma Watson, Rihanna, Paul Rudd). È in corso una grande festa quando comincia la fine del mondo. The Lost Dinosaurs sta a metà tra Jurassic Park e Congo, mentre The Last Exorcism parla di una ragazza molto amata da Satana. Pain & Gain – Muscoli e denaro Regia: Michael Bay Attori: Mark Wahlberg, Dwayne Johnson, Ed Harris, Tony Shalhoub, Rob Corddry
I film del weekend. Pain & Gain con The Rock, una specie di Jurassic Park e un film sull'apocalisse a casa di James Franco: tutti i trailer.
A partire dall’11 dicembre due statuette del premio Oscar per il Miglior film saranno messe all’asta dalla casa d’aste californiana Profiles in History. I due Oscar sono quelli che furono dati al film La tragedia del Bounty nel 1936 e al film Barriera invisibile nel 1948. Il primo premio è stato messo all’asta dalla famiglia di uno dei produttori del film, Irving Thalberg, e dovrebbe essere venduto per una cifra compresa tra i 200.000 e i 300.000 dollari (tra i 180.000 e i 260.000 euro); il premio per Barriera invisibile – film con Gregory Peck che vinse tre Oscar – dovrebbe essere venduto per una cifra compresa tra i 150.000 e i 200.000 dollari (tra i 130.000 e i 170.000 euro): non si conosce il nome del venditore. È molto raro che vengano messe in vendita statuette degli Oscar, perché dal 1950 chi le riceve deve accettare di dare diritto di prelazione su una possibile futura vendita del premio all’Academy of Motion Picture Arts (l’associazione che assegna gli Oscar),
Due statuette degli Oscar per il Miglior film saranno messe all’asta a dicembre.
Alle primarie del centro sinistra per scegliere il candidato sindaco di Palermo manca solo una settimana. A prescindere da quanti andranno effettivamente a votare – 20/25 mila persone, stimano i più ottimisti, anche se in altre città si è vista di recente una tendenza al ribasso – la competizione palermitana è ormai diventata una partita nazionale, e nazionali saranno le sue conseguenze. Chi ne ha totale consapevolezza è Pierluigi Bersani, che infatti domani arriverà a Palermo per sostenere Rita Borsellino: ufficialmente l’incontro convocato nel pomeriggio al Teatro Zappalà dovrebbe essere “super partes”, ad inaugurare il percorso di “Destinazione Italia”, tanto che in prima fila sono stati riservati posti per tutti e quattro i candidati, ma la preferenza dei vertici nazionali è nota. Bersani è annunciato anche in visita ai cantieri navali e al negozio dell’associazione Libera in piazza Castelnuovo, e bisogna vedere con chi ci andrà. Il segretario democratico si gioca molto a Palermo, dove – nell’ordine – ha fortemente voluto la candidatura di Rita Borsellino, ha subito la convocazione delle primarie e ha infine però consolidato un’alleanza “vasta” (da SeL all’IdV, dai Verdi a Rifondazione) che per una volta gli consente di escludere sorprese “da sinistra”. Sulla carta dovrebbe bastare per portare a casa il risultato: fino a circa dieci giorni fa nei sondaggi più o meno ufficiali l’europarlamentare era data in vantaggio con un ampio margine. Sono stazionarie le quotazioni di Fabrizio Ferrandelli, ex IdV in rotta con Leoluca Orlando, fortemente appoggiato dall’ala del PD siciliano alleata del governatore Raffaele Lombardo facente capo al capogruppo regionale Antonello Cracolici e al senatore Giuseppe Lumia, e quelle della ginecologa Antonella Monastra. Oltre a Bersani per la Borsellino si sono dati da fare Leoluca Orlando, Paolo Ferrero e Luigi De Magistris, e per la chiusura della campagna, venerdì, arriverà Nichi Vendola.
Una settimana alle primarie di Palermo. Arrivano i leader nazionali a sostenere Rita Borsellino, Davide Faraone protesta per le regole sugli immigrati, e intanto c'è agitazione anche nel centrodestra.
La legge sulle intercettazioni è quasi fatta: approvata al senato, arriverà alla camera tra qualche giorno per l’approvazione definitiva. Dei contenuti della legge abbiamo parlato molto, probabilmente è venuto il momento di occuparsi di come minimizzare le sue conseguenze, specie per quel che riguarda la pubblicazione delle intercettazioni sui giornali. La legge prevede che non si possano più pubblicare i testi delle intercettazioni. Potranno essere pubblicati “per riassunto” solo gli atti non più segreti: degli altri non si potrà scrivere né per riassunto né in alcun altro modo fino al termine delle indagini preliminari. Com’è ovvio, le norme si applicano solo alle testate giornalistiche che ricadono sotto la legislazione italiana, e quindi si aprono potenzialmente varie opportunità di aggiramento della norma.
Radio Londra. La legge sulle intercettazioni si applica solo alle testate italiane: la pubblicazione dei verbali potrebbe semplicemente spostarsi su siti internet e giornali stranieri.
Da qualche settimana viene promosso dentro il Partito Democratico un dibattito sul limite dei tre mandati per i parlamentari eletti col partito, imposto dallo Statuto all’articolo 22 ma non rispettato. Alla vigilia della recente Assemblea Nazionale dove hanno portato il tema all’attenzione dei delegati, ne hanno scritto diffusamente tra gli altri Paolo Cosseddu e Pippo Civati: «Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati». (Statuto del Partito Democratico, Articolo 22 – comma 2) Il nostro Statuto rappresenta per il Partito Democratico ciò che la Costituzione è per il Paese: un documento fondativo che è stato scritto e sottoscritto da tutti noi con lo scopo di racchiudere i nostri valori e garantire regole democratiche valide per ogni suo iscritto. Per questo, di fronte agli scenari incerti che si sono aperti in questi mesi, Costituzione e Statuto rappresentano le uniche due possibili bussole in grado di orientare l’attività del Pd, la prima nei confronti del Paese e la seconda al suo interno. E’ quindi con grande sconcerto che assistiamo al ripetersi di divisioni e personalismi i quali, nel migliore dei casi, piegano le regole a seconda delle convenienze, ma più spesso le ignorano del tutto. Sentendo le tesi che animano il dibattito viene da chiedersi: il rispetto per lo Statuto vale soltanto per alcuni articoli (vedi la questione del Segretario come solo possibile candidato premier) o per tutti? Quello stesso Statuto dice anche, infatti, che «non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati»(articolo 22, comma 2). La presenza di questo concetto nel nostro documento fondativo non è casuale, serve a garantire il ricambio delle classi dirigenti e se venisse ignorato non farebbe che delegittimare il partito stesso e le sue regole. Invece, fino a questo momento, il Partito Democratico è sembrato esser fatto più di deroghe che di regole, ed è per questo che non sono più giustificabili le troppe eccezioni ad personam, né è proponibile la scappatoia per cui i mandati – che debbono essere tre in tutto, e non tre per ogni carica a cui si accede – andrebbero contati a partire dall’anno di fondazione del Pd.
Le legislature dei parlamentari del PD. Se fosse applicato il limite dei tre mandati imposto dallo Statuto, si libererebbero parecchi posti eccellenti.
Da qualche ora diversi esponenti del Partito Democratico stanno criticando la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per una risposta che questa ha dato al senatore Alan Ferrari dopo un suo intervento in Senato sui rapporti tra la Lega e la Russia. Ferrari, citando l’inchiesta giornalistica pubblicata mercoledì da BuzzFeed sulle trattative tra la Lega e la Russia per ottenere finanziamenti illegali, criticava il fatto che Casellati negli ultimi mesi non avesse ammesso tre interrogazioni presentate dal Partito Democratico sui rapporti tra Lega e Russia. Casellati gli ha risposto di non averle ammesse, all’epoca, perché si basavano su «pettegolezzi giornalistici». Incontri segreti, presunti finanziamenti russi alla Lega, chiediamo che Salvini di chiarire.
«Il Senato non può essere il luogo del dibattito che riguarda pettegolezzi giornalistici». Lo ha detto la presidente del Senato rispondendo a un senatore del PD sulla storia dei rapporti tra la Russia e la Lega.
A quanto racconta stamattina Repubblica in cronaca di Milano, il ministro del Turismo Michela Brambilla avrebbe lavorato per ricostruire la “governance” dell’ACI milanese con una serie di nomine in cui è difficile non sospettare dei conflitti di interesse, o quantomeno di relazioni. La questione è rilevante anche perché è l’ACI di Milano a gestire il Gran Premio di Formula Uno di Monza e gli interessi e i poteri sono cospicui. L’ACI è un ente pubblico con un milione di soci e 3400 dipendenti, che comprende più di venti società collegate. A Milano ultimamente i rapporti interni sono stati molto tempestosi.
Il ministro Brambilla ha nominato un commissario dell’ACI che nominerà il compagno del ministro Brambilla? gli esclusi dalle elezioni dell'ACI milanese, che gestisce il Gran Premio di Monza, indicano vistosi conflitti di interesse.
L’azienda di telecomunicazioni americana AT&T ha annunciato di aver trovato un accordo per comprare Time Warner, il gruppo di canali televisivi e produzione cinematografica di cui fanno parte CNN, HBO, Cartoon Network e gli studi Warner Bros, tra gli altri. Dopo che il dipartimento di Giustizia statunitense avrà approvato l’accordo, Time Warner sarà acquisita per 85,4 miliardi di dollari (cioè circa 78,5 miliardi di euro), che pagherà con un misto di contanti e azioni; in totale però l’operazione ammonta a 108,7 miliardi di dollari (circa 100 miliardi di euro), dato che AT&T dovrà ripagare anche i debiti di Time Warner. L’acquisizione di Time Warner è la più grande operazione commerciale di questo tipo dall’inizio del 2016. AT&T è la prima azienda di telecomunicazioni per fatturato al mondo e fornisce anche servizi di streaming, e da quando ha comprato la tv satellitare DirecTV nel 2015 è diventata la terza azienda di tv a pagamento negli Stati Uniti. Con l’acquisizione di Time Warner passerà da essere solo un distributore di contenuti a diventarne anche un produttore.Time Warner ha quasi 25mila dipendenti, un valore di 68 miliardi di dollari e nel 2015 ha avuto un fatturato di 28,1 miliardi di dollari. AT&T, che ha circa 281mila dipendenti e nel 2015 ha fatturato 146,8 miliardi di dollari, ha invece un valore di 233 miliardi. Per finanziare la spesa, AT&T ha chiesto un prestito di 40 miliardi di dollari: secondo una fonte di Bloomberg, 25 miliardi di dollari sono stati messi da JPMorgan Chase e il resto da Bank of America.
AT&T comprerà Time Warner. La più grande azienda di telecomunicazioni al mondo diventerà così la proprietaria di CNN, HBO e Warner Bros: è la più importante acquisizione di quest'anno.
La procura di Parigi ha archiviato l’accusa di stupro contro l’attore francese Gerard Depardieu, spiegando di non avere prove sufficienti per mandarlo a processo. Depardieu era stato accusato di stupro e molestie sessuali da una ragazza di 22 anni, che sostiene di essere stata violentata in due occasioni nell’agosto 2018. In questi mesi Depardieu si è sempre detto innocente.
È stata archiviata l’accusa di stupro contro l’attore francese Gerard Depardieu.
La pagina di apertura della Cultura di Repubblica è dedicata lunedì alla recensione di Susanna Nirenstein di un libro del 1948 – oggi ristampato – che raccontava storia e miti di come la “Stella di David” sia divenuta un simbolo associato, e rivendicato, all’ebraismo. L’associazione è immediata: la Stella di David, in ebraico il Magen David (Scudo di David), vuol dire “ebrei”. Campeggia sulla bandiera d’Israele, sulle sinagoghe degli ultimi secoli, sui libri di preghiera, nelle comunità, al collo dei fedeli, l’abbiamo vista come marchio di vergogna e di condanna a morte durante il nazismo, e ancora oggi gli antisemiti la bruciano, la sfregiano. Ognuno, davvero ognuno, è convinto che racchiuda il mondo, il cuore di questo popolo, da sempre, anche se ha fatto la sua comparsa in altre culture. E invece no. Un interessantissimo libretto appena uscito del grande filosofo israeliano Gershom Scholem (nato in Germania nel 1897, immigrato a Gerusalemme nel 1923) che allo studio del misticismo e al sionismo ha dedicato la vita, ci dice il contrario: al di là di quello che è diventato, perché è indubbio che oggi rappresenti Israele e l’ebraismo, e vedremo come ci è arrivato, l’esagramma, documenta Scholem, non è un simbolo ebraico, non esprime niente della carica spirituale dell’ebraismo, della sua eredità intuitiva, e nemmeno della sua storia: non parla affatto di un supposto sigillo di Salomone, come si è spesso detto, o delle guerre del regno di David, non rappresenta l’armonia della Creazione descritta nella Torah, né l’unione dei contrari e della loro neutralizzazione nell’unità, nel Dio unico, non richiama alcunché dell’ebraismo biblico o rabbinico. Anzi, è tutt’altro. Non è che un segno magico di protezione, una sorta di talismano diffuso in numerosi popoli, fenici, assiri, indiani, tra gli zoroastriani… e molto più tardi, come sappiamo, nelle chiese bizantine, e anche nelle moschee. In una delle sue prime comparse nel mondo ebraico, quella sulla sinagoga di Cafarnao nel II o III secolo, è un evidente ornamento, sottolinea Scholem, niente meno che messo accanto a una svastica! E così in molti altri luoghi, magari vicino a una stella a cinque punte.
La storia della Stella. La ristampa di un vecchio libro racconta come la stella a sei punte sia diventata un simbolo ebraico.
La società spaziale privata SpaceX è riuscita a far atterrare in verticale un razzo Falcon 9 su una barca-drone, una sorta di chiatta che sta nell’oceano e che viene guidata a distanza senza che ci sia qualcuno a bordo. L’atterraggio in mare è molto importante per il futuro di tutto quello che si potrà fare nello Spazio – vivere, viaggiare, capire cose – ed è qualcosa che non era mai stato fatto prima. Il razzo è atterrato senza subire danni: vuol dire che lo si potrà riutilizzare, con un grande risparmio economico. I razzi di solito si distruggono dopo aver fatto il loro dovere, “accompagnando” cose in orbita. Era la quinta volta che SpaceX, fondata dal geniale imprenditore Elon Musk, provava un atterraggio di questo tipo. Già a gennaio un razzo di SpaceX aveva centrato perfettamente la barca-drone, ma a causa del malfunzionamento di uno dei meccanismi che blocca una delle sue quattro gambe si era inclinato su un lato, esplodendo poco dopo. L’atterraggio del razzo su una chiatta messa nell’oceano è vantaggioso per almeno due motivi: la barca-drone può liberamente spostarsi per andare dove il razzo potrebbe arrivare (nell’oceano non ci sono ostacoli) e l’atterraggio in mare è più sicuro rispetto a quello a terra, perché non ci sono intorno case o persone e non c’è il rischio di causare danni.
SpaceX ha fatto una gran cosa. Ha fatto atterrare in verticale un razzo su una piattaforma in mezzo all'oceano: è la prima volta che ci si riesce.
Nel 1936 Iosif Stalin decise che anche l’Unione Sovietica avrebbe avuto il suo champagne, per dimostrare che lo stile di vita comunista non era da meno di quello capitalista e che anzi persino un semplice operaio poteva godersi lussi che nel vecchio mondo erano riservati a pochi. «L’idea», ha spiegato Jukka Gronow, autrice del libro Caviar with Champagne, al sito Atlas Obscura, «era rendere cose come champagne, cioccolata e caviale disponibili a prezzi più bassi, per poter dire che il lavoratore sovietico viveva come gli aristocratici del vecchio mondo». Così Stalin ordinò la produzione di massa di quello che sarebbe diventato l’unico spumante dell’URSS: il Sovetskoye Shampanskoye, «un vino frizzante, sciropposo e a buon mercato». Il vino la cui produzione venne ordinata da Stalin – nato in Georgia, una terra dalla lunga tradizione viticola – non aveva niente a che fare con lo champagne francese, anche se in Russia era effettivamente esistito un vino simile, decenni prima. Lo aveva messo a punto il principe Leo Golitsyn, che a fine Ottocento aveva iniziato a fare degli esperimenti con le uve delle sue tenute in Crimea. Chiamò il risultato Novyj Svet, che significa Nuovo mondo: venne servito all’incoronazione di Nicola II di Russia nel 1896 e nel 1900 venne presentato all’Esposizione universale di Parigi, dove superò le varietà francesi e vinse il Gran Prix de Champagne.
Champagne sovietico per il popolo. La storia dello champagne prodotto nell'URSS su ordine di Stalin, per dimostrare che lo stile di vita comunista non invidiava nessuno.
In Austria, a Obertum c’è un allevamento di alpaca, che vengono tosati in questi giorni, per farli resistere meglio al caldo dell’estate. Sicuramente è un sollievo per gli animali, anche se la tosatura ha l’effetto buffo di far sembrare le loro teste (non tosate) enormi rispetto al collo sottile e al corpo. A Stupava, in Repubblica Ceca, un uomo vive con dei leoni e con loro si specchia nell’acqua. Sembra più affettuoso del domatore di Kiev. Allo zoo di Amburgo, in Germania è il periodo del censimento degli animali: tutti gli esemplari ospitati nella struttura vengono pesati e misurati, anche quelli nati da poco. Sui campi da golf si incontrano serpenti d’acqua, procioni e aironi. Il Dipartimento di agricoltura di New York ha dichiarato di aver debellato il tarlo asiatico, in Lombardia fa ancora danni, invece. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Acconciature estive. Alpaca tosati, leoni che si specchiano e misurazioni di elefanti tra le più belle foto di animali della settimana.
Il New York Times ha pubblicato un articolo che racconta – per la prima volta in modo così completo ed esplicito, e facendo i nomi di molte persone coinvolte – i numerosi casi di abusi e molestie sessuali subiti da alcune imprenditrici della Silicon Valley, impegnate nello sviluppo delle loro startup tecnologiche. Le testimonianze raccolte confermano le difficoltà che molte donne affrontano ogni giorno in ambienti di lavoro diretti quasi esclusivamente da uomini, con investimenti che sono in minima parte indirizzati verso le iniziative imprenditoriali delle donne e verso l’adozione di politiche per ridurre le disparità di genere. L’articolo sta facendo molto discutere, anche perché da anni si parla del sessismo del settore tecnologico statunitense, e in un paio di giorni ha già avuto qualche effetto, portando a dimissioni e cambi di posizione di alcuni manager molto in vista delle imprese di venture capital, cioè le aziende che investono i loro fondi nelle startup sperando – tra i tanti investimenti – di avere un giorno quote azionarie nei futuri Facebook e Google. Per il suo articolo, Katie Benner del New York Times ha intervistato una ventina di donne che lavorano in startup tecnologiche: dieci di loro hanno fatto i nomi degli investitori coinvolti nei casi di molestie subite, mostrando alla giornalista anche scambi di messaggi ed email avvenuti in passato. Tra le persone coinvolte ci sono Chris Sacca di Lowercase Capital e Dave McClure di 500 Startups, due delle più note società di investimenti nel settore del venture capital.
La Silicon Valley ha un serio problema con le donne. Una ventina di imprenditrici hanno denunciato casi di molestie e abusi subiti mentre cercavano di ottenere finanziamenti per le loro startup, facendo i nomi degli investitori coinvolti.
Aggiornato a lunedì 8 agosto. Domenica 7 agosto ci sono stati ancora lievi scontri tra la polizia e gli attivisti dell’associazione No borders, che da tempo collabora e sostiene i migranti bloccati a Ventimiglia: inizialmente gli attivisti avevano detto di aver annullato la manifestazione prevista per domenica pomeriggio contro le condizioni dei migranti nel capo della Croce Rossa di Ventimiglia, e a favore dell’apertura del confine con la Francia, ma il corteo è cominciato comunque nel corso del pomeriggio di domenica ed è stato bloccato dalla polizia. La manifestazione era stata annunciata sabato 6 agosto, dopo che nei giorni precedenti c’erano stati alcuni scontri tra poliziotti, migranti che cercavano di attraversare il confine e attivisti No borders. Negli scontri, un dirigente della polizia era morto d’infarto. Venerdì circa 150 migranti erano riusciti ad entrare in Francia, dove erano però stati fermati dalla polizia francese e riportati in Italia, al centro di accoglienza della Croce Rossa a Ventimiglia.
La situazione a Ventimiglia. Dopo gli scontri di sabato tra polizia, attivisti e migranti ieri la situazione si è calmata.
Beth Moon è una fotografa americana che ha cominciato a fotografare alberi antichi mentre viveva in Inghilterra, quattordici anni fa. È poi passata a fotografare sequoie, pini, alberi di Giosué sulla costa ovest degli Stati Uniti e molti altri tipi di alberi in Sudafrica, Madagascar, Yemen e Israele. Sessanta di quelle fotografie sono state raccolte in un libro, pubblicato l’anno scorso dalla casa editrice Abbeville Press, e chiamato Ancient Trees: Portraits of Time. Moon ha stampato le foto con una tecnica chiamata “stampa al platino”, un processo fotografico monocromatico che permette di avere la più ampia gamma di tonalità in bianco e nero e che produce toni che passano dal nero freddo al grigio neutro ai marroni seppia intensi. Beth Moon ha girato il mondo cercando di fotografare alberi antichi, immensi o con una storia importante: prima di viaggiare si informava con libri di storia e scienze. «È difficile descrivere com’è quando si arriva in un posto», ha detto Moon. «Poiché c’è molta aspettativa nel viaggio, è inevitabile essere eccitati. La grandiosità degli alberi spesso mi travolge, c’è un sacco di emozione da contenere. Non penso nemmeno di tirare fuori l’attrezzatura finché non sono in uno stato mentale adatto a concentrarmi e a far funzionare la macchina fotografica».
Fotografie di alberi antichi, stampate al platino. Beth Moon ha girato per 14 anni per fotografare alberi antichi nel mondo e ha stampato le immagini con una tecnica particolare.
Il 25enne polistrumentista inglese Jack Garratt ha vinto il concorso “Sound of…”, assegnato ogni anno da BBC agli artisti di musica leggera più promettenti al mondo. Il “Sound of” è molto diverso dai talent show e premi più comuni: non vengono premiati performance, dischi o canzoni particolari, bensì la qualità della musica prodotta finora e le potenzialità di ciascun artista. La giuria è composta da 144 DJ, critici e giornalisti musicali, il cui compito è quello di “anticipare” i suoni dell’anno in cui viene assegnato il premio. Scorrendo la lista dei vincitori degli anni scorsi, ci si accorge che la giuria di BBC ha spesso avuto buone intuizioni: da quando nel 2003 è stato organizzato il concorso, fra i vincitori ci sono stati Adele, Ellie Goulding, le HAIM, Mika e Sam Smith. BBC descrive Garratt come «una macchina da musica dai molti talenti: canta, scrive, suona numerosi strumenti e si produce da solo i dischi. Le sue canzoni combinano melodie classiche con le curve e i salti della musica contemporanea, come se avesse fatto passare le influenze di Stevie Wonder, Tom Waits, Stevie Ray Vaughan dentro a un super-computer. La sua voce, invece, può essere rauca come quella di Waits o netta come quella di Sam Smith». Il Guardian ha scritto che la sua musica è “più sofisticata” di quella di Smith. Il suo primo disco, Phase, uscirà il 16 febbraio 2016.
Il contest musicale di BBC, diverso dagli altri. Viene organizzato dal 2003, non premia performance o dischi ma il “sound” più promettente: quest’anno l’ha vinto un polistrumentista inglese.
Il Secolo riferisce oggi della prima riunione del Collegio dei probiviri del PdL, a lungo ignoti al mondo e divenuti improvvisamente popolari alle cronache col deferimento dei finiani, salvo poi ritornare in secondo piano col precipitare degli eventi e la scissione di Futuro e Libertà. Esiste davvero, s’è addirittura riunito e ieri ha eletto perfino un presidente, Vittorio Mathieu. Non ha ancora deciso nulla, lo farà a settembre, forse. Con una linea molto “aggressive”, visto che all’ordine del giorno c’è la possibile sospensione dal partito per chi è trasmigrato nei gruppi parlamentari di “Futuro e libertà” o in altre sigle autonome. Il Collegio nazionale dei probiviri del Pdl, dato per disperso per oltre un anno e riesumato dall’ufficio di presidenza per punire i finiani, ieri s’è insediato designando i relatori dei vari ricorsi pendenti. Soltanto il 16 settembre verrà formalmente esaminata la questione dei “deferiti” per il dissenso interno manifestato (Bocchino, Granata e Briguglio) ma la notizia di ieri è che all’ordine del giorno ci sarà anche la “legittimazione passiva e l’appartenenza al partito di soci che abbiano costituito gruppi autonomi, alternativi al Pdl, sia a livello nazionale sia locale”.
PdL, arrivano i probiviri. Esistono, si sono riuniti e decideranno il 16 settembre se espellere quelli che intanto se ne sono già andati.
A ottobre esce un disco dei Travis, band scozzese scomparsa dai radar maggiori da tempo, ma che ebbe un gran successo con un paio di dischi tra il 1999 e il 2001 e con quella bella canzone allegra, Sing. Questa la scrivo solo per nostalgia del nome e del taglio di capelli, neanche mi ricordo una sua canzone: oggi compie 70 anni Suzi Quatro. (adesso però ci passerei la serata) Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Sigur Ros. Fu un bel periodo, l'inizio del millennio, tra "post rock" e altro.
Il Dalai Lama, la massima autorità spirituale della religione buddista, ha partecipato questa mattina all’ultima giornata del festival di Glastonbury, il più famoso festival musicale europeo che si tiene ogni anno in Inghilterra. Il Dalai Lama ha tenuto un breve discorso di mezz’ora da un piccolo palco davanti a centinaia di persone: ha dato consigli per migliorare il proprio stile di vita, ha elogiato l’atmosfera del festival ma al contempo ha ammesso che la musica che gli piace “non è molta”. Le persone presenti al suo discorso hanno anche cantato per due volte “buon compleanno”, dato che il Dalai Lama compirà 80 anni fra circa due settimane, il 6 luglio. Nel pomeriggio il Dalai Lama ha poi partecipato a una conferenza sul cambiamento climatico assieme alla direttrice del Guardian Katharine Viner. Il festival di Glastonbury si concluderà invece stasera con un concerto della storica band britannica degli Who. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il Dalai Lama al festival di Glastonbury, le foto. Ha parlato ad alcune centinaia di persone elogiando il festival ma ammettendo che non ascolta molta musica.
La rivista mensile OUT, la più diffusa negli Stati Uniti tra quelle principalmente rivolte alla comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender (LGBT), ha pubblicato il numero speciale “OUT100” dedicato ai 100 più importanti artisti, scrittori, politici, sportivi e attivisti della comunità LGBT nel 2014. Il numero speciale è stato pubblicato e distribuito con quattro copertine diverse, ciascuna delle quali dedicata ai primi personaggi della lista: Ellen Page, Sam Smith, Zachary Quinto e Samira Wiley. L’attore statunitense Zachary Quinto, già noto per la serie televisiva 24 e per il suo ruolo di Spock nel film su Star Trek del 2009, è stato nominato artista dell’anno: nel 2015 uscirà Michael, un film molto atteso in cui Quinto recita insieme a James Franco nel ruolo dell’ex fidanzato di un attivista gay (Franco) che rinuncia alla propria sessualità e diventa un pastore cristiano. Ellen Page, nota e apprezzata attrice statunitense, peraltro protagonista del film Juno, ha invece ottenuto un riconoscimento da parte di OUT per il suo coming out a febbraio scorso, fatto durante una conferenza che fu molto ripresa dai media.
I personaggi LGBT del 2014, secondo Out. Ellen Page, Sam Smith, Zachary Quinto e Samira Wiley, tra le 100 persone più importanti della comunità LGBT scelte dalla rivista statunitense.
Waterstones – la più grande catena di librerie del Regno Unito, con più di 270 punti vendita – ha ripreso a fare profitti per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, grazie soprattutto a una serie di cambiamenti introdotti da James Daunt, amministratore delegato dal 2011. In un’intervista al Guardian, Daunt ha dice che i guadagni di quest’anno sono «molto consistenti» e che si tratta del «migliore risultato dell’azienda negli ultimi sette, otto anni». Un dato notevole è che la ripresa di Waterstones è legata soprattutto alla vendita di libri cartacei, che è in crescita in tutto il settore: nella prima metà del 2015 è aumentata del tre per cento, per la prima volta dal 2012. Al contrario invece il mercato dei libri digitale e degli e-reader è in una fase di profonda stagnazione, tanto che a ottobre Daunt ha deciso di non vendere più Kindle, il lettore di ebook prodotto da Amazon dal 2009. Daunt spiega che «ho sempre pensato che saremmo arrivati a un punto di equilibrio con i libri digitali: prima c’è stato un boom, poi una crisi e ora si stanno stabilizzando. È un processo piuttosto intuitivo, e in effetti è quello che sta succedendo». I libri digitali e quelli cartacei, dice, sono due prodotti radicalmente diversi e che spesso l’esperienza e il ricordo dei libri digitali sono meno intensi di quelli fisici. Per questo, sostiene, gli ebook più venduti sono «romanzi di narrativa letti per pura evasione».
Come ha fatto Waterstones a uscire dalla crisi. Nel 2011 la catena di librerie più grande del Regno Unito aveva debiti per 240 milioni di euro; poi l'ha acquistata un miliardario russo che ha chiamato a dirigerla il capo di un'azienda rivale.
Un novantenne di Portacomaro (Asti), Dario Cellino, ha ucciso un geometra del tribunale che questa mattina era andato nel suo appartamento per fare una perizia preliminare. Il tecnico, che aveva 44 anni, è morto poche ore dopo all’ospedale di Asti. Cellino, ex titolare di un mobilificio molto conosciuto nella zona, temeva che il tribunale gli pignorasse la casa, dove vive insieme alla figlia di 57 anni; sapeva dell’arrivo del tecnico e, scrive Repubblica, lo ha aspettato armato e gli ha poi sparato contro una o due volte. Si è poi barricato in casa fino all’arrivo dei carabinieri, che l’hanno arrestato.
Un 90enne ha ucciso il tecnico incaricato di fare una valutazione della sua casa per il pignoramento, vicino ad Asti.
Il piccolo fondo d’investimento Engine No. 1 è riuscito mercoledì 26 maggio a far eleggere due propri candidati fra i 12 membri che compongono il consiglio di amministrazione (cda) della società petrolifera statunitense ExxonMobil, più comunemente nota come Exxon, una delle più grandi al mondo. Nato a fine 2020, Engine No. 1 è quello che in gergo si definisce un “fondo attivista”, cioè un’entità che raccoglie soldi da investitori e li reinveste in una o più società con l’intento di esercitare pressione affinché cambino le loro politiche. L’obiettivo di Engine No. 1 è quello di entrare nel cda di Exxon per far cambiare strategia alla multinazionale, accusata dal fondo di non avere ancora un piano credibile per affrontare la transizione energetica da fonti fossili a fonti rinnovabili nella quale molti paesi si sono impegnati per i prossimi decenni. Questa transizione potrebbe rendere insostenibile il modello di business di Exxon, ancora fortemente incentrato sull’estrazione di idrocarburi.
Cambiare le compagnie petrolifere, da dentro. Un piccolo "fondo attivista" è riuscito a entrare nel consiglio di amministrazione di Exxon e vuole modificarne le scelte ambientali.
Una squadra di ricercatori dell’Università della California sta lavorando per modificare geneticamente le piante di cacao con una tecnica di cui l’anno scorso si era discusso molto nella comunità scientifica, la CRISPR-Cas9, che in pratica permette di “copincollare” segmenti di DNA di un organismo in un altro. Lo scopo della ricerca è ottenere delle piante in grado di resistere ad alcune malattie incurabili, che potrebbero diffondersi sempre di più nel futuro prossimo a causa del riscaldamento globale. La ricerca è finanziata da Mars, la multinazionale statunitense di dolciumi (tra cui M&M’s, Twix e Snickers), che qualche mese fa aveva annunciato un investimento di un miliardo di dollari in iniziative per contrastare il cambiamento climatico. Il cacao viene coltivato soprattutto in piccoli appezzamenti di terreno e per lo più in Costa d’Avorio e in Ghana, due paesi dell’Africa centro-occidentale, ma viene prodotto anche nelle altre aree equatoriali come il sud-est asiatico e l’America centrale. Perché le piante di cacao crescano servono un terreno ricco di azoto, un’alta umidità e molta pioggia. Secondo gli scienziati il clima di queste regioni potrebbe cambiare molto da oggi al 2050 con il riscaldamento globale: le temperature potrebbero alzarsi, l’umidità potrebbe diminuire e queste condizioni potrebbero favorire alcune malattie del cacao, tra cui quella causata dal fungo Moniliophthora perniciosa – e chiamata “scopa delle streghe” in Brasile – e quella dovuta al fungo Moniliophthora roreri.
Mars vuole modificare geneticamente il cacao. Già ce n'è poco, rispetto al cioccolato che mangiamo: in più le coltivazioni dell'Africa centrale sono a rischio per il riscaldamento globale.